Euro sempre a un passo dalla parità sul dollaro

Euro sempre a un passo dalla parità sul dollaro

Continua il momento difficile per la moneta unica, affossata dalle incertezze di una possibile recessione all’orizzonte per la zona euro e dalle politiche delle banche centrali.

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Vicina la parità EUR/USD

Continua il calo dell’euro nei confronti del dollaro, ormai ad un soffio dalla parità. Questa mattina la coppia EUR/USD è scambiata a 1,0007, dopo essere scesa nella notte a 1,000485.

Da inizio anno il calo è superiore all'11,8%, con un -7,9% messo a segno solamente negli ultimi tre mesi.

La volata del ‘super-dollaro’, però, non riguarda solo la moneta unica, ma l’US dollar index, l’indice del biglietto verde in relazione ad un paniere di valute straniere, continua a mantenersi ai massimi di 20 anni, sostenuto da investitori in cerca di beni rifugio, mentre restano forti le aspettative di ulteriori rialzi dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.

L’indice del dollaro è scambiato questa mattina a 108,33 punti, in rialzo dello 0,32%, dopo aver toccato nelle ultime ore un massimo di 108,50 punti.

Le cause

L’euro resta sotto pressione a causa della crisi energetica sempre più pesante in Europa, con i timori di una recessione alle porte per il Vecchio Continente, mentre la Banca centrale europea si appresta ad alzare i tassi.

“La settimana è appena iniziata ma possiamo già trarre alcune conclusioni sui due temi che stanno guidando i mercati”, scrivono gli analisti di ING.

In primo luogo, secondo questi esperti “i timori di recessione continuano ad attanagliare gli investitori e limitano il rialzo dei tassi di interesse. In secondo luogo, l'Europa è ancora l'epicentro di questi timori di recessione, con l'incertezza relativa alla sua fornitura di energia che determina ulteriormente un cuneo tra i tassi USD ed EUR”. Le pressioni sull’energia russa restano “al centro delle turbolenze europee”, spiega Jeffrey Halley, senior market analyst di Oanda, sottolineando “la notizia che il Canada rilascerà una pompa specializzata per il gasdotto Nord Stream 1 per mantenere il flusso attivo che non ha avuto alcun impatto positivo”.

“Ieri il Nord Stream 1, che porta i frutti delle politiche energetiche tedesche dalla Russia, è entrato in un periodo di chiusura annuale di 10 giorni per manutenzione. La domanda chiave è: il gas tornerà dopo il 21 luglio? I mercati stanno già prendendo una decisione”, aggiunge in una nota l'esperto.

A diffondere dubbi e incertezze sul tema erano state anche le parole del Ministro francese dell’economia, Bruno Le Maire, il quale affermava che la Russia potrebbe interrompere definitivamente queste forniture, mentre i dati diffusi da Eni confermavano il continuo calo del gas russo, visti i 21 milioni di metri cubi/giorno di ieri rispetto alla media di circa 32 milioni degli ultimi giorni.

Le previsioni

Alcuni analisti, però, ritengono insostenibili questi valori per il biglietto verde nel lungo periodo. “A nostro avviso il rally del dollaro è comunque eccessivo, soprattutto in considerazione del rallentamento economico che si evidenzia negli Stati Uniti”, ritiene Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer di UBS WM Italy.

Inoltre, nel “lungo termine il ruolo del biglietto verde potrebbe in parte venire insidiato da altre valute (come lo stesso euro o il renminbi) e ciò potrebbe ridurne la domanda. Il dollaro statunitense resta dominante nelle riserve valutarie internazionali delle banche centrali, ma è comunque passato dal 71% del 2000 al 60% alla fine dello scorso anno”, aggiunge Ramenghi.

Altri esperti vedono prospettive di un’ulteriore forza dell’USD nel breve termine, destinata a ridursi nel corso dell’anno e nel 2023.“L'elemento chiave da tenere d'occhio è l'inversione dell'incertezza geopolitica e politica insolitamente elevata”, spiegava Thomas Hempell, Head of Macro & Market Research di Generali Investments.

“Una volta che le tensioni sull'Ucraina si saranno allentate e il rischio di una recessione nell'area dell'euro si sarà ritirato, è probabile che la fortuna del dollaro cambi e che l'euro rimbalzi da livelli molto bassi”.

“L'altro ingrediente fondamentale per un'inversione di tendenza è la diminuzione dell'incertezza politica. L'inflazione dovrebbe aggirarsi intorno all'8% nelle economie avanzate durante i mesi estivi: quando emergeranno le prove del picco di inflazione, anche l'incertezza politica verrà progressivamente meno, erodendo un ulteriore elemento chiave del supporto del dollaro USA”, prevede Hempell.

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