ETF Ethereum, boom di afflussi e svolta istituzionale

23/07/2025 08:45
ETF Ethereum, boom di afflussi e svolta istituzionale

A dodici mesi dall’approvazione degli ETF spot su Ethereum, il secondo criptoasset per capitalizzazione vive un nuovo momento d’oro. La svolta normativa e l’adozione istituzionale cambiano il volto del mercato, mentre si avvicina il decimo anniversario della blockchain. Dai flussi record alla questione staking, passando per le riserve strategiche, ecco come Ethereum sta ridefinendo la propria posizione nel mondo della finanza.

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Nuova maturità per gli ETF su Ethereum

È passato un anno dal 23 luglio 2024, giorno in cui la SEC statunitense ha approvato i primi ETF spot su Ethereum. Inizialmente accolti con freddezza e penalizzati dal confronto con l’esplosivo debutto degli ETF su Bitcoin, questi strumenti hanno conosciuto un’evoluzione radicale. Come spiega Gabriel Debach, market analyst di eToro, la narrativa attorno a Ethereum ha acquisito una dimensione più istituzionale, sostenuta da una maggiore chiarezza normativa e da un ritrovato dinamismo del mercato.

I numeri parlano chiaro. Negli ultimi giorni, si legge nel report, gli ETF su Ethereum hanno registrato afflussi da record, superando i 2 miliardi di dollari in una sola settimana. In particolare, l’iShares Ethereum Trust ha raggiunto i 9,7 miliardi di dollari in asset under management (AUM), superando la somma degli altri otto principali ETF sullo stesso asset.

Anche i rendimenti mensili sono stati impressionanti, con una crescita superiore al 50% su tutti i principali prodotti. Sebbene i fondi su Bitcoin mantengano una netta predominanza in termini di masse (146 miliardi contro i 19 miliardi dei fondi su Ethereum), secondo Debach il gap si sta lentamente assottigliando, ridefinendo le dinamiche competitive tra le due criptovalute di riferimento.

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Una dinamica esplosiva a partire da questo mese

La svolta è arrivata con l’inizio di luglio 2025. Nei primi venti giorni del mese, l’ETF Ethereum di iShares (ETHA) ha attratto oltre 2,4 miliardi di dollari in nuovi capitali, con una media giornaliera superiore ai 150 milioni e picchi oltre i 530 milioni. Si tratta di dati impressionanti, sottolinea Debach, se confrontati con la media degli ultimi dodici mesi, che si aggirava attorno ai 24 milioni al giorno.

La crescita dell’AUM è stata altrettanto evidente: in meno di un mese, ETHA è passato da 6 a quasi 10 miliardi di dollari, diventando il principale ETF su Ethereum per dimensioni e velocità di raccolta. Secondo quanto riportato da iShares nella sua nota mensile, si tratta di un’accelerazione senza precedenti per prodotti regolamentati legati a Ethereum.

Nei primi sei mesi del 2025 i flussi erano rimasti altalenanti, segnale di un mercato ancora cauto. A luglio invece, come spiega Debach, la curva di raccolta ha assunto un profilo parabolico, lasciando intuire un cambio strutturale nei portafogli istituzionali.

Secondo eToro, uno dei catalizzatori principali è stato l’approvazione del GENIUS Act da parte della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. Questa nuova legge federale sulle stablecoin ha segnato un punto di svolta normativo, colmando un vuoto che per anni aveva frenato l’ingresso degli investitori istituzionali. Ethereum, che ospita oltre 130 miliardi di dollari in stablecoin secondo i dati di DefiLlama, è la principale infrastruttura per stablecoin, tokenizzazione e DeFi. La nuova cornice normativa ha ridotto il rischio percepito e creato nuovi spazi di allocazione.

Il limite dello staking e il confronto con Bitcoin

Nonostante i recenti successi, resta un nodo irrisolto: gli ETF spot su Ethereum non includono lo staking, cioè la possibilità per gli investitori di guadagnare un rendimento partecipando alla sicurezza della rete. Questo meccanismo, si legge nel report, è una componente fondamentale dell’ecosistema Ethereum, in quanto genera cash flow in modo nativo, ma è ancora escluso dagli ETF regolamentati per motivi normativi.

Nasdaq, per conto di BlackRock, ha già inoltrato alla SEC una richiesta per includere lo staking negli ETF Ethereum. Qualora venisse approvata, spiega Debach, questa modifica trasformerebbe lo strumento da esposizione passiva a veicolo ibrido, capace di unire rivalutazione del capitale e ritorno periodico.

Oggi, però, gli ETF su Ethereum replicano solo metà del valore reale della rete, al contrario degli ETF su Bitcoin, che hanno raggiunto una piena maturità strutturale. Secondo eToro, la mancanza dello staking penalizza l’adozione da parte degli investitori che cercano asset produttivi, con flussi costanti, e non solo asset a vocazione speculativa.

Come ha rilevato ancora una volta BlackRock nel suo rapporto trimestrale, Ethereum ha ancora una strada normativa da completare, ma il potenziale per colmare il divario con Bitcoin esiste e si fa sempre più concreto.

Riserve aziendali e funzione strategica

Accanto agli ETF, prende corpo un’altra dinamica rilevante: l’ingresso di Ethereum nelle tesorerie aziendali. A guidare questo fenomeno è l’iniziativa Strategic ETH Reserve (SER), un progetto nato per aggregare riserve strategiche di ETH da parte di aziende, fondi, DAO e perfino istituzioni pubbliche.

Al 20 luglio 2025, si legge nel report, il SER aveva accumulato oltre 6,6 miliardi di dollari in ETH, pari a quasi l’1,5% dell’offerta circolante, coinvolgendo oltre 50 entità, tra cui la Ethereum Foundation, SharpLink Gaming, BitMine Immersion e Gnosis DAO, oltre ad alcuni soggetti governativi.

Gli obiettivi del progetto sono molteplici: stabilizzare il mercato, ridurre la volatilità, sostenere l’ecosistema e affermare Ethereum come asset di riserva digitale. Come puntualizza Debah, è un esperimento che unisce politica industriale decentralizzata e gestione patrimoniale collettiva, e che rispecchia l’evoluzione della percezione strategica dell’asset.

Secondo i dati aggiornati della piattaforma StrategicETHReserve.xyz, sono 58 le entità che oggi detengono ETH in modo strutturale. Tuttavia, la concentrazione è significativa: SharpLink Gaming e BitMine Immersion detengono da sole oltre 660.000 ETH, pari a più di 2,4 miliardi di dollari. La Ethereum Foundation è il terzo detentore con 238.500 ETH. SharpLink, in particolare, ha aumentato le sue riserve del 104% negli ultimi 30 giorni, mentre BitMine punta ad arrivare al 5% dell’offerta totale di ETH, anche attraverso lo staking.

Si tratta, spiega Debach, ancora di numeri marginali rispetto al mercato complessivo, ma che segnalano un cambiamento di mentalità: Ethereum non è più visto solo come asset speculativo, bensì come infrastruttura strategica per il futuro della finanza.

Ethereum tra analisi tecnica e anniversario storico

Sul piano tecnico, analizza Debach, Ethereum si trova in una fase di consolidamento avanzato. Pur non avendo ancora toccato nuovi massimi storici (gli ultimi risalgono al 2021) il superamento della resistenza tecnica dei 3.300 dollari e la spinta fino ai 3.700, con volumi in aumento, segnalano un rinnovato interesse sul mercato spot. Il rally mensile, pari a un +47% da inizio luglio, si inserisce in una narrativa macro più favorevole, sebbene ancora lontana da una vera inversione strutturale.

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Tradizionalmente, spiega EToro, i mesi estivi rappresentano un periodo debole per Ethereum, con giugno, luglio e agosto che storicamente registrano la più bassa percentuale di chiusure positive mensili. Tuttavia, l’attuale resilienza potrebbe indicare che il mercato sta riconoscendo un nuovo profilo all’asset, meno legato a cicli speculativi e più integrato nei flussi istituzionali.

Tutto questo avviene a pochi giorni dal decimo anniversario del Genesis Block di Ethereum, datato 30 luglio. In questi dieci anni, la rete ha attraversato hard fork, crisi di scalabilità, mutazioni nel consenso e bolle speculative. Secondo Debach, Ethereum non è mai stato un protocollo “completo”, ma proprio questa sua incompiutezza lo rende adattabile e resiliente. La sua capacità di trasformarsi è ciò che gli ha consentito di rimanere centrale anche nei momenti più difficili del mercato.

La vera sfida per Ethereum, oggi, è evolversi da piattaforma sperimentale a infrastruttura finanziaria stabile. Non sarà un percorso lineare, ma i primi segnali di questa transizione sono ormai evidenti.

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