L’energia da fonti rinnovabili sarà la protagonista degli investimenti futuri


Il covid e l’aggressione all’Ucraina hanno accelerato gli investimenti in energia pulita.

Nel 2023 nel mondo sono stati investiti 2,5 trilioni di dollari, di cui circa 1,7 trilioni di dollari destinati all'energia pulita. Ed entro il 2027 l’Europa investirà 300 miliardi di euro che entro il 2050 diventeranno 2.000.

A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM


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Vendite al dettaglio MoM di maggio della Germania in uscita oggi alle 8:00 (stima zero, contro +0,8% di aprile), inflazione YoY di giugno dell’Europa (stima 5,7% contro 6,1% di maggio). PMI Chicago di giugno alle 14:30 (stima 44 punti contro 40,4 di maggio) e fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan di giugno alle 16:00 (stima 63,9 punti contro 59,2 di maggio).

Ieri l’inflazione della Germania YoY di giugno è risultata più alta delle aspettative (6,4% contro 6,3% atteso e 6,1% di maggio). Considerato che la Germania è in recessione e ha un’inflazione elevata e crescente ci domandiamo se questa si possa già chiamare stagflazione.

PIL USA del 1Q23 decisamente più elevato delle attese (2% contro 1,4% stimato e 2,6% del 4Q22) che, unito a minori richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione (239k contro 266k attese e 265 della scorsa settimana) e alla positiva fiducia dei consumatori, offre ancora il fianco a Powell per alzare due volte i tassi di interesse.

Uno dei settori che crescerà in modo rilevante nei prossimi anni, crediamo indipendentemente dall’andamento dell’economia, destinato ad assorbire ingenti investimenti, è quello dell’energia. In particolare quella derivante da fonti rinnovabili.

La ripresa dalla crisi causata dalla pandemia di Covid-19 e la risposta alla crisi energetica globale a seguito dell’invasione Russa in Ucraina, hanno dato un forte impulso agli investimenti nell'energia pulita. Tra il 2021 e la fine del 2023 gli investimenti annuali in energia pulita dovrebbero essere aumentati molto più rapidamente degli investimenti in combustibili fossili (24% contro 15%).

La stima più attendibile indica in circa 2,5 trilioni di dollari gli investimenti mondiali in energia nel 2023 di cui circa 1,7 trilioni di dollari destinati all'energia pulita (energia rinnovabile, reti, stoccaggio, combustibili a basse emissioni, miglioramenti dell'efficienza e uso finale di energie rinnovabili ed elettrificazione). Una parte residuale degli investimenti e pari a circa 1 trilione di dollari, dovrebbe essere destinata all'approvvigionamento continuo di combustibili fossili ed energia, di cui circa il 15% al​​ carbone e il resto a petrolio e gas. Oggi, per ogni USD 1 speso in combustibili fossili, USD 1,7 viene speso in energia pulita. Cinque anni fa il rapporto era 1:1.

L’Europa ha ambiziosi piani di sviluppo in materia di energia pulita e rinnovabile allo scopo di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e diventare climaticamente neutrale entro il 2050. Sembrano date lontane, ma in realtà non lo sono poi così tanto. Gli investimenti dell’Europa sono illustrati nel pacchetto sul clima “Fit for 55” e nel piano “REPoverEU”. Quest’ultimo richiede ingenti investimenti e riforme. L’Europa ha messo sul piatto quasi 300 miliardi di euro, di cui circa 72 miliardi di euro sono sovvenzioni e circa 225 miliardi di euro sono prestiti. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza sarà il fulcro di questi finanziamenti.

Degli investimenti complessivi, circa 10 miliardi di euro per sono destinati ai collegamenti mancanti per il gas e il GNL e fino a 2 miliardi di euro per le infrastrutture petrolifere in modo da porre fine al trasporto di petrolio russo. Il resto dei finanziamenti (95% circa) sarà destinato ad accelerare e intensificare la transizione verso l'energia pulita.

Diventare un’economia climaticamente neutra entro il 2050, significa avere un'economia con zero emissioni nette di gas a effetto serra. La transizione verso una società climaticamente neutra è sia una sfida urgente per costruire un futuro migliore per tutti, che una fantastica opportunità di investimento a lungo termine.

Tutte le componenti delle società dei settori economici coinvolti saranno chiamate a svolgere un ruolo attivo: dal settore energetico all'industria, dalla mobilità all'edilizia, all'agricoltura e alla silvicoltura. Complessivamente gli investimenti pubblici e privati attesi in Europa entro il 2050 è stimato che siano non meno di 2.000 miliardi di euro. L'UE può aprire la strada investendo in soluzioni tecnologiche realistiche, responsabilizzando i cittadini e allineando l'azione in settori chiave come la politica industriale, la finanza e la ricerca, garantendo nel contempo l'equità sociale per una transizione giusta.

La domanda diventa quindi se un investimento a lungo termine nel settore dell’energia possa rivelarsi profittevole. Molte società energetiche stanno già concentrando i loro sforzi sulla produzione di energia da fonti rinnovabili. Non solo un messaggio ambientalista, ma un occhio attento ai bisogni e alle esigenze che negli ultimi anni sempre più si sono fatte sentire. Ovviamente, se si sceglie di investire in fonti rinnovabili e pulite è perchè si considera questo un settore in forte crescita.

Tendiamo sempre ad escludere il fai da te. Meglio un fondo comune di investimento nel settore green, che permette di acquistare un portafoglio azionario diversificato e quindi con rischi ridotti. Dopo aver fatto registrare un record negativo nel 2016 e nel 2018 il multisettore dell’energia rinnovabile e alternativa è tornato a crescere, sviluppandosi in modo sempre più dinamico. La concentrazione è aumentata nel campo del fotovoltaico, mentre aprono nuovi impianti e compaiono operatori in materia di storage, di trasformazione digitale e di Internet of things (sistemi di domotica o assistenti per l’ambiente domestico).

Le azioni delle energie rinnovabili sono andate a ruba negli ultimi sei mesi poiché gli investitori hanno capito il potenziale di questo rivoluzionario settore energetico. Il passaggio all’energia rinnovabile è comunque in atto da anni. Poiché il costo per costruire centrali eoliche e solari è in costante diminuzione e la loro efficienza in aumento, queste hanno gradualmente sostituito le centrali a carbone, nucleari e in alcuni casi anche a gas naturale.

Queste tendenze dovrebbero continuare, il che ci porta a tre motivi per privilegiare un investimento nelle energie rinnovabili:

  • Costi di produzione. La produzione di energia da fonti rinnovabili sta crescendo più rapidamente della produzione di energia in generale e sta prendendo quote di mercato alle centrali a carbone e nucleari. La ragione di questo cambiamento è principalmente il costo. Le centrali eoliche e solari possono produrre elettricità ad un costo inferiore rispetto al carbone e al nucleare nella maggior parte degli Stati Uniti e dell’Europa;
  • Miglioramenti tecnologici. La diminuzione dei costi va di pari passo con il miglioramento della tecnologia. I pannelli solari stanno diventando più efficienti, le turbine eoliche più grandi forniscono più energia per dollaro di investimento e piccoli miglioramenti in componenti come gli inverter stanno spremendo più energia da ogni progetto. Ma il grande miglioramento tecnologico che guiderà la crescita del settore per un decennio crediamo sarà lo stoccaggio di energia. Questo consente ai proprietari delle centrali elettriche di regolare meglio l’approvvigionamento energetico alla rete, riducendo lo stress e aumentando il valore dell’energia proveniente dalle centrali elettriche rinnovabili. Ma questo potrebbe essere solo l’inizio.
  • La politica favorevole dei Governi. In USA l’energia solare ha già ottenuto un impulso politico con il più recente pacchetto di stimoli, estendendo un credito d’imposta sugli investimenti del 26% per due anni. Ma questo potrebbe essere solo l’inizio. I mercati dell’elettricità sono controllati da regolatori come la Federal Energy Regulatory Commission, che stabilisce le regole per le utility regolamentate. Se le politiche vengono modificate per favorire l’eolico o il solare sul carbone, che era uno dei preferiti dell’amministrazione Trump, potrebbe ovviamente essere un vantaggio per l’industria.
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