Euro sempre in calo verso il dollaro. Viaggio verso la parità?

La debolezza economica e le prospettive legate al secondo mandato di Donald Trump alla Casa Bianca spingono molti analisti a prevedere la parità per il cambio EUR/USD, da raggiungere nei prossimi mesi.

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Euro debole contro dollaro

Non si ferma il calo dell’euro nei confronti del dollaro, solo in parte dovuto al ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca a partire dal gennaio prossimo.

Il cambio EUR/USD scivola questa mattina a 1,0621, ai minimi da metà aprile, e in diminuzione di oltre il 5% dalla fine dello scorso settembre.

Il biglietto verde ha completato la quinta settimana positiva delle ultime sei (+1%), avviando ieri quella che potrebbe essere la sesta, indebolendo anche gli asset scambiati in dollari come le commodity, l’oro e il petrolio, quest’ultimo crollato ieri di oltre il 2% e oggi in leggero recupero (+0,50%).

Effetto Trump

Da più parti si prevede che Trump adotterà politiche più espansive nel suo secondo mandato, generando un aumento dell'inflazione e costringendo la Federal Reserve a mantenere i tassi di interesse relativamente alti nel lungo termine. Il taglio dei tassi di interesse di 25 punti base deciso a novembre potrebbe essere seguito da un approccio più cauto nei prossimi meeting in attesa di capire come si muoverà il prossimo presidente.

Sull’eurozona pesa la debolezza economica e per evitare la recessione sarà necessario continuare a tagliare i tassi di interesse, deprimendo così il cambio EUR/USD, considerando che invece la Fed potrebbe non continuare la sua politica di riduzione del costo del denaro in quanto la sua economia sembra in piena salute. Inoltre, i dati promessi da Trump potrebbero consolidare questa tendenza tra le due sponde dell’Atlantico, indebolendo ancora la moneta unica.

Nel frattempo, questa settimana l'attenzione è rivolta all'inflazione dell'indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti in agenda per domani (mercoledì), che dovrebbe offrire ulteriori indizi sul fatto che l'inflazione si stia raffreddando in linea con le aspettative della Fed. Inoltre, sono attesi una serie di dichiarazioni da parte di funzionari della Fed che potrebbero offrire ulteriori indizi sulla politica monetaria dell’istituto centrale.

Verso la parità?

Il cross potrebbe essere già in viaggio verso la parità entro la fine dell’anno, se non scendere anche sotto. Secondo Michael Cahill, analista di Goldman Sachs, il cross può deprezzarsi del 3%, ma nel caso in cui il governo americano adottasse dazi generalizzati contro le merci europee, il crollo arriverebbe al 10%, con una discesa nel breve termine sotto la parità. Previsione, però, lanciata prima delle elezioni negli USA, quando non si conosceva la dimensione della vittoria di Trump, che ha dalla sua anche il Congresso, pertanto il calo dell’euro potrebbe essere maggiore.

Tra gli altri broker, anche ABN Amro, ING e Manulife avvertono che la cavalcata potrebbe portare nei prossimi mesi euro e dollaro sullo stesso livello: 1 euro contro 1 dollaro. Mizuho Financial Group e Deutsche Bank sono meno aggressivi e stimano un cambio a 1,03 e a 1,05 entro la fine dell'anno.

"Con la Fed che aumenta i tassi o li mantiene alti per combattere l'inflazione proprio mentre la BCE continua ad abbassare i tassi forse a un ritmo più accelerato, è probabile che l'ampliamento del differenziale dei tassi di interesse peserà sull'euro, spingendolo sulla parità", prevede Georgette Boele, stratega di ABN Amro.

"Trump è tornato e tutti hanno temuto questo momento", sottolinea Michael Strobaek, responsabile degli investimenti globali di Lombard Odier, ed “è molto chiaro che questo risultato, in termini relativi, non sia ottimo per gli asset europei". Lombard Odier vede il tasso terminale della BCE all'1,5% o addirittura al di sotto dell'1%, rispetto al 3,5% del tasso chiave della Fed.

"Quota 1,05 sembra l'obiettivo immediato per le prossime settimane, mentre per raggiungere la parità bisognerà attendere fino alla fine del 2025, quando la piena forza dell'ondata protezionistica diventerà chiara", secondo Chris Turner, responsabile della strategia valutaria di ING.

"C'è un percorso molto plausibile verso la parità nei prossimi sei mesi", ha affermato Nathan Thooft, un gestore di portafoglio senior presso Manulife Investment Management. "È difficile combattere il sentiment, i dati tecnici e gli attuali fondamentali a favore del dollaro USA", conclude l’esperto.

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