Energia per l’AI: Nvidia investe nel nuovo nucleare firmato Bill Gates

Il colosso dei semiconduttori finanzia TerraPower, società che sviluppa piccoli reattori modulari. Obiettivo: assicurare energia stabile e decarbonizzata per i data center del futuro. Per ora raccolti fondi per 1,4 miliardi di dollari.
Indice dei contenuti
Operazione effettuata attraverso il venture capital NVentures
Nvidia entra ufficialmente nella corsa al nucleare. Il colosso dei chip ha annunciato un investimento strategico in TerraPower, la società fondata da Bill Gates che punta a rivoluzionare l’energia atomica con reattori compatti, più economici e sicuri. L’operazione è stata effettuata attraverso NVentures, il braccio di venture capital di Nvidia, che ha partecipato all’ultimo round di finanziamento da 650 milioni di dollari, insieme a Gates stesso, ad HD Hyundai e ad altri investitori. In totale, TerraPower ha raccolto finora oltre 1,4 miliardi di dollari.
L’iniziativa conferma l’interesse crescente delle big tech verso il settore nucleare, considerato una soluzione chiave per alimentare i futuri data center dell’intelligenza artificiale in modo sostenibile, senza emissioni di CO2. Dopo gli investimenti di Sam Altman (CEO di OpenAI) in Oklo, di Amazon in X-Energy, e di Google (Alphabet) in Kairos Energy, anche Nvidia si allinea alla tendenza, cercando di assicurarsi fonti energetiche affidabili per alimentare i suoi sistemi AI sempre più affamati di elettricità.
Il Ceo Huang: il nucleare è meraviglioso
Secondo Sid Siddeek, responsabile di NVentures, “con l’AI destinata a trasformare ogni settore, l’energia nucleare diventerà una fonte vitale per supportare queste capacità”. Nvidia, pur non fornendo ulteriori dettagli sull’operazione, aveva già chiarito la propria posizione in merito: il CEO Jensen Huang aveva dichiarato alla Bloomberg Television che “il nucleare è meraviglioso, una delle migliori fonti di energia sostenibile”.
TerraPower non punta a replicare i reattori tradizionali oggi in funzione negli Stati Uniti, ben 94 in totale, tutti di grandi dimensioni, sviluppati con tecnologie degli Anni ’70 e basati su acqua come refrigerante. L’idea di Gates è invece diversa: costruire un reattore “veloce al sodio” da 345 megawatt – circa un terzo della potenza di un impianto convenzionale – capace di immagazzinare l’energia prodotta in sali fusi.
Questa soluzione, secondo TerraPower, ridurrebbe significativamente i costi legati alla sicurezza. I reattori compatti, o SMR (Small Modular Reactors), promettono tempi di costruzione più brevi e costi inferiori. Tuttavia, questa promessa resta ancora tutta da verificare. Nessun SMR è stato costruito finora negli Stati Uniti, e quelli completati in Cina o in Russia sono risultati più costosi del previsto.
Prima centrale prevista per il 2030 in Wyoming
Il percorso per la messa in funzione di un reattore nucleare è tutt’altro che semplice. TerraPower è stata fondata nel 2008, ma non ha ancora ottenuto la licenza per la costruzione del suo primo impianto. Il progetto pilota è previsto in Wyoming, dove l’azienda ha ottenuto un cofinanziamento del Dipartimento dell’Energia statunitense, che coprirà il 50% dei costi. I lavori preliminari sono già iniziati e la società prevede di completare la centrale entro il 2030, con la licenza attesa per il 2026.
L’interesse delle aziende tecnologiche verso il nucleare riflette una tendenza più ampia: assicurarsi la disponibilità energetica necessaria per sostenere le tecnologie emergenti. L’AI, in particolare, richiede enormi quantità di energia per l’addestramento dei modelli e il funzionamento dei data center. Le fonti tradizionali – gas, carbone, idroelettrico – non sono più sufficienti, né sostenibili. Il nucleare, se riuscirà a superare le sfide tecniche, economiche e regolatorie, potrebbe diventare la risposta ideale: pulito, stabile, programmabile.
La Finestra sui Mercati
Tutte le mattine la newsletter con le idee di investimento!
