Enel non teme il conflitto e conferma la politica dei dividendi


Il gruppo sottolinea di non avere forniture di gas dalla Russia e anche alla luce dei risultati ottenuti nel 2021 ha confermato la distribuzione del dividendo nei prossimi anni.


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Enel tra le migliori del Ftse Mib dopo la diffusione dei risultati 2021, arrivata ieri a mercati chiusi.

Con il principale indice di Piazza Affari che ha aperto positivo di mezzo punto, le azioni Enel arrivano a guadagnare circa il 2%, con un massimo toccato a 5,89 euro dopo circa un’ora di contrattazioni.

Il trend positivo odierno spezza la serie di due sedute in rosso consecutive per Enel, portando nuovamente in verde il bilancio della settimana che sta per terminare.

Crescono i business di Enel

L’esercizio 2021 si è chiuso con una crescita degli utili e dell’Ebitda sulla parte alta della guidance ed una solida performance operativa in tutti i business in cui il gruppo è presente.

In particolare, il risultato netto del gruppo è aumentato a 3,189 miliardi di euro, salendo del 22,2% rispetto ai 2,61 miliardi dell’esercizio precedente.

Ancora maggiore la crescita dei ricavi, attestatosi a 88 miliardi dopo il balzo del 33,3% rispetto ai 66 miliardi del 2020, sulla stessa linea di quanto già annunciato nelle settimane scorse.

Dalla società spiegano che la “variazione positiva è dovuta principalmente alle maggiori quantità di energia elettrica prodotte e vendute”, a cui si aggiungono i proventi realizzati dalla cessione della partecipazione in Open Fiber”.

Tali effetti, aggiungono da Enel, sono stati “parzialmente compensati dal negativo andamento dei cambi, prevalentemente in America Latina”.

Gli altri numeri del 2021

Buona la performance dell’Ebitda ordinario, cresciuto del 6,6% e arrivato a 19,21 miliardi di euro, mentre l’Ebit è risultato in flessione del 9,2%, visti i 7,68 miliardi risultanti.

Il calo “riflette principalmente i maggiori ammortamenti rilevati a seguito degli investimenti effettuati e gli adeguamenti di valore rilevati nel corso dell’anno rispetto all’esercizio precedente, i cui effetti sono stati solo parzialmente compensati dall’andamento della gestione operativa", sottolinea la società.

Aumento anche per l’indebitamento finanziario netto, salito a 5,952 miliardi con una performance di +14,4%.

Infine, gli investimenti sono cresciuti del 27,5%, sfiorando i 13 miliardi, “principalmente per la crescita degli investimenti in infrastrutture e Reti, Enel Green Power, Mercati finali ed Enel X”.

Dividendo

L’AD di Enel, Francesco Starace, ha confermato la politica dei dividendi, con l’impegno a distribuire agli azionisti 0,40 euro nel corso del 2022, in crescita rispetto a quando distribuito nel 2021 (0,38 euro) e nel 2020 (+12%).

Tra il 2021 e il 2024 è prevista una crescita del dividendo pari al 13% fino a 0,43 euro, visto che la società “non prevede un cambio nella dividend policy a causa dell’attuale turbolenza”.

L’impatto del conflitto

Proprio dell’impatto sul business di Enel derivato dalla guerra tra Russia e Ucraina ha inoltre parlato Starace. La società non ha forniture della Russia, spiegava l’AD, aggiungendo che “in ogni caso sono coperte per il 90% da contratti di lungo periodo”.

“Noi abbiamo zero forniture di gas dalla Russia, mentre il 55% è coperto da Lng dagli Usa che rappresenta il 75% dei nostri contratti in volume”, aggiungeva il cfo di Enel, Alberto De Paoli durante la conference call con gli analisti.

Per quanto riguarda gli asset russi, Starace ha annunciato che una decisione “sarà presa tra qualche giorno”, anche se questi rappresentano “una porzione molto limitata del business”.

“Abbiamo deciso di non sviluppare più crescita in Russia e stiamo esplorando i vari scenari per i nostri attuali asset nel Paese. Qualsiasi scenario è sul tavolo e verranno analizzati in base alle leggi e alle sanzioni”, concludeva Starace.

Prospettive e progetti

I risultati diffusi da Enel sono stati caratterizzati “da una buona crescita post-pandemia”, spiegava Starace, ma “anche da venti contrari” che hanno condizionato il business.

Starace ha smentito anche la possibilità di riaprire le centrali a carbone in Italia, ipotesi di cui si era parlato nelle scorse settimane per far fronte alle incertezze sulle forniture di gas dalla Russia, confermando che il gruppo porterà avanti il previsto processo di decarbonizzazione.

Se le “utilities ricoprono un ruolo fondamentale nella gestione dei repentini cambiamenti del settore energetico”, osserva il manager, “la direzione della nostra strategia resta incentrata sulla decarbonizzazione ed elettrificazione”.

È necessario “cogliere tutte le opportunità” che “dovessero presentarsi ed accelerare gli investimenti nelle rinnovabili, che garantiscono una fonte di energia stabile, sicura e competitiva”.

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