ETF: Europa in pole position spinge i flussi di maggio 2025

Secondo l’analisi mensile di Amundi ETF, nel mese di maggio le azioni europee e globali hanno rappresentato il 70% dei flussi azionari complessivi. Il debito societario investment grade è tornato sotto i riflettori. Tra i settori, quello industriale ha registrato buone performance, trainato in particolare dagli impegni di spesa dell'Europa per la difesa.
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Europa protagonista nel comparto azionario
Nel mese di maggio 2025, gli investitori globali hanno destinato 120,8 miliardi di euro al mercato degli ETF, con un forte orientamento verso l’azionario, che ha attirato 70,2 miliardi di euro, contro i 40 miliardi di euro del reddito fisso. In questo contesto, gli ETF UCITS domiciliati in Europa hanno registrato flussi in entrata pari a 27 miliardi di euro, confermando un crescente appetito per le strategie basate sull’azionario europeo.
Amundi ETF rileva come la predilezione per le azioni europee sia proseguita con decisione, registrando una raccolta mensile di 4,8 miliardi di euro. A sorpresa, gli indici All-country sono risultati la seconda categoria più popolare con 4,5 miliardi di euro, superando le strategie tradizionalmente dominanti legate ai paesi sviluppati globali. Questo comportamento segnala un bisogno di maggiore diversificazione da parte degli investitori, nonostante le consuete riserve sui mercati emergenti.
Anche le azioni statunitensi, dopo mesi di deflussi, hanno invertito la rotta grazie a un rinnovato interesse post-Liberation Day, attirando 2,3 miliardi di euro. Il settore industriale ha beneficiato di 1,2 miliardi di euro in entrata, spinto dagli investimenti europei in difesa e infrastrutture, mentre il comparto tecnologico ha raccolto 500 milioni di euro, grazie a valutazioni più favorevoli.
Azionario ESG e smart beta: luci e ombre nella transizione
Gli ETF UCITS azionari ESG hanno mostrato segnali di ripresa, con 1,9 miliardi di euro raccolti a maggio. Tuttavia, questa cifra rappresenta solo il 10% delle allocazioni azionarie complessive, segno che l’orientamento ESG fatica ancora ad affermarsi su larga scala. Gli indici ESG dei mercati emergenti hanno attirato 1 miliardo di euro, mentre quelli del mondo sviluppato e gli indici All-country si sono attestati rispettivamente su 800 milioni e 700 milioni di euro. Gli Stati Uniti, invece, hanno subito deflussi per 400 milioni di euro, confermando un movimento di capitale in uscita da questa regione.
Nel segmento smart beta, il quadro è più frammentato. Le strategie income hanno attratto 900 milioni di euro, mentre quelle equally-weighted hanno subito disinvestimenti per circa 1 miliardo di euro. Secondo l’analisi di Amundi ETF, questa divergenza riflette le scelte tattiche degli investitori alla ricerca di rendimenti stabili in uno scenario ancora segnato dall’incertezza.
Obbligazionario in crescita: torna l’interesse per l’investment grade
Il reddito fisso ha vissuto un mese particolarmente positivo, con 8,3 miliardi di euro affluiti negli ETF UCITS, quadruplicando il risultato di aprile. A guidare la crescita è stato il debito pubblico, che ha raccolto 3,9 miliardi di euro, mentre le obbligazioni societarie investment grade hanno invertito la rotta rispetto al mese precedente, attirando 2,4 miliardi di euro.
Tra le strategie obbligazionarie, quelle multi-valuta sono state le più gettonate, con 2,4 miliardi di euro, seguite da quelle denominate in euro con 900 milioni e in dollari USA con 500 milioni. Questa tendenza mostra un chiaro orientamento verso l’Europa, che si conferma preferita rispetto al mercato statunitense.
Le scelte in termini di duration hanno evidenziato una riduzione della polarizzazione: le strategie all maturities hanno ricevuto 2,8 miliardi di euro, mentre all’interno dell’area euro sono stati allocati 500 milioni sulle obbligazioni a lungo termine e 300 milioni su quelle a breve. Al contrario, gli investitori hanno disinvestito 700 milioni di euro dai bond statunitensi a lunga scadenza, rafforzando la rotazione geografica in corso.
Bond ESG e materie prime: segnali di stabilità
Anche il reddito fisso a matrice ESG ha beneficiato della fiducia degli investitori, raccogliendo 2,4 miliardi di euro. Di questi, 1,5 miliardi di euro sono confluiti nel debito societario investment grade e 700 milioni di euro nell’high yield. Il comparto ESG ha dunque rappresentato quasi il 30% delle allocazioni totali nel reddito fisso, consolidando un ruolo sempre più centrale nei portafogli.
Sul fronte materie prime, la stabilità ha dominato la scena. A maggio, i flussi verso gli ETC sull’oro sono rimasti invariati, segno di un atteggiamento cauto da parte degli investitori in un contesto ancora caratterizzato da incertezza macroeconomica.
Secondo il report mensile redatto da Amundi ETF, i flussi di maggio offrono indicazioni chiare sulla crescente attenzione verso l’Europa e sul ritorno di interesse per asset obbligazionari di qualità. La preferenza per la diversificazione, la ricerca di stabilità e la gestione attenta del rischio continuano a guidare le scelte tattiche degli investitori nel mercato globale degli ETF.
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