Eni continua a rafforzarsi in Libia


Due accordi firmati dall’ad Descalzi confermano l’obiettivo della società italiana di diventare il primo operatore di gas nel paese nordafricano e aggiungere forniture all’Europa.


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Eni si rafforza nel Africa

Completato il trasferimento a QatarEnergy di una quota del 30% nei blocchi esplorativi 4 e 9, al largo delle coste libanesi da parte di Eni e TotalEnergies.

La notizia è stata diffusa nella nota dalla stessa società italiana a seguito della firma a Beirut dell’accordo, avvenuta alla presenza del Primo Ministro del Libano, Najib Mikati, dal Ministro dell’Energia e dell’Acqua del Libano, Walid Fayad, dal Presidente e Amministratore Delegato di QatarEnergy e Ministro di Stato per gli Affari Energetici del Qatar, Saad Sherida Al-Kaabi, dall’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi, e dall’Amministratore Delegato di TotalEnergies, Patrick Pouyanne.

A seguito di questa operazione, la quota di Eni sarà del 35%, quella di QatarEnergy del 30% e TotalEnergies deterrà il restante 35% quale operatore.

L’accordo rientra nell’obiettivo di rafforzamento della cooperazione strategica di Eni con QatarEnergy, partner in Qatar, Oman, Messico, Marocco e Mozambico, e conferma l’interesse esplorativo nel Mediterraneo orientale.

Il primo operatore

L’operazione permette a Eni di essere “il primo operatore internazionale di gas in Libia, con una quota dell’80% della produzione nazionale (1,6 bscfd nel 2022)”, sottolineano da WebSim.

“Ricordiamo che le attività produttive nel paese sono operate attraverso la società mista Mellitah Oil and Gas BV (Eni 50%, NOC 50%)”, mentre nel 2022 la produzione equity Eni è stata pari a 165 mila boed”, aggiungono dalla sim, confermando la raccomandazione ‘interessante’ sul titolo Eni, con target price di 16 euro rispetto agli odierni 14,242 euro (-0,30%).

Gas per la Libia

Il protagonismo di Eni nel Nordafrica emerge anche da un altro accordo firmato in Libia, tra l’ad Descalzi e quello della National Oil Corporation, Farhat Bengdara, e annunciato sabato.

Con questa operazione verrà avviata lo sviluppo delle ‘Strutture A&E’, finalizzato all’aumento della produzione di gas destinato al mercato libico e a garantire l’esportazione di volumi verso l’Europa.

“Strutture A&E è il primo grande progetto ad essere sviluppato nel paese dall’inizio del 2000”, spiega la nota di Eni diffusa ieri” e comprende due giacimenti di gas (‘Struttura A’ e ‘Struttura E’) situati al largo della Libia, la cui produzione è attesa iniziare nel 2026 e raggiungerà un plateau di 750 milioni di piedi cubi di gas standard al giorno.

Dal valore complessivo stimato in 8 miliardi di dollari, avrà un impatto significativo sull’industria e sulla relativa catena di fornitura, fornendo un contributo significativo all’economia libica. “L’accordo consentirà di effettuare importanti investimenti nel settore dell’energia in Libia, contribuendo allo sviluppo e alla creazione di lavoro nel Paese, e rafforzando la posizione di Eni come primo operatore in Libia”, dichiarava Descalzi nella nota.

Equita consiglia buy

Dopo l’accordo in Libia, gli analisti di Equita Sim confermano la raccomandazione ‘buy’ sul titolo Eni, con target price di 19 euro.

Il progetto è il primo di importanti dimensioni “ad essere sviluppato nel paese dall’inizio del 2000”, notano dalla sim, calcolando che presenti un “breakeven di prezzo del gas relativamente basso e giustifica la rischiosità dell’investimento in un paese che ha mostrato una certa instabilità nel corso degli anni”.

Gli investimenti offshore, “comunque risultati più affidabili e meno soggetti a interruzioni produttive” e se “Noc ha dichiarato che il progetto potrebbe fornire un fatturato annuo fino a 13 miliardi di dollari”, concludono da Equita, “a 20 euro/MWh, la nostra ipotesi di prezzo di lungo/termine, calcoliamo un fatturato medio annuo di progetto pari a 1,6 miliardi”.

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