Effetto Brexit per Ryanair: “valutiamo il delisting a Londra”. Trimestre di nuovo positivo
Il Ceo della compagnia aerea irlandese ha confermato che la società sta valutando un possibile addio alla borsa di Londra come conseguenza di una generale riduzione degli scambi dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.
Ryanair ha diffuso i dati semestrali e il trimestre appena terminato ha visto un ritorno all’utile per la prima volta dallo scoppiare della pandemia da coronavirus.
Addio Londra per Ryanair?
La decisione del Regno Unito di lasciare l’Unione europea potrebbe spingere Ryanair a rinunciare alla quotazione alla borsa di Londra. L’addio è stato ipotizzato dal Ceo della compagnia irlandese, Michael O’Leary, nel corso di un’intervista a Bloomberg Television.
La decisione rappresenterebbe una “conseguenza inevitabile della Brexit e dei requisiti normativi presentati dalla rottura” che starebbero portando ad una “tendenza generale di consistente riduzione degli scambi”, attualmente “in corso dopo l’uscita del Regno Unito dalla UE”, aggiungeva il manager.
La tendenza, però, risulta “più significativa per Ryanair a causa dell'estensione del divieto di acquisto di azioni ordinarie di Ryanair ai cittadini del Regno Unito dopo la Brexit”, spiegava la compagnia.
L’abbandono non avrebbe un forte impatto sulla società in quanto le azioni Ryanair scambiate a Londra rappresentano già “meno del 10% del totale”, sottolineava Neil Sorahan, direttore finanziario della compagnia irlandese.
In una nota ufficiale, Ryanair ha inoltre specificato che “la quotazione primaria nel mercato regolamentato di Euronext Dublino offre agli azionisti il grado di protezione più elevato, incluso il rispetto del codice di corporate governance del Regno Unito”.
Ritorno agli utili nel trimestre
L’annuncio arriva con la diffusione dei dati sul primo semestre dell’anno fiscale 2022, caratterizzati da un trimestre tornato in utile per la prima volta dalla fine del 2019, prima dello scoppiare della pandemia da coronavirus.
I sei mesi terminati al 20 settembre 2021 hanno visto una perdita netta di 47,6 milioni di euro, risultato migliore rispetto ai 410,5 milioni di euro dello stesso periodo dello scoro anno e alle attese degli analisti (43 milioni).
In crescita il fatturato, salito a 2,15 miliardi e quasi raddoppiato rispetto agli 1,18 miliardi di euro generati nel 2020, mentre i costi operativi sono saliti del 63% (2,2 miliardi) e la perdita netta è scesa a 48 milioni dal precedente 411 milioni.
Il trimestre appena terminato ha visto un ritorno all’utile per la prima volta dall’inizio della pandemia con 225 milioni di euro, anche se la società si attende un esercizio 2021 in rosso tra i 100 e i 200 milioni di euro, anche a causa della necessità di proseguire con gli sconti per le tariffe aree in inverno per sostenere la ripresa.
La compagnia low cost ha trasportato 39,1 milioni di passeggeri nei sei mesi conclusi a settembre, con un calo del 54% rispetto al 2019, ma più che raddoppiati (+128%) rispetto al precedente semestre grazie ad un indice di riempimento salito al 79%.
La società prevede di superare la capacità pre-pandemia alla fine dell’anno fiscale che termina a marzo 2023, mentre non fornirà una guidance dettagliata per l’anno fiscale 2022.
La diffusione dei dati ha attirato le vendite sul titolo Ryanair a Londra, arrivato a cedere oltre il 4% ad inizio seduta, per poi recuperare immediatamente fino a tornare sulla parità dopo pochi minuti.
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