Eni, utile netto adjusted in forte rialzo nel primo trimestre


Il risultato positivo della società ha superato le attese degli analisti ed è stato ottenuto nonostante la situazione di incertezza dovuto alla situazione in Ucraina, mentre viene confermata nel 2022 l’IPO della controllata Plenitude.


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Trimestre positivo per Eni

Inizio 2022 col botto per Eni grazie all’aumento dei prezzi delle materie prime. Nei primi tre mesi dell’anno, infatti, la società multinazionale a partecipazione pubblica ha messo a segno una crescita del 300% dell’Ebit adjusted (€5,19 miliardi) rispetto allo stesso periodo del 2021.

Il risultato è stato trainato dai solidi risultati della Exploration & Production (E&P), con un Ebit adjusted di 4,38 miliardi di euro e in crescita di 3 miliardi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Fondamentale, spiega la nota diffusa questa mattina, è risultata la “capacità di catturare il rilevante aumento dei prezzi di realizzo delle produzioni equity (+70% in media)”.

L’utile netto adjusted è salito a 3,27 miliardi, con una crescita di 3 miliardi rispetto al primo trimestre 2021.

Tra gli altri numeri, il flusso di cassa adjusted ante working capital al costo di rimpiazzo al 31 marzo è stato di 5,61 miliardi di euro, con il business core (+186% rispetto al primo trimestre 2021) a sostenere il risultato.

La performance di Eni nel trimestre “ha dimostrato solidità e resilienza in un contesto di estrema volatilità dei prezzi e di incertezza a causa della guerra in corso e delle tensioni internazionali”, commentava l’ad Claudio Descalzi.

Inoltre, continua il manager, “è stato un trimestre di evidenti progressi nell’attuazione della nostra strategia volta a garantire sicurezza e sostenibilità del sistema energetico, mantenendo il nostro forte impegno a una giusta transizione energetica e alla creazione di valore per i nostri stakeholders”.

Rivista la guidance

Alla luce “dell’evoluzione attesa del mercato”, Eni ha deciso di rivedere la guidance 2022 dell’utile operativo adjusted di GGP (Global Gas & Lng Portfolio), aumentandola a 1,2 miliardi di euro rispetto al precedente target di 0,9 miliardi.

La nota della società precisa che il gruppo ha definito le previsioni operative e finanziarie per il 2022 sulla base delle informazioni al momento disponibili, delle stime del management relative a possibili rischi e incertezze associate all’attuale situazione in Ucraina, presupponendo l’assenza di significative interruzioni nei flussi di gas dalla Russia.

Inoltre, viene confermata anche la previsione sulla produzione di idrocarburi di 1,8 milioni di boe/giorno con uno scenario di 80 dollari al barile nel 2022.

La view degli analisti

I dati del primo trimestre 2022 sono stati “molto oltre le nostre stime e il consenso”, sottolineano gli analisti di Intesa Sanpaolo, i quali mantengono una raccomandazione ‘add’ e un prezzo obiettivo a 15 euro sul titolo Eni.

Target price leggermente superiore (16 euro) per WebSim, con raccomandazione ‘interessante’ per il titolo inserito nel loro portafoglio ‘long’ di Piazza Affari.

“Giudichiamo positivamente i risultati del primo trimestre in forte miglioramento e sopra le attese oltre che il rialzo della guidance", spiegano dalla sim.

A Piazza Affari, intanto, il titolo Eni iniziava la seduta in rialzo del 2% toccando quota 13,46 euro, per poi ripiegare leggermente e allineandosi al trend del Ftse Mib (+1%).

Confermata IPO Plenitude

La controllata Plenitude è vista nel 2022 raggiungere un Ebitda di oltre 0,6 miliardi di euro, in linea con la guidance, oltre al raggiungimento di oltre 2 GW di capacità installata da fonti rinnovabili a fine anno (al 100%).

I Capex organici sono previsti a 8 miliardi di euro, anche in questo caso in linea con la guidance originaria di 7,7 miliardi.

“La nostra controllata che integra le energie rinnovabili con il retail gas&power, procede verso la quotazione entro il 2022 subordinata alle condizioni di mercato ed abbiamo annunciato la prossima costituzione di una impresa per la Mobilità Sostenibile che combinerà le nostre bioraffinerie, il nostro network di punti vendita multi-prodotto, multi-servizio e la relativa clientela. Abbiamo completato con successo l'offerta iniziale di sottoscrizione presso il listino londinese delle azioni di NEOA, un veicolo che identificherà opportunità di acquisizioni nei settori della decarbonizzazione e transizione energetica”, spiega Descalzi.

S&P analizza Plenitude

Proprio Plenitude era finita ieri in un report degli analisti S&P Global Ratings, i quali hanno assegnato il rating BBB con outlook stabile, dopo averla definita “pilastro chiave della strategia rinnovabile di Eni”.

La decisione “si traduce in un rialzo di tre tacche" del profilo di credito stand-alone (SACP) "bb", riflettendo l'aspettativa di S&P che l'utility sappia far leva sul proprio vantaggio competitivo iniziale nell'ambito retail e nella produzione di energia rinnovabile, con un rapporto funds from operation (FFO) to debt di circa il 25% dal 2022-2024.

Secondo quanto sottolineato dall’agenzia, il suo business si concentra principalmente sulle operazioni al retail che rappresentano circa l’85% dei 600 milioni di euro di Ebitda previsti per il 2022, mentre in Europa ha raggiunto i 10 milioni di clienti, la maggior parte in Italia (7,8 milioni), dove rappresenta il primo fornitore di gas e il secondo di energia elettrica.

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