Enel tra i possibili titoli esposti al piano Draghi secondo analisti

Enel tra i possibili titoli esposti al piano Draghi secondo analisti

Da Equita Sim ritengono che la realizzazione del piano presentato ieri dall’ex Presidente della Banca centrale europea avrebbe un impatto importante sul settore delle utility e delle rinnovabili.

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Il piano di Mario Draghi

Un piano di rilancio dell’Unione europea che può avere un effetto su diversi settori dell’economia europea, in particolare quello dell’utility e dell’energia. È il cosiddetto ‘Mario Draghi’s Report’, presentato ieri dall’ex Presidente della Banca centrale europea, un documento a tutto tondo che spiega le sue idee per rilanciare l’UE, che glielo aveva commissionato un anno fa per indicare le sue idee su come l’Unione dovrebbe agire per mantenere competitiva la propria economia 'green' e digitale in un momento di crescenti tensioni globali.

Nel report sono previsti investimenti aggiuntivi pari al 5-6% del PIL, circa ottocento miliardi di euro, la metà dei quali destinati per la transizione energetica, di cui 350 miliardi per la generazione elettrica e circa 150 per il trasporto. Il rapporto curato dall’ex governatore della BCE prende in esame anche la telefonia, la farmaceutica, la difesa e un po’ tutta l’industria.

Si tratta di investimenti molto più alti persino dell'1-2% previsto dal Piano Marshall per la ricostruzione dell'Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale, e il blocco deve agire su più fronti: “O si fa così o sarà una lenta agonia”, ha avvertito Draghi.

Enel possibile protagonista

Il report di Draghi sulla competitività dell'UE “offre una visione sulla direzione delle politiche europee, con particolare attenzione e spunti costruttivi per il settore delle utility/rinnovabili e le società esposte nella transizione energetica (Prysmian, Nexans)”, sottolineano gli analisti di Equita Sim, ricordando che ora il documento “sarà discusso a livello comunitario”,

Secondo la sim, “per il settore utility si conferma la centralità delle reti elettriche e degli investimenti nel settore” e tra i titoli esposti, “segnaliamo Terna per la trasmissione elettrica, Enel per la distribuzione elettrica (26% dell'Ebitda dalla distribuzione in Spagna e Italia), Acea (28% dell'Ebitda da distribuzione elettrica) e in misura minore per A2A (13% dell'Ebitda 2025 da distribuzione elettrica). La spinta per le rinnovabili dovrebbe essere favorita da un'accelerazione degli incentivi”. Tra le altre società italiane, “Erg potrebbe avere i maggiori vantaggi considerando i 500 MW di capacità ready to build e la pipeline di 5 GW (4 GW in Europa)”, aggiungono.

Per quanto concerne le proposte sulla tecnologia, “si punta ad avviare la nuova strategia dell'UE per i semiconduttori" e tra i titoli potenzialmente interessati Equita cita Stm e Technoprobe. "Inoltre, in merito alle sfide AI, si propone di aumentare la capacità computazionale dedicata al training di modelli AI, fornendo 'computing capital' alle imprese/pmi innovative. Tra le società potenzialmente interessate, tutte quelle aziende del tech che sviluppano software e svolgono attività di software e system integration nel mondo AI (Reply, Sesa)", conclude Equita.

Le proposte di Draghi, però, rischiano di cadere nel vuoto. Andrew Kenningham, capo economista di Capital Economics, ritiene che, nonostante “ci siano molte proposte sensate, è improbabile che molte vengano adottate”, ricordando precedenti rapporti degli ex primi ministri italiani Enrico Letta quest'anno e Mario Monti nel 2010 che erano “stati per lo più ignorati”.

Uscita dal Vietnam

Intanto, l’agenzia Reuters scrive che Enel si prepara a uscire dal Vietnam e si tratterebbe dell'ultima azienda occidentale in ordine di tempo che abbandona i progetti di energia rinnovabile in un Paese che fa fatica ad attuare i piani di decarbonizzazione.

Nel 2022 l'utility italiana aveva annunciato l’intenzione di investire in impianti per generare fino a 6 gigawatt (GW) di energia rinnovabile in Vietnam, senza specificare in quale tipo, ma sottolineando il potenziale del Paese in termini di energia eolica e solare.

Le fonti dell’agenzia spiegano che la mossa rientra in una più ampia riorganizzazione delle attività globali di Enel e non è chiaro se e quando verrà annunciata l'uscita dal Paese. Possibili novità potrebbero arrivare dal piano strategico annuale di Enel che verrà presentato a novembre.

Ubs conferma il buy

Intanto, a Piazza Affari le azioni Enel guadagnano lo 0,80% nella prima ora di contrattazioni dopo essere salite fino a 7,116 euro, ai massimi dal novembre 2021.

Gli analisti di Ubs oggi hanno confermato la raccomandazione ‘buy’ e il prezzo obiettivo a 8,25 euro sul titolo della società italiana che resta tra i preferiti degli analisti nel comparto. Le stime del broker sul gruppo si posizionano di un 4-7% al di sopra del consenso sul 2025-2026 e Ubs ritiene che il prossimo Capital Markets Day di novembre sia un “catalizzatore”.

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