ETF attivi, crescita record in Europa con obiettivo $1.000 mld di AUM entro il 2030

08/09/2025 12:30
ETF attivi, crescita record in Europa con obiettivo $1.000 mld di AUM entro il 2030

Il mercato europeo degli ETF attivi accelera: gli asset hanno superato i 70 miliardi di dollari di asset in gestione e una parte significativa dei professionisti ritiene possibile un traguardo da 1.000 miliardi entro il 2030. Nella prima metà del 2025, metà dei nuovi ETF lanciati sono attivi, segnale di un cambio strutturale nelle preferenze degli investitori. In Europa, i prodotti “core” vengono sempre più adottati come sostituti delle esposizioni passive, mentre gli attivi “ad alta convinzione” emergono come alternative ai fondi comuni tradizionali.

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Un mercato in rapida ascesa

Il mercato europeo degli ETF attivi è più che raddoppiato dall’inizio del 2024, superando i 70 miliardi di dollari di AUM (Asset Under Management). Lo rivela una ricerca commissionata da Janus Henderson, secondo cui una parte significativa degli investitori professionali prevede che questo segmento raggiungerà 1.000 miliardi di dollari entro il 2030, e il 42% degli intervistati indica esplicitamente questa traiettoria.

Gli investitori coinvolti gestiscono complessivamente 800 miliardi di dollari di asset, dettaglio che conferisce peso statistico alle aspettative delineate da Janus Henderson.

Quanto velocemente può crescere

Per Janus Henderson, nonostante la forte espansione, gli ETF attivi rappresentano ancora solo il 2,7% del mercato europeo degli ETF. Tuttavia, il 74% degli investitori professionali si attende che questa quota raggiunga il 5% entro la fine del prossimo anno, a conferma di un’adozione in accelerazione.

Sul piano globale, i dati citati da Janus Henderson richiamano ETFGI: nella prima metà del 2025 la metà di tutti gli ETF lanciati era attiva, e quasi il 60% degli intervistati prevede che la maggior parte dei nuovi ETF nel 2026 sarà attiva. Un cambio di passo che Janus Henderson interpreta come segnale di maturazione dell’offerta e della domanda.

Cambiano le preferenze

L’adozione europea è stata trainata dagli ETF attivi “core”, caratterizzati da basso tracking error rispetto al benchmark e da strategie research-enhanced. Il 72% degli investitori interpellati da Janus Henderson considera questi strumenti come sostituti delle esposizioni passive indicizzate già in portafoglio, segno che l’efficienza della struttura ETF sta convergendo con l’attività gestionale.

Diverso il ritmo per gli ETF attivi “ad alta convinzione”, costruiti su ricerca fondamentale e portafogli più concentrati: l’adozione è stata finora più lenta, ma il 66% degli intervistati li vede come potenziali sostituti dei fondi comuni tradizionali, evidenzia Janus Henderson.

Dove si concentra l’esposizione

I risultati dell’indagine riportati da Janus Henderson indicano che l’80% degli intervistati ha un’esposizione al reddito fisso tramite ETF attivi, mentre il 58% utilizza ETF azionari attivi. L’attenzione agli strumenti alternativi (55%) suggerisce apertura a percorsi innovativi per la diversificazione.

L’importanza del reddito fisso segnala propensione alla stabilità e al flusso cedolare, mentre l’incremento dell’uso di soluzioni alternative potrebbe orientare l’evoluzione dell’offerta di ETF attivi, osserva Janus Henderson.

Efficienza degli ETF e il valore della gestione attiva

Nel segmento ETF, l’innovazione più dinamica si concentra oggi sull’attivo. Per Janus Henderson, sfruttarne il potenziale richiede prodotti mirati alle esigenze reali degli investitori. Una gamma ben progettata di ETF attivi basati su insight, capace di offrire esposizioni “core” e “ad alta convinzione”, può unire il meglio della gestione attiva con l’efficienza e la liquidità tipiche della struttura ETF.

In questa prospettiva, Janus Henderson intravede il ruolo crescente degli ETF attivi nei portafogli moderni, a supporto di strategie più flessibili e robuste nel prossimo anno.

Allocazioni in aumento nei prossimi 12 mesi

Alla domanda su come cambieranno le allocazioni verso gli ETF attivi nei prossimi dodici mesi, la stragrande maggioranza (96%) degli investitori prevede un incremento compreso tra il 25% e il 75%, secondo l’indagine commissionata da Janus Henderson. La tendenza riflette maggiore fiducia nelle strategie a gestione attiva, che puntano a navigare contesti complessi e a ottenere rendimenti aggiustati per il rischio superiori.

Come sottolinea Federico Pons, Country Head per l’Italia di Janus Henderson: “La metà degli investitori professionali prevede che entro il prossimo anno il 10% della propria allocazione in ETF sarà destinata a strategie attive. Si tratta di un cambiamento radicale per l'intero settore, che potrebbe apportare notevoli vantaggi agli investitori in termini di efficienza e liquidità”.

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