Eni, scoperta in Messico valutata fino a 230 milioni di euro dagli analisti
Il gruppo italiano scopre olio e gas in un pozzo esplorativo in Messico dove è presente dal 2006 ed è diventato uno dei principali operatori stranieri.
Eni ancora in calo
L’annuncio di Eni della scoperta in Messico era arrivato ieri in una nota del gruppo a circa mezz’ora dalla chiusura di Piazza Affari, poi accolta positivamente dagli analisti. Meno entusiasmo lo aveva mostrato il mercato: ieri il titolo della società italiana chiudeva con un calo dell’1% e nelle prime due ore di contrattazioni di oggi non riusciva a scuotersi, segnando una flessione, seppur lieve (-0,20%).
Da inizio anno sta perdendo il 7%, ma Gabriel Debach, analista di mercato di eToro, resta fiducioso: tra i titoli che hanno mostrato ritardi quest'anno, “merita particolare attenzione Eni, che, nonostante il calo del primo semestre 2024, presenta prospettive di crescita”. In particolare, “l’acquisizione di Neptune potrebbe generare opportunità significative, con Eni che prevede un tasso di crescita annuale composto del 13% nel cash flow per azione, tra i più alti del suo gruppo di pari”.
La scoperta in Messico
L’annuncio di ieri riguarda la scoperta di olio e gas per circa 300-400 milioni di barili equivalenti (Mboe) effettuata nel pozzo esplorativo Yopaat-1 EXP, perforato nel Blocco 9 a circa 63 km dalla costa, nelle acque medio-profonde della Conca Salina nel Bacino di Sureste, in Messico, dove è presente dal 2006.
Il pozzo, spiega la nota, è stato perforato in una profondità d'acqua di 525 metri e ha raggiunto la profondità di 2.931 metri, rinvenendo circa 200 metri netti di sabbie mineralizzate a olio nelle sequenze del Pliocene e del Miocene, che sono oggetto di una intensa campagna di acquisizione dati. La joint venture del Blocco 9 è composta da Eni, operatore con una quota del 50% e Repsol con il restante 50%.
Questo risultato positivo, insieme alle scoperte nel blocco 7 e nel Blocco 10 effettuate da Eni come operatore, conferma il valore del portafoglio di Eni nel Bacino di Sureste. La stima complessiva di risorse in posto oggi supera 1,3 miliardi di barili equivalenti (Bboe) e permette di avanzare con gli studi verso un potenziale sviluppo di tipo hub tra le varie scoperte e gli ulteriori prospetti presenti nell'area, in sinergia con le infrastrutture presenti.
Eni è tra i principali operatori stranieri nel Paese e possiede diritti minerari in otto blocchi di esplorazione e produzione, di cui sette come operatore, nel Bacino di Sureste nel Golfo del Messico.
Parola agli analisti
Anche se la società non ha fornito numeri circa le dimensioni economiche della scoperta, gli analisti di Equita Sim stimano un valore per Eni derivante dalla scoperta pari a 100-230 milioni di euro (con un rendimento richiesto del 25%, un valore iniziale delle riserve compreso tra 3 e 5 dollari per barile di petrolio equivalente e un tasso di cambio di 1,08).
Dalla sim italiana mantengono la raccomandazione di acquisto con un prezzo obiettivo di 19,50 euro, stesso target price confermato dall’analista di JP Morgan, Matthew Lofting, già in precedenza ‘buy’ sul titolo.
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