Eni, Ubs alza il target price e consiglia buy

Oltre al giudizio del broker, ieri Moody’s aveva alzato il merito di credito della società italiana sulla valutazione di un profilo industriale e finanziario robusto, mentre il gruppo annuncia un’importante mossa in Uruguay che rafforza il suo portafoglio esplorativo.
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Ubs positiva su Eni
Ricco newsflow su Eni tra giudizi positivi di analisti e agenzie di rating. Oggi Joshua Stone di Ubs ha migliorato la raccomandazione sul titolo della società petrolifera da neutral a buy, indicando quindi una maggiore convinzione sul potenziale rialzo del titolo.
Il target price viene alzato da 15,50 a 18 euro, implicando così un potenziale upside significativo rispetto ai livelli di borsa attuali: questa mattina le azioni Eni aprono la seduta in crescita dell’1,60%, salendo a fino a sfiorare i 16 euro.
Nelle sue note sintetiche, Ubs sottolinea che Eni presenta uno dei profili di crescita più interessanti nel settore oil & gas europeo, con una pipeline di progetti e investimenti che supportano l’aumento di produzione e di cassa nei prossimi anni.
La banca guarda positivamente anche alla capacità di generare cash flow e alla politica di buyback e dividendi del gruppo, che rafforzano l’attrattività per gli azionisti.
La promozione di Moody’s
Ieri l'agenzia Moody's ha alzato il merito di credito di Eni ad ‘A3’ da ‘Baa1’, in seguito al miglioramento del rating sovrano dell'Italia.
La decisione riflette la robustezza del profilo industriale e finanziario della società, sostenuta da un portafoglio upstream ampio e diversificato a livello geografico; una comprovata capacità esplorativa con uno dei più alti tassi di sostituzione delle riserve nel settore; una strategia chiara per ridurre l'impronta carbonica; politiche finanziarie prudenti e una liquidità eccellente.
L'outlook passa da positivo a stabile, in linea con quello del Paese, e rimane vincolato al legame con lo Stato italiano, che detiene il 31,8% del capitale. La resilienza operativa di Eni, anche in scenari di prezzi energetici più bassi, sostiene la valutazione, sebbene permangano rischi legati alla volatilità delle materie prime e alla transizione energetica.
Un ulteriore miglioramento del rating sarà possibile solo in caso di nuovo upgrade del debito sovrano italiano e di un mantenimento di solidi indicatori finanziari. Al contrario, un indebolimento del profilo del Paese o della società potrebbe comportare pressioni al ribasso.
L’acquisizione da YPF
Sempre ieri, Eni ha firmato oggi un accordo per l'acquisizione da Yacimientos Petrolíferos Fiscales (YPF), compagnia energetica argentina, di una quota del 50% e del ruolo di operatore nel Blocco esplorativo OFF-5, nell'offshore dell'Uruguay, accordo che entrerà in vigore dopo l'approvazione delle autorità uruguaiane.
Il Blocco OFF-5 si estende su un'area di circa 17 mila km, a profondità d'acqua comprese tra 800 e 4.100 m, a 200 km dalla costa. Attualmente è detenuto e gestito da Miwen (interamente controllata da YPF) ed è al suo primo periodo esplorativo. L'area rientra nella parte inesplorata del Margine Atlantico, con strette analogie geologiche con bacini petroliferi già noti.
OFF-5, sottolinea una nota di Eni, è un blocco altamente promettente che rafforza ulteriormente il portafoglio esplorativo del gruppo italiano, il quale combina un ampio e solido insieme di prospect near-field ed esplorazione sinergica alle facilities esistenti con opportunità diversificate e selezionate ad alto impatto su cui applicare le tecnologie proprietarie di Eni per accelerarne e massimizzarne il valore.
Questo accordo rafforza ulteriormente la collaborazione tra Eni e YPF, che hanno recentemente firmato diversi accordi nell'ambito del progetto integrato upstream-midstream Argentina LNG (ARGLNG). Eni era stata selezionata da YPF come partner strategico per una fase del progetto ARLNG e ora come operatore preferenziale per i progetti esplorativi in Uruguay.
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