Eni, Fitch conferma i rating
L’agenzia valuta positivamente le attività del gruppo italiano, in particolare l’esposizione in Africa e l’acquisizione di Neptune, e prevede un EBITDA a 15 miliardi nel 2025.
Fitch su Eni
Ancora fiducia da Fitch Ratings su Eni, apprezzandone le attività e la sua esposizione in Africa.
Ieri sera l’agenzia di rating ha confermato il Long-Term Issuer Default Rating e il senior unsecured rating della società italiana ad ‘A-’, mentre l’Outlook sull’Issuer Default Rating (IDR) resta ‘stabile’.
Il giudizio, spiega Fitch in una nota, riflette le “attività integrate di Eni su larga scala e la solida posizione di costo”, a cui si aggiungono “le operazioni di raffinazioni più piccole” e un “maggiore focus sull’Africa” rispetto ai concorrenti nel settore del petrolio e del gas, continente dove vede il 60% della produzione totale del 2022, escludendo joint venture e affiliati.
Un elemento considerato importante dall’agenzia per Eni è l’acquisizione di Neptune dello scorso giugno che ne “rafforza il profilo aziendale” e, sebbene “questi asset contribuiranno a circa il 5% della produzione consolidata di upstream, la produzione elevata di gas si allinea alla strategia di Eni di aumentare la produzione di gas al 60% entro il 2030”, mentre “gli asset si integrano bene con gli obiettivi di produzione a basse emissioni” del gruppo italiano.
Previsioni
Positive le previsioni di Fitch per il periodo 2023-2026 per Eni, nel corso del quale “il contesto favorevole dei prezzi degli idrocarburi” permetterà al gruppo di seguire l’andamento “delle altre major del petrolio e del gas”.
Dal punto di vista finanziario, l’agenzia di rating prevede per la società un EBITDA a 19,9 miliardi di euro per il 2023, per poi scendere a 15 miliardi nel 2025.
Se l’indebitamento dell’EBITDA “rimarrà basso almeno fino al 2026”, i flussi di cassa sono visti restare “al di sopra della media di metà ciclo fino al 2026” a causa del mantenimento degli alti livelli dei prezzi degli idrocarburi viste “le continue riduzioni dell'offerta dell'OPEC+, dei rischi geopolitici elevati e della crescita rallentata della produzione statunitense”.
Mentre Eni prevede di mantenere il rapporto tra indebitamento netto e patrimonio totale (prima dell'adeguamento IFRS 16) tra 0,1x e 0,2x, rispetto a un obiettivo storico di 0,2x e 0,25x (0,13x nel 2022 secondo il calcolo dell'azienda), questo cambiamento potrebbe portare ad un “profilo finanziario più robusto”, secondo l’agenzia.
Tuttavia, “potrebbe comunque esserci una considerevole volatilità nel rapporto di indebitamento netto dell'EBITDA, la metrica di indebitamento preferita da Fitch, anche se l'indebitamento rispetto al patrimonio netto rimane entro le linee guida dell'azienda”, concludono gli analisti.
Mediobanca e Novamont
Ieri, intanto, indiscrezioni dell’agenzia Reuters rivelavano che Eni sarebbe in trattative per la cessione ad alcuni fondi di una quota di minoranza di Novamont e l’accelerazione arriverebbe con un nuovo soggetto interessato.
Sulla vicenda si sono pronunciati anche gli analisti di Mediobanca Research, confermando la raccomandazione neutral su Eni, mentre il titolo scambia intorno la parità a 15 euro per azione, ritenendo un’eventuale conferma delle indiscrezioni come “una notizia piccola ma positiva per l’andamento del titolo in Borsa, grazie alla maggior presenza nel settore bioplastiche a diversificare il portafoglio di attività”.
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