L'EUR/USD riflette la resilienza dell'economia americana con il PIL USA che supera le aspettative mentre l’Eurozona lotta con una recessione evidenziata da dati negativi

FED e BCE mantengono i tassi invariati ed entrambe con una visione ‘data driven’. Mentre gli ultimi dati PMI degli Stati Uniti hanno superato nettamente le aspettative sia per le misure manifatturiere che per i servizi, gli ultimi dati PMI della zona euro hanno superato le aspettative nel settore manifatturiero, ma hanno deluso nel settore dei servizi, con entrambe le misure che rimangono in contrazione. La maggiore forza dell’economia USA in un contesto di tassi centrali maggiori rispetto a quelli EU mantiene il dollaro forte.

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Nel contesto delle recenti notizie, i dati pubblicati sul PIL americano hanno catturato l'attenzione degli investitori: sebbene la crescita annuale del 3,3% sia stata superiore alle stime del 2%, rappresenta comunque un rallentamento rispetto al robusto 4,9% registrato precedentemente. Altrettanto rilevante è l'indice dei prezzi al consumo del PIL, che ha mostrato un aumento del 1,5%, inferiore alla previsione del 2,3% e in netto calo rispetto al 3,3% precedente.

Negli Stati Uniti, la Federal Reserve ha mantenuto i tassi invariati, rispondendo al contesto di dati economici misti. Se da un lato il robusto dato del PIL conferma una crescita superiore alle attese, dall'altro lato l'inflazione più debole di quanto previsto solleva domande sulle future decisioni della Fed. Il mercato del lavoro negli Stati Uniti continua a mostrare segni di indebolimento, anche se rimane sorprendentemente resiliente, con le richieste di sussidi di disoccupazione che superano costantemente le aspettative. Gli indicatori PMI degli Stati Uniti hanno superato le previsioni sia nel settore manifatturiero che nei servizi, mentre le vendite al dettaglio hanno superato le aspettative su tutti i fronti. Il rapporto sulla fiducia dei consumatori dell'Università del Michigan ha registrato un notevole aumento, raggiungendo i livelli più alti dal 2021. In questo contesto alcuni membri della Fed si sono recentemente opposti all’idea di tagli aggressivi dei tassi, spostando così le aspettative di mercato per il primo taglio a maggio, anche se, queste stesse aspettative si stanno affievolendo.

Dall'altra parte dell'Atlantico, la Banca Centrale Europea (BCE) ha mantenuto i tassi di interesse invariati come previsto, adottando il consueto linguaggio dipendente dai dati nella sua ultima riunione. Tuttavia, l'indice dei prezzi al consumo (CPI) recentemente pubblicato per la zona euro è risultato al di sotto delle aspettative, confermando un persistente processo di disinflazione. Nonostante un mercato del lavoro storicamente stretto con il tasso di disoccupazione in Europa vicino ai minimi del ciclo, gli ultimi dati PMI hanno rivelato una contraddizione tra il superamento delle aspettative nel settore manifatturiero e una delusione nel settore dei servizi, entrambi ancora in contrazione.

L'analisi della situazione europea evidenzia un quadro complesso. La zona euro è stata recentemente colpita da un periodo di recessione, come indicato dall'indice composto degli acquisti dei manager, che ha registrato un calo a 47,9 a gennaio. Questo dato, ben al di sotto delle previsioni del consensus di 49, conferma la situazione recessiva. In particolare, la Germania, spesso considerata il motore economico dell'Unione Europea, continua a destare preoccupazione. Mentre l'indice degli acquisti dei manager per il settore manifatturiero tedesco ha mostrato segni di ripresa, salendo a 45,4, i servizi e l'indice composto si sono attestati al di sotto delle aspettative, indicando una possibile recessione.

Sotto il profilo grafico EUR/USD si muove da un anno in un range tra 1,05 e 1,10. Area 1,05 USD sta mantenendo al rialzo il trend di breve periodo.

In questo momento il cambio si trova a ridosso del supporto maggiore in area 1,08 USD che, se perso, alimenterebbe le vendite fino ad area 1,05 USD, area delicata sotto la quale il cambio potrebbe cercare la parità. Il mantenimento di area 1,08 USD sarebbe un segnale long fino ad area 1,10 USD USD

Su timeframe giornaliero i prezzi a ridosso della EMA 200.

Su timeframe giornaliero: 3 indicatori tecnici su 18 sono rialzisti, 9 ribassisti e 7 neutrali.

EUR/USD inserito in un canale ribassista

Il cambio EUR/USD, dopo aver rotto la flag ribassista descritta nel precedente articolo, si appoggia sulla parte bassa del canale, a ridosso del supporto statico maggiore a 1,0809 USD. Da quest’area rimane probabile un rimbalzo, che rimarrà tale fino a quando il cambio non uscirà dalla parte alta del canale ribassista.

La perdita di 1,0809 USD porterebbe il cambio verso 1,07661 USD e sarebbe un segnale forte di vendita, con primo possibile target in area 1,07 USD.

Il superamento di 1,08483 USD aiuterebbe il cambio a rimbalzare fino a 1,0883 USD con estensione alla parte alta del canale a 1,09178 USD.

Su timeframe orario: 2 indicatori tecnici su 18 sono rialzisti, 11 sono ribassisti e 5 neutrali.

I 3 oscillatori utilizzati dal nostro sistema su TF orario indicano una tendenza ribassista.

Su TF orario EUR/USD è sotto la EMA a 200 periodi.

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