Eni, quotazione Plenitude più probabile nel 2023

Visto il proseguire dell’attuale volatilità sui mercati, indiscrezioni di stampa considerano più probabile per il prossimo anno lo sbarco a Piazza Affari del ramo d’azienda dedicato alle energie rinnovabili, piuttosto che nel corso dell’autunno.

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Obiettivo 2023

Eni non rinuncia alla quotazione di Plenitude, il ramo d’azienda specializzato nelle energie rinnovabili, processo bloccato nei mersi scorsi a causa delle avverse condizioni di mercato.

Secondo indiscrezioni pubblicate da Il Sole 24 Ore, le banche d’affari del consorzio stanno proseguendo il loro lavoro finalizzato allo sbarco in borsa di Plenitude, ma la situazione attuale dei mercati viene considerata ancora troppo volatile, pertanto la finestra temporale più probabile è quella del 2023, piuttosto che il prossimo autunno come ipotizzato in passato.

Inoltre, la società resta alla finestra in attesa delle elezioni politiche, che insieme alla crisi sul mercato del gas, crea una situazione di stallo anche sul versante finanziario, aggiunge il quotidiano finanziario.

Il consorzio impegnato nell’operazione è formato da un folto gruppo di banche d’affari quali Goldman Sachs, Credit Suisse, Mediobanca, Unicredit, Barclays, Bank of America, Bnp Paribas, Deutsche Bank ed Equita.

Occasione in Nigeria

Eni, intanto, prosegue la sua ‘campagna d’Africa’ e potrebbe espandere le sue attività in Nigeria. Il ministro nigeriano del petrolio, Timipre Sylva, ha parlato di “molto interesse da finanziatori privati” relativamente al progetto per il gasdotto Akk che collega il paese con l’Algeria, progetto sul quale il governo prevede di investire oltre 10 miliardi di dollari.

Il progetto, spiegava il ministro, “coinvolge le compagnie nazionali petrolifere di Algeria e Nigeria, ma stiamo riscontrando molto interesse anche da finanziatori privati” ed anche “Eni potrebbe essere coinvolta”.

Acquisizioni in Algeria

Restando in Africa, ieri Eni annunciava l’accordo con BP per l’acquisizione delle sue attività in Algeria, comprese le due concessioni di produzione di gas “In Amenas” e “In Salah”, rispettivamente 45,89% e 33,15% di attività operativa.

Le due attività si trovano nel Sahara meridionale e sono gestite congiuntamente con Sonatrach ed Equinor, mentre la loro produzione di gas e liquidi associati è iniziata rispettivamente nel 2006 e nel 2004.

Lo scorso anno, hanno prodotto circa 11 miliardi d m3 di gas, 12 milioni di barili di condensati e GPL

La view di WebSim

Sulla transazione non è stato diffuso “nessun dettaglio”, evidenziano da WebSim.

“Da un punto di vista strategico, questa acquisizione contribuisce ulteriormente a soddisfare il fabbisogno europeo di gas e rafforza la presenza di Eni in Algeria, uno dei principali produttori di gas e un paese chiave per Eni”, aggiungono dalla sim.

Questa operazione e “i programmi di sviluppo già in corso nel bacino del Berkine”, calcolano gli esperti, porterà “la produzione di Eni in Algeria nel 2023 oltre 120.000 barili di olio equivalente al giorno dagli attuali 85.000”.

Da WebSim, infine, mantengono la raccomandazione ‘interessante’ su Eni, con target price a 16 euro rispetto agli odierni 11,54 euro (-0,50%), titolo presente nel loro portafoglio “long Piazza Affari”.

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