Eni, analisti positivi sulla ‘strana’ acquisizione di Neptune Energy

Eni ancora al centro dell’attenzione a Piazza Affari dopo le indiscrezioni circa una trattativa preliminare per l’acquisto di Neptune Energy Group, società produttrice di petrolio con sede a Londra.

Oggi le azioni Eni cedono l’1% dopo due ore di contrattazioni, scendendo a 14,07 euro, in un contesto negativo per il settore oil tra quotazioni del petrolio stabili e attese per la prossima riunione dell’Opec+ prevista nel fine settimana.

Eni è penalizzata anche dal downgrade di Hsbc, i cui analisti hanno diminuito la raccomandazione sul titolo da ‘buy’ a ‘hold’, ma alzato il prezzo obiettivo a 15,5 euro dai 14 precedenti.

Le indiscrezioni iniziate a circolare ieri dalla Reuters parlano di una trattativa preliminare per acquisire Neptune Energy Group sulla base di circa 5-6 miliardi di dollari, considerando l’Ebitda dei primi nove mesi del 2022 vicino ai 3 miliardi di dollari.

NE, di proprietà di China Investment, Carlyle Group e Cvc Capital Partners, possiede attività in diversi paesi tra cui Norvegia, Regno Unito, Indonesia e Algeria.

Fonti di stampa, comunque, spiegano che Eni starebbe lavorando con un adviser allo studio di fattibilità, ma ancora non sarebbe stata presa una decisione definitiva.

Molti analisti ritengono l’operazione “una sorpresa”, in quanto Neptune opera nelle attività di upstream e andrebbe contro la tendenza dell'industria, anche se il deal sarebbe finalizzato all’espansione di Eni del proprio business legato al gas naturale, elemento chiave nei suoi piani di crescita.

“Da quando hanno fissato gli obiettivi di decarbonizzazione, le major oil europee sono state più propense a vendere asset upstream tradizionali piuttosto che ad acquistarli per favorire i programmi di buyback o le acquisizioni nel low carbon”, sottolineano da Equita Sim.

Nonostante questo elemento, l’operazione “potrebbe avere più risvolti positivi che negativi” secondo la sim milanese, in quanto “consentirebbe ad Eni di rafforzare la quota gas nell'upstream e che Neptune opera in regioni dove il gruppo italiano è già presente consentendo la realizzazione di sinergie”.

Inoltre, il prezzo è giusto secondo Equita in quanto “sarebbe conveniente e l’equilibrio di bilancio del gruppo resterebbe solido”, pertanto mantengono la raccomandazione ‘buy’ su Eni, con target price a 19 euro.

Di operazione “rara” parlano da Intermonte, “anche se va sottolineato come il suo portafoglio sia al 75% concentrato sul settore gas, il che lo renderebbe attraente in un'ottica di transizione energetica”, alla luce dell’obiettivo fissato dalla stessa Eni “di portare la componente gas al 60% della produzione complessiva di idrocarburi entro il 2030”.

Secondo Banca Akros l'eventuale acquisizione avrebbe un effetto positivo, stimato nel 4%, sugli utili per azione 2022 di Eni e favorirebbe sinergie nelle attività del Nord Europa dove è concentrata la maggior parte della produzione di Neptune.

Infine, l’operazione “sarebbe positiva” per Eni secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo, “con multipli impliciti in linea con il settore”.