ETF, investimenti alternativi e tematici le nuove priorità dei wealth manager europei

Gli ETF continuano a consolidarsi come strumento privilegiato di allocazione, mentre cresce l’interesse per investimenti alternativi e tematici. Tecnologia e intelligenza artificiale si confermano driver fondamentali, ma il quadro resta complesso, tra sfide normative, costi sotto pressione e volatilità di mercato.
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ETF sempre più centrali nelle strategie di portafoglio
La nuova EMEA Wealth Manager Survey di State Street Investment Management rileva come l’88% dei wealth manager preveda di utilizzare più frequentemente ETF nei portafogli dei clienti, superando nettamente fondi comuni (37%) e SMA (4%). Il principale vantaggio è l’efficienza dei costi, indicata dal 59% degli intervistati, insieme a trasparenza, liquidità e bid-ask spread ridotti. L’uso degli ETF non si limita più a strumenti standard: il 9% dei wealth manager sta valutando collaborazioni con provider per sviluppare gamme di ETF a marchio proprio, a dimostrazione di una crescente domanda di soluzioni personalizzate e scalabili.
Parallelamente, si consolida l’ascesa della gestione attiva. Se circa la metà dei wealth manager (47%) intende mantenere invariata la ripartizione tra attivo e indicizzato, quasi l’85% di chi già utilizza ETF attivi prevede di incrementarne ulteriormente l’allocazione. L’obbligazionario resta un terreno chiave per la gestione attiva, con una crescente fiducia nella capacità di generare valore in contesti di tassi variabili.
L’avanzata degli alternativi e le sfide della liquidità
Il sondaggio di State Street mette in luce un’attenzione crescente per gli investimenti alternativi. Nei prossimi tre-cinque anni, il 53% dei wealth manager prevede di aumentare l’allocazione al private equity e il 42% al private credit. Tuttavia, la liquidità rimane il principale ostacolo, citato dal 68% degli intervistati, seguita da alti costi e requisiti minimi di investimento.
La spinta verso mercati privati e real asset è destinata a crescere, grazie anche a nuovi prodotti che rendono queste asset class più accessibili. L’integrazione degli alternativi nei portafogli non è più una questione di opportunità, ma di tempistica e modalità operative. In parallelo, il tema della resilienza emerge come prioritario: i wealth manager cercano soluzioni che bilancino rendimento e stabilità, senza compromettere la gestione dei rischi di liquidità.
Tecnologia e intelligenza artificiale come driver di crescita
La survey evidenzia come oltre il 70% dei wealth manager sia focalizzato su temi legati a tecnologia e intelligenza artificiale, mentre il 38% cita aerospazio e difesa come aree di crescente interesse. La trasformazione non riguarda solo gli strumenti di investimento, ma anche i processi operativi: il 57% degli intervistati considera la gestione di portafoglio basata su AI come il progresso più rilevante, seguita da onboarding digitale e servizi al cliente (49%).
La tecnologia sta quindi ridefinendo il settore in profondità, trasformando sia le logiche di costruzione dei portafogli sia il rapporto con la clientela. Secondo Matteo Andreetto, Head of Intermediary Clients Coverage per l’Europa di State Street, la parola chiave per il futuro sarà flessibilità: i wealth manager devono coniugare efficienza, innovazione e resilienza in un contesto in rapida evoluzione.
Le sfide da affrontare e le richieste al settore
Nonostante le opportunità, restano numerosi ostacoli. La disruption tecnologica è la principale fonte di preoccupazione (27%), seguita da pressioni sui costi (22%), compliance normativa (17%) e incertezza dei mercati (11%). In questo quadro, i wealth manager chiedono maggiore innovazione di prodotto, in particolare ETF attivi, smart beta e tematici, oltre a un accesso più ampio a mercati privati e soluzioni alternative beta.
Cresce inoltre la richiesta di ricerca e formazione, con focus su insight di mercato tempestivi, dati sui flussi e indicazioni tattiche di asset allocation. Sul piano operativo, gli operatori auspicano una migliore liquidità degli ETF su mercati come SIX, la disponibilità di share class di fondi comuni in formato ETF e una più semplice integrazione nei prodotti contenitori e nei portafogli modello.
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