Eni sospende la vendita degli asset australiani, e il titolo corre in Borsa


La decisione di Eni determinata da condizioni “non favorevoli”. La notizia ha galvanizzato il titolo con la prospettiva di una maggiore valorizzazione degli asset del gas in Australia in mutate condizioni di mercato. Alle 12 le azioni Eni guadagnano il 2,13%.


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Stop di Eni alla vendita degli asset australiani

La società italiana dell’oil avrebbe sospeso la cessione di asset per circa un miliardo di dollari perché «le condizioni non sarebbero favorevoli alla vendita». Secondo quanto riporta il quotidiano MF, citando due fonti, le valutazioni delle potenziali offerte sarebbero «di molto inferiori» ai prezzi richiesti.

La vendita degli asset australiani del gas, avviata a fine ottobre, era legata alla decisione di Eni di riorganizzare la propria attività per fronteggiare la crisi del Coronavirus con la cessione delle attività non-core e la parallela decisione di riconvertire le attività su asset più sostenibili. Il cane e sei zampe e l’adviser Citi attendevano offerte vincolanti da parte dell’indonesiana Medco Energi Internasional e un consorzio formato dal fondo australiano Macquarie e Neptune Energy, ma la vendita avrebbe generato «interesse limitato». Anche il fondo Morgan Stanley Infrastructure avrebbe dimostrato interesse (senza ulteriori sviluppi, come per gli altri).

Eni gestisce una serie di giacimenti di gas offshore in Australia del Nord, oltre a quote in quattro licenze d'esplorazione. Controlla il progetto Blacktip Gas e quote nel giacimento di gas e condensati Bayu-Undan e nello stabilimento associato Darwin Lng.

Il titolo reagisce bene alla notizia

Questa mattina le azioni della società hanno ripreso quota dopo la decisione di sospendere la cessione degli asset australiani, portandosi a fine mattinata in guadagno del 2,13% scambiate a 8,628 euro. Secondo Equita Sim la notizia avrà «implicazioni solo leggermente negative per il titolo in quanto rallenta leggermente il processo di razionalizzazione del portafoglio. Tuttavia, data la forte ripresa dei prezzi del gas in Asia, riteniamo che il rinvio della dismissione possa permettere di incorporare una maggior valutazione di quegli asset, data la mutata condizione di mercato».

Ieri il titolo aveva beneficiato dell’interesse intorno alle decisioni dell’Opec+, con i guadagni in mattinata interrotti dalla mancata decisione su possibili allentamenti ai tagli di produzione da parte dei Paesi produttori di petrolio (oggi è prevista un altro incontro in remoto). L’incertezza ha pesato sul titolo che è andato a chiudere in flessione dell’1%.

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