Eni, ridotte le forniture di gas russo. Nord Stream 1 a secco

La società ha annunciato la riduzione del flusso odierno a 20 milioni di metri cubi rispetto ad una media di 27 milioni, proprio nel giorno in cui sono iniziati i lavori sul gasdotto Nord Stream 1 che fermeranno la fornitura per tre giorni.

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Ridotto il flusso di gas

Mentre in Ucraina si continua a combattere, la ‘guerra dell’energia’ dichiarata dalla Russia all’Europa prosegue, con il gas sempre più strumento di pressione russa.

Questa mattina Eni ha comunicato una riduzione dei volumi di gas che oggi verranno forniti da Gazprom, il gigante energetico controllato da Mosca: a fronte di una media di consegne giornaliere pari a circa 27 milioni di metri cubi, la società italiana informa la riduzione a 20 milioni del flusso odierno di gas.

Eni, inoltre, si riserva di comunicare nuovi aggiornamenti sulle forniture nel caso in cui ci fossero “significative variazioni” nelle quantità in consegna comunicate da Gazprom.

Lo stop a Nord Stream 1

Dopo il calo di ieri (254 euro al MWh), intanto, il prezzo del gas torna a salire e il contratto Ttf di Amsterdam, riferimento per il metano europeo, sale di oltre il 4%, tornando così a 276 euro al megawattora.

Il nuovo aumento è dovuto allo stop del flusso delle forniture provenienti dalla Russia e dirette in Europa tramite il gasdotto Nord Stream 1, oggi ferme dalle ore 5 italiane.

Il blocco, la cui durata è prevista da Seeburger fino alle ore 3:00 del 3 settembre, è stato ufficialmente motivato con dei lavori di riparazione dell’unica unità di compressione rimasta in funzione presso la stazione di Portovaya, opere da eseguire “ogni 1.000 ore” secondo Gazprom.

La conferma dello stop alle forniture è arrivata anche dai dati di Nord Stream AG, l’operatore di Nord Stream, e dai dati della rete europea di trasporto del gas Entsog.

I dubbi dalla Germania

Come avvenuto in occasioni precedenti, anche in questo caso i lavori di manutenzione vengono considerati come scuse da parte di Mosca, accusata di utilizzare lo stop come arma nel conflitto in corso.

Dalla Germania sono stati sollevati dubbi sulla reale necessità dell’intervento al gasdotto e secondo il capo dell’agenzia di rete tedesca, Klaus Müller, i lavori iniziati oggi sono “tecnicamente incomprensibili”.

Secondo Müller, l'esperienza mostra che la Russia "prende una decisione politica dopo ogni cosiddetta 'manutenzione'”.

Il riferimento è a quanto avvenuto a luglio, quando Gazprom aveva chiuso per dieci giorni i rubinetti del Nord Stream per effettuare un altro intervento di manutenzione: pur trattandosi di un lavoro programmato da tempo, Mosca lo ha usato per aprire una controversia internazionale e puntare il dito contro le sanzioni occidentali.

Dalla Russia, intanto, il governo tedesco viene accusato di fare “tutto il possibile” per distruggere le relazioni energetiche con Mosca, proprio poco dopo l’interruzione di gas, secondo la portavoce del Ministero russo degli Esteri, Maria Zakharova.

La tassa sugli extraprofitti

Questa mattina, intanto, una nota diffusa da Eni ha annunciato la rideterminazione in circa 1,4 miliardi di euro dell’ammontare del contributo straordinario a carico delle imprese del settore energetico deciso dal governo con un decreto.

La società spiegava che l’ammontare è stato deciso alla luce dei chiarimenti forniti dalla circolare dell’Agenzia delle Entrate, dopo il versamento dell’acconto corrispondente al 40% dei circa 550 milioni determinati a fine giugno, mentre oggi Eni ha provveduto al pagamento dell’integrazione di circa 340 milioni di euro relativo alla nuova cifra.

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