Eni scopre maxi giacimento in Costa d’Avorio

Scoperto in Costa d’Avorio un importante giacimento offshore di idrocarburi, considerato il secondo più grande nel Paese dopo quello di Beleine del settembre 2021. A scoprirlo è stata Eni, facendo sapere che “nel pozzo sono stati trovati petrolio leggero, gas e condensati, caratterizzati da valori di permeabilità da buoni ad ottimi”.

Alcune valutazioni indicano risorse potenziali nel pozzo equivalenti ad un valore compreso tra 1 e 1,5 miliardi di barili di olio per il blocco (CI-2025) gestito dalla società italiana in partnership con Petroci Holding.

L’annuncio arrivato ieri sera a mercato chiuso sostiene il titolo Eni a Piazza Affari in apertura di seduta e le azioni della società guadagnano lo 0,80% nella prima mezz’ora di scambi, arrivando a toccare un massimo di 14,80 euro.

A seguito della scoperta, gli esperti di Jefferies confermano la raccomandazione ‘buy’ sul titolo, con prezzo obiettivo di 18 euro.

Dal broker definiscono il ritrovamento “un’altra grande scoperta di olio in Costa d’Avorio” e “sulla base di stime molto preliminari, la valutiamo a 1,5-2,5 miliardi di euro su base unrisked, corrispondente a 0,4-0,8 euro per azione”.

Inoltre, gli esperti ricordano come Eni abbia dimostrato “la sua capacità di sviluppare rapidamente le risorse scoperte nell’area”.

Il ritrovamento è avvenuto a circa 45 chilometri dalla costa, raggiungendo una profondità di 5.000 metri in 2.200 metri di profondità d’acqua.

Eni opera in Costa d’Avorio dal 2015. Oltre al blocco CI-205, Eni partecipa in altri cinque blocchi nelle acque profonde ivoriane: CI-101, CI-401, CI-501, CI-801 e CI- 802, tutti con lo stesso partner Petroci Holding. Il gruppo attualmente ha una produzione equity di circa 22.000 barili di olio equivalente al giorno dal giacimento di Baleine, entrato in produzione nell’agosto 2023.

Baleine è il più grande ritrovamento di idrocarburi effettuato da una compagnia energetica in Costa d’Avorio grazie al quale il Paese “rafforzerà anche il suo ruolo di hub energetico regionale per i Paesi confinanti”, si legge nella nota, in quanto la produzione di gas dal giacimento risulta “strategica poiché consentirà di incrementare l’offerta interna e regionale, mentre quella a olio sarà funzionale a rilanciare l’export”.