ETF: nel 2026 focus su difesa UE e Asia, oro e gestione attiva

Il mercato degli ETF si appresta ad entrare nel 2026 con una mappa sempre più chiara dei temi che stanno orientando i flussi degli investitori. Dopo un 2025 di forte espansione, alcuni segmenti emergono come strutturalmente centrali: la difesa, non più solo europea, l’oro come pilastro difensivo e la crescita accelerata degli ETF a gestione attiva, in un contesto che resta dominato da volatilità e tensioni geopolitiche ancora irrisolte.
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La difesa come tema strutturale di lungo periodo
Nel corso del 2025, la difesa europea si è affermata come uno dei temi di investimento più rilevanti nel panorama degli ETF. Secondo Tom Bailey, Head of Research di HANetf, i prodotti dedicati al settore hanno attratto circa 5 miliardi di dollari di nuovi flussi, un risultato significativo se si considera che l’anno si era aperto senza alcun ETF con un’esposizione esplicita alla difesa europea.
Il trend riflette una presa di coscienza crescente da parte degli investitori sul fatto che l’Europa debba rafforzare in modo strutturale la propria spesa militare, alla luce delle persistenti tensioni geopolitiche e di un contesto di sicurezza profondamente mutato. Guardando al 2026, l’aspettativa è che l’interesse rimanga elevato, sostenuto da programmi di spesa pluriennali e da una maggiore visibilità politica sul tema, come sottolineato da Bailey.
Dal focus europeo alla difesa dell’Indo-Pacifico
Il tema della difesa non si esaurisce nei confini europei. Secondo l’analisi di HANetf, il 2026 potrebbe segnare un ampliamento dell’attenzione degli investitori verso una dimensione realmente globale del riarmo. Bailey osserva come le pressioni esercitate dagli Stati Uniti sull’Europa per aumentare i budget militari stiano ora interessando anche numerosi Paesi asiatici. Nell’area dell’Indo-Pacifico, in particolare, la spesa per la difesa è in crescita significativa, ma il tema resta ancora sottorappresentato nei portafogli. In Europa, ad oggi, esiste un solo ETF focalizzato sulla difesa dell’Indo-Pacifico, con circa 8 milioni di dollari di asset in gestione, un dato che evidenzia quanto il segmento sia ancora poco esplorato.
Secondo HANetf, l’interesse è destinato ad aumentare progressivamente man mano che i Paesi dell’area continueranno a rafforzare i propri investimenti militari, rendendo il tema sempre più visibile anche agli occhi degli investitori globali.
Il ritorno dell’oro come asset strategico
Accanto alla difesa, il 2025 ha segnato anche un deciso ritorno di interesse per l’oro. Dopo i deflussi registrati nel 2024, gli ETC legati al metallo prezioso hanno attirato circa 6 miliardi di dollari di nuovi flussi, beneficiando di un forte rialzo delle quotazioni. Secondo Bailey, i fattori che sostengono la domanda restano invariati e strutturali: instabilità geopolitica, incertezza macroeconomica, acquisti delle banche centrali e processi di de-dollarizzazione.
Non emergono segnali che indichino un indebolimento di questi driver nel 2026, motivo per cui l’oro continua a essere visto come un pilastro difensivo all’interno delle allocazioni, soprattutto in una fase in cui i mercati restano sensibili a shock improvvisi e cambiamenti di scenario.
ETF attivi, una crescita che cambia la percezione
Oltre ai singoli temi di investimento, un altro trend destinato a proseguire nel 2026 riguarda l’espansione delle strategie attive all’interno del mondo ETF. In Europa, ricorda Bailey, gli ETF attivi avevano iniziato il 2025 con circa 50 miliardi di dollari di asset in gestione, dopo una crescita del 68% nel 2024. Nel corso dell’anno hanno quasi raggiunto 90 miliardi di dollari, segnando un incremento del 77% da inizio anno. Il dato conferma come sempre più investitori stiano superando l’idea che l’ETF sia sinonimo esclusivo di replica passiva.
Il veicolo ETF viene ormai riconosciuto come una struttura efficiente anche per strategie gestite attivamente, in grado di combinare flessibilità, trasparenza e controllo dei costi, elementi che nel 2026 continueranno a guidarne l’adozione su scala crescente.
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