El Salvador, proteste in piazza contro l'adozione del Bitcoin

El Salvador, proteste in piazza contro l'adozione del Bitcoin

La tanto attesa introduzione del Bitcoin come valuta legale ha scatenato proteste nel paese, dove sono sempre più esperti che considerano pericolosa la scelta del Presidente Bukele per El Salvador.

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Le proteste contro il Bitcoin

Esordio a dir poco complicato per il Bitcoin come valuta legale a El Salvador, prima nazione al mondo ad integrare la principale delle criptovalute, anche se affiancato al dollaro americano.

Nel paese sono segnalate proteste in piazze e per le strade della capitale San Salvador, con centinaia di persone accanto a organizzazioni sociali che chiedono di abrogare la legge entrata in vigore lo scorso 7 settembre.

A raccontare le proteste è stato elsalvador.com, sottolineando come molte proteste erano rivolte contro il Presidente Nayib Bukele, promotore dell'introduzione del Bitcoin e già al centro delle critiche per le ultime decisioni sulla giustizia in pieno scontro con la magistratura.

Secondo molti osservatori, la manifestazione di ieri è stata una delle più seguite da associazioni sindacali e organizzazioni indipendenti da quando Bukele è andato al potere, due anni fa.

Nel paese il dibattito vede anche diversi economisti parlare di una scelta “improvvisata” e “dannosa” per l'economia di El Salvador, vista la forte volatilità che caratterizza da sempre il Bitcoin.

“I sostenitori e i critici di tutto il mondo staranno a guardare per vedere come si svolge questo esperimento senza precedenti”, spiega Pietro Bellotti, Premium Client Manager di IG Italia. “Infatti la politica ha suscitato critiche in tutto il paese dove una buona maggioranza non è convinta che questa mossa aiuterà il Paese e che sarà un successo”, aggiunge.

Il Bitcoin sempre sulle montagne russe

La 'rivoluzione' era molto attesa dalla comunità appassionata di criptovalute, in quanto si trattava della prima volta in cui un paese ufficialmente accettava l'uso dei Bitcoin nella vita reale.

La 'sensibilità' del Bitcoin agli eventi non si è fatta attendere e il giorno dell'entrata in vigore della legge balzava fino a 52.880 dollari, per poi crollare in poche ore fino ai 46 mila dollari, con un calo del 17% in solo un giorno.

Nella mattinata di oggi la cripto sembra essere in un momento di pausa e viene scambiata intorno ai 46.370 dollari, sostenendo anche le altre valute digitali come l'Ethereum (+4%) e il Cardano (+11%).

Si tratta di una “reazione in fase di azione”, spiega José María Rodríguez, analista tecnico di Bolsamania. “È così che si muovono i prezzi sui mercati e nel caso del Bitcoin tutto è più esagerato, nel bene e nel male. Non possiamo escludere che l'attuale fase correttiva porti il futuro del bitcoin alla vecchia zona di resistenza, ora supporto, di 41.500 dollari”, prevede Rodriguez.

La SEC cita Coinbase

Secondo Edward Moya, analista di Oanda, il Bitcoin “non è riuscito a scrollarsi di dosso i timori normativi”, mentre a far aumentare le preoccupazioni si aggiunge anche la recente decisione della Securities and Exchange Commission (SEC).

L'ente statunitense avrebbe intenzione di citare in giudizio la piattaforma di trading di criptovalute Coinbase per il futuro lancio di un prodotto che permette il prestito tra utenti di criptovalute.

A comunicarlo era stata la stessa Coinbase in un post pubblicato sul suo blog aziendale nel quale spiegava di aver ricevuto una lettera dove la SEC informava delle sue intenzioni relativamente a Coinbase Lend.

Si tratta di un prodotto che permette agli utenti di Coinbase di prestare la stablecoin USD Coin in cambio di un rendimento del 4%. Da Coinbase si sono difesi spiegando che Lendi non è un 'titolo', in quanto non si tratta né di un investimento né di un'obbligazione.

Per sicurezza, Coinbase ha annunciato che non lancerà Lend almeno fino a ottobre. In ogni caso, se l'azienda lancia il prodotto prima che la disputa con la SEC sia risolta, il regolatore prevede di fare causa all'azienda.

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