Eni, utile ridotto nel trimestre a causa del calo dei prezzi dell’energia

Utile in calo per Eni nel primo trimestre 2023, fondamentalmente a causa del calo dei prezzi di petrolio e gas, cresciuti lo scorso anno a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Nel dettaglio, i primi tre mesi dell’anno hanno visto Eni chiudere con un utile netto di 2,388 miliardi di euro, con un calo del 33% rispetto ai 3,583 miliardi dello stesso periodo del 2022.

In discesa (-11%) anche l’utile netto adjusted, a 2,9 miliardi, anche se superiore alle stime degli analisti di 2,31 miliardi, a causa delle minori quotazioni degli idrocarburi e dell’imposta sui profitti del settore energetico deciso in Gran Bretagna, anche se sono stati attenuati dal robusto andamento industriale dei suoi business.

Per quanto riguarda l’utile ante imposte adjusted, i 5 miliardi raggiunti evidenziano una marginale riduzione rispetto allo stesso periodo del 2022, nonostante la significativa contrazione dei prezzi delle materie prime energetiche.

Migliora, invece, la situazione se paragonata al quarto trimestre 2022, con un aumento del 30% dell’Ebit adjusted e del 14% dell’utile ante imposte adjusted, “nonostante l’indebolimento dello scenario E&P”, settore, quest’ultimo, caratterizzato da un Ebit adjusted di 2,8 miliardi, principalmente influenzato dai minori prezzi di realizzo e dal deconsolidamento delle attività angolane.

“Eni ha conseguito eccellenti risultati operativi e finanziari nonostante l’indebolimento dello scenario, grazie alla solidità del settore E&P che evidenzia il recupero della produzione d’idrocarburi, e al risultato di assoluto rilievo del settore Gas/LNG”, sottolinea nella nota l’ad Claudio Descalzi.

“Sulla base di tali risultati, confermiamo le previsioni 2023, e grazie alla solida posizione finanziaria e alle nostre flessibilità operative” aggiunge Descalzi.

Per quanto riguarda il dividendo 2023, Eni conferma il piano già annunciato che prevede la distribuzione di 0,94 euro per azione, oltre all’avvio del programma di buyback da 2,2 miliardi di euro.

La guidance 2023 risulta “leggermente abbassata”, sottolineano da WebSim Intermonte, con un Ebit 2023 indicato a 12 miliardi di euro dai precedenti 13 miliardi, “per via di assunzioni più conservative su prezzi del gas e cambio euro/dollaro più forte”.

In attesa della conference call delle 14 di oggi, i risultati diffusi oggi restano “sopra le attese, grazie principalmente alla divisione GGP”, aggiungono da Intermonte, mantenendo la raccomandazione ‘neutrale’ sul titolo Eni e un target price di 15 euro.

Della stessa opinione gli esperti di Equita Sim, i quali confermano la raccomandazione ‘buy’ su Eni, con un prezzo obiettivo di 19,5 euro rispetto ai 13,522 euro di questa mattina (+0,50%).

Il primo trimestre della società “è stato nettamente superiore alle attese” con “il nuovo set informativo che ha implicazioni solo marginalmente positive per il titolo”, spiegano dalla sim, ritenendo che, seppur in presenza del peggioramento delle previsioni sul 2023, questo è dovuto “prevalentemente per le modifiche di scenario con un cambio di ipotesi sui cambi e sul prezzo del gas” ma “l’outlook sul cash flow resta migliore delle nostre stime”, mentre “la qualità degli utili è buona in quanto la generazione di cassa è scesa meno del calo degli utili”.