Eni, indiscrezioni su un’importante scoperta di gas in Egitto


La società starebbe per scoprire un giacimento dall’elevato potenziale, confermando il suo ruolo nel paese dove produce già circa il 60% del gas complessivo.


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Continua l’attività di Eni in Egitto e presto potrebbe arrivare la notizia della scoperta di un importante giacimento di gas alle coste del paese.

L’indiscrezione è stata diffusa da Upstream Online, secondo il quale mancherebbero solo poche settimane all’annuncio della scoperta di un giacimento ad elevato potenziale, anche se il sito aggiunge che per ora è troppo presto per avere certezze.

La scoperta riguarderebbe il prospetto esplorativo di Thuraya, situato nel blocco del giacimento di Nargis-1 di Chevron, scoperto a dicembre e atteso contenere 3,5 TCF di risorse di gas.

Il blocco è detenuto dalla Oil Company americana e da Eni, entrambe con il 45%, mentre il 10% risulta nelle mani di Tharwa Petroleum.

Eni si era assicurata l’area solo lo scorso anno, per poi muoversi rapidamente per effettuare la perforazione nel suo blocco Nord East El Arish Offshore, vicino ai confini marittimi tra Egitto, Israele e Palestina.

La view di Equita Sim

“Il prospetto di Thuraya è in prossimità di aree che hanno mostrato rilevanti scoperte gas come Zohr e i giacimenti del Leviatano fra Israele e il Libano”, sottolineano da Equita Sim e ad agosto, Descalzi (CEO) aveva incontrato il Presidente egiziano al-Sisi.

Attualmente, “Eni produce circa il 60% del gas del paese”, oltre ad essere “il principale produttore in Egitto con una produzione di idrocarburi di circa 350 kboed”, aggiungono dalla sim.

La società, inoltre, “è impegnata a supportare l’aumento della produzione di gas attraverso un’ambiziosa campagna di esplorazione e sviluppo che potrebbe permettere di aumentare l’export di gas verso l’Europa, attraverso l’impianto di liquefazione di Damietta”, concludono da Equita, mantenendo la raccomandazione ‘buy’ sul titolo ENI, con target price di 19 euro, rispetto ai 14,13 di questa mattina (+1%).

L’accordo con Snam

Ieri, intanto, Eni ha comunicato il perfezionamento dell’accordo sull’Algeria con Snam annunciato i primi di gennaio scorso.

L’intesa prevede l’acquisto da parte di Snam del 49,9% delle partecipazioni detenute (direttamente e indirettamente) da Eni nelle società che gestiscono i due gruppi di gasdotti internazionali che collegano il paese africano all’Italia, in particolare i gasdotti onshore che si estendono dal confine tra Algeria e Tunisia fino alla costa tunisina (cd. gasdotto TTPC) e i gasdotti offshore che collegano la costa tunisina all’Italia (cd. gasdotto TMPC).

Le partecipazioni sono state destinate da Eni ad una società di nuova costituzione, SeaCorridor, detenuta da Snam al 49,9%, mentre il restante 50,1% rimane nelle mani di Eni, il tutto per un corrispettivo complessivo pagato da Snam circa 405 milioni di euro, prezzo aggiustato rispetto a quello originario (385 milioni) per tener conto di alcuni leakages verificatisi nel corso dell’interim period tra signing e closing e una tickin fee pari al 4% del prezzo pattuito.

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