Eni raddoppia la redditività nel 2022 ma non scalda il mercato


La società ha incrementato il suo utile operativo adjusted del 111% durante lo scorso anno, ma i numeri diffusi oggi sono stati soltanto in linea con le previsioni, mentre si attende la presentazione del piano 2023-2026 nel corso della giornata.


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Eni protagonista

Al 31 dicembre scorso è terminato un anno positivo per Eni, caratterizzato da una redditività più che raddoppiata rispetto al 2021 grazie al balzo del prezzo del petrolio, in particolare con il Brent cresciuto del 43% rispetto anno su anno, anche se a Milano il titolo stenta.

I risultati consolidati dell’esercizio e del quarto trimestre 2022 sono stati approvati ieri dal consiglio di amministrazione della società, mentre oggi alle 13 ci sarà la call con gli analisti nel corso della quale verranno comunicati i dettagli della nuova strategia industriale per l’anno in corso e per il futuro.

I numeri del 2022

La major petrolifera italiana ha realizzato un utile operativo adjusted (senza le componenti straordinarie) di gruppo per 20,4 miliardi di euro, raddoppiato (+111%) rispetto al 2021, sostenuto “dall’eccellente andamento dei settori E&P (Exploration & Production), GGP (Global Gas & LNG Portfolio) e del business R&M (refining & Marketing refining & Marketing)”, spiega la nota diffusa questa mattina.

L’utile netto adjusted è stato di 13,3 miliardi, in crescita di 9 miliardi se paragonati con l’anno precedente, in questo caso aiutato dagli “eccellenti risultati della gestione industriale e al notevole contributo delle partecipate valutate con il metodo del patrimonio”.

Aumento del 50% per l’utile netto adjusted nell’ultimo trimestre 2022, pari a 2,5 miliardi di euro, con l’Ebit adjusted di gruppo del periodo a 3,6 miliardi, in flessione di 0,2 miliardi rispetto allo stesso trimestre 2021, per effetto della riclassifica di Azule Energy (attività Eni E&P in Angola) nelle partecipazioni, della minore produzione di idrocarburi e dei proventi one-off 2021 di GGP, in parte compensati dal robusto andamento dell’attività R&M.

Le singole divisioni

Il settore E&P ha visto aumentare il suo Ebit di oltre il 70% a 16,4 miliardi “grazie all’elevato grado di leva operativa rispetto allo scenario delle materie prime”.Il comparto GGP ha realizzato un Ebit di 2,1 miliardi, “provvedendo alla sostituzione di gas russo con gas equity o da paesi ove operiamo ed assicurando la continua ottimizzazione del portafoglio gas e GNL in un contesto di offerta insufficiente, garantendo stabilità e sicurezza degli approvvigionamenti per i clienti e la gestione dei rischi finanziari”.Il R&M ha ottenuto il migliore risultato di sempre con un Ebit di 2,2 miliardi rispetto a un risultato in pareggio nel 2021, grazie alla disponibilità degli impianti e all’ottimizzazione dei prodotti cogliendo le opportunità della ripresa dello scenario di raffinazione.Infine, Plenitude, che raggruppa le attività retail e rinnovabili del gruppo, ha raggiunto gli obiettivi operativi e finanziari del 2022 con un Ebit di 0,34 miliardi e una capacità rinnovabile di 2,2 GW.

Risultati “eccellenti”

Claudio Descalzi, AD di Eni, ha definito “eccellenti” i risultati operativi e finanziari raggiunti, “così come la capacità di garantire in tempi rapidi forniture stabili all’Italia e all’Europa e il progresso nei piani di decarbonizzazione”.

L’anno 2022 ha visto Eni concludere “una serie di accordi e di attività per rimpiazzare in modo definitivo il gas russo entro il 2025, potendo contare sulle nostre solide relazioni con i paesi produttori e sul nostro modello di sviluppo accelerato, che ci consentiranno di incrementare i flussi di gas da Algeria, Egitto, Mozambico, Congo e Qatar”, proseguiva il manager, mentre “l’ultima operazione con la società di stato libica NOC per lo sviluppo del progetto “Strutture A&E” e i recenti successi esplorativi nelle acque di Cipro, Egitto e Norvegia andranno a rafforzare la diversificazione geografica della nostra catena integrata di forniture”.

In un contesto di mercato favorevole”, aggiungeva l’ad, “la forte generazione di cassa organica con un flusso di 20,4 miliardi di euro ci ha permesso di finanziare gli investimenti e la crescita, di ridurre il rapporto di indebitamento al minimo storico di 0,13 e di remunerare gli azionisti con 5,4 miliardi di euro attraverso i dividendi e l’esecuzione di un programma accelerato di riacquisto delle azioni proprie”.

Per il futuro, le priorità strategiche di Eni “restano confermate: continueremo a investire per assicurare la stabilità e regolarità delle forniture per soddisfare il fabbisogno energetico e per decarbonizzare le nostre attività e l’offerta ai clienti, mantenendo la disciplina finanziaria indispensabile per garantire ritorni attrattivi agli azionisti”, concludeva Descalzi.

Calo in borsa e view analisti

A Piazza Affari, intanto, i numeri sul 2022 vengono accolti tra le vendite per Eni, con il titolo che cede oltre il 2% dopo pochi minuti di scambi, scendendo fino a 13,78 euro per azione, in netta controtendenza rispetto al Ftse Mib di oggi (+0,50%).

Gli analisti di Equita Sim sottolineano come i risultati del quarto trimestre siano “in linea con il consenso”, anche se migliori delle loro attese “a livello di utile netto”, e confermano la raccomandazione ‘buy’, con presso obiettivo a 19 euro.

Di risultati “leggermente sotto le attese a livello operativo” parlando da WebSim, “con E&P debole, utile netto meglio, debito in linea”, mantenendo la raccomandazione ‘interessante’ su Eni, con target price a 16 euro e in attesa della presentazione di metà giornata quando il focus sarà sul nuovo piano 2023-2026.

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