Eni protagonista con i nuovi aumenti di petrolio e gas
Le azioni Eni aprono in crescita a Piazza Affari, sulla scia del prezzo del greggio arrivato ai massimi degli ultimi sette anni.
La corsa di Eni
Eni tra i migliori del Ftse Mib in questo inizio di settimana insieme alle altre società legate al petrolio. Le azioni della società petrolifera guadagnano l’1,50%, in netta controtendenza rispetto al principale indice di Piazza Affari (sotto la parità), a pochi minuti dall’avvio delle contrattazioni.
I titoli Eni si portano sopra i 12 euro per la prima volta dal febbraio 2020 quando iniziò il crollo dovuto all’avvio della crisi da pandemia, grazie anche al rally del 2021, nel corso del quale sono cresciuti del 76%.
Tra gli altri titoli positivi tra le blue chips del Ftse Mib troviamo le società petrolifere, con Tenaris e Saipem che guadagnano oltre l’1% sulla scia della corsa del prezzo del petrolio.
Petrolio e gas in aumento
Il greggio WTI, infatti, arriva a superare gli 81 dollari, valore più alto degli ultimi sette anni, mentre il Brent è scambiato a 83,80 dollari al barile, dopo il +4,6% della settimana scorsa. Al nuovo rally del petrolio si affianca quello del gas naturale, salito nuovamente a 5,80 dollari (+4%).
La nuova fiammata delle materie prime energetiche ha spinto in alto i prezzi del petrolio, rendendolo più ‘attraente’ come combustibile per la produzione di energia.
Secondo Kelvin Wong, analista di materie prime presso CMC Marktes a Singapore, a fronte di una mancanza di notizie dirette sul greggio, “i movimenti sono guidati da un’aspettativa inflazionista” derivata dal proseguire del recupero economico globale.
Inoltre, la scorsa settimana il Dipartimento dell’Energia USA ha smentito la possibilità di utilizzare le riserve strategiche statunitensi di petrolio, ipotesi ventilata nei giorni scorsi dalla Segretaria di Stato, Jennifer Granholm, sostenendo ancora i prezzi del greggio.
Atteso per il fine settimana il rapporto mensile dell’Opec, con l’attenzione dei mercati che si rivolgerà verso eventuali revisioni sulla domanda di petrolio, “date le aspettative di una spinta della domanda dovuta al passaggio dal gas al petrolio", secondo quanto scrive ING Economics in una nota.
Eni e l’aumento del gas
L’aumento del prezzo del gas potrebbe portare un miliardo di euro in più nelle casse di Eni. I calcoli sono stati effettuati da Equita Sim, secondo la quale l’impennata dei prezzi potrebbe favorire la società a causa della sua posizione di oligopolista nella produzione propria come della fornitura di gas altrui, in particolare sulla russa Gazprom.
Le stime della sim milanese prevedono un margine operativo netto 2021 del gruppo, in crescita tra i 675 milioni e i 1.080 milioni di euro derivanti ai rincari del gas spot, corrispondenti a 50-80 milioni per ogni euro/Mwh di aumento.
Da Nomisma Energia, inoltre, prevedono almeno un miliardo di maggiori profitti derivanti dalla produzione nazionale di gas della società, stimando extraprofitti di almeno 30 centesimi al metro cubo.
Le posizioni degli analisti su Eni
Nel frattempo, da JP Morgan hanno rialzato il target price sulle azioni Eni, portandolo a 16 euro, mantenendo il giudizio ‘Overweight’.
Nei giorni scorsi, Banca Akros confermava il rating ‘buy’ su Eni, con un target price di 12,5 euro. Secondo gli esperti della banca, la IPO delle attività retail gas&power e quelle relative alle rinnovabili annunciata nei giorni scorsi aiuterà il gruppo ad espandere questo business, dando agli investitori una decisa maggiore visibilità sul suo valore.
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Eni S.p.ARepsol, S.A
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