Eurogruppo rinviato a giovedì tra le divisioni dei governi sulle misure di sostegno all'economia

Le divisioni tra gli Stati del nord e quelli del sud impediscono il raggiungimento di un accordo con il Mes e gli Eurobond al centro dello scontro
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Rinviata la conclusione dell'Eurogruppo
Fumata nera per la riunione dell'Eurogruppo di ieri con all'ordine del giorno le misure da mettere in campo per contenere l'impatto economico della pandemia da coronavirus. Il presidente dell'Eurogruppo, Mario Centeno, ha quindi deciso di rinviare il meeting a giovedì 9 aprile dopo una notte di trattative che non ha portato risultati dalla riunione dei ministri finanziari dell'Area Euro.
"Dopo 16 ore di discussione ci siamo avvicinati a un'intesa, ma ancora non ci siamo. Ho sospeso l'Eurogruppo che riprenderà domani. Il mio obiettivo rimane quello di creare una forte rete di protezione contro le conseguenze del Covid-19", annunciava Centeno in un tweet.
“Il lavoro verso una risposta economica ambiziosa al coronavirus è ben avviato ma non ci siamo ancora”, spiegava il portavoce dell’Eurogruppo, in quanto per approvare il “pacchetto economico più ambizioso di sempre”, secondo le parole di Centeno, resta da mettere d'accordo le diverse anime. I paesi del Nord, infatti, puntano sul prestito del Mes, mentre da Sud insistono sugli eurobond.
"Nonostante i progressi nessun accordo ancora all'Eurogruppo. Continuiamo a impegnarci per una risposta europea all'altezza della sfida del Covid19", ha scritto il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, su Twitter. "È il momento della responsabilità comune, della solidarietà e delle scelte coraggiose e condivise", aggiungeva il Ministro. Anche la Commissione Europea ha fatto appello al senso di responsabilità necessario in una crisi come questa. "Domani è un altro giorno", scriveva su twitter il commissario economico europeo, Paolo Gentiloni.
I temi del meeting
L'Eurogruppo sta lavorando sull'ipotesi di iniziative economiche con la mutualizzazione del debito tra i paesi dell'eurozona, il cosiddetto 'Eurobond'. Si tratta di una obbligazione comune con la garanzia degli Stati per raccogliere capitali pari al 3% del Pil con i quali finanziare la ripresa economica, ipotesi che trova la resistenza di Germania, Olanda e Austria.
Delle quattro proposte sul tavolo, su tre ci sarebbe una intesa di massima, quali il prestito da parte della Banca europea degli investimenti (BEI) per 200 miliardi da destinare alle imprese, il piano anti disoccupazione messo a punto dalla Commissione europea con 100 miliardi e i 40 miliardi già decisi per le Pm.
Resta il nodo del fondo salva Stati (MES) da 240 miliardi di prestiti, dei quali 39 miliardi spetterebbero all'Italia, ma il governo italiano è contrario a tale prestito se manterrà le attuali condizioni necessarie al suo accesso, sia quelleoriginarie che quelle 'light', sulle quali sembrava essere stato trovato un accordo tra Francia e Germania. Il Premier italiano Giuseppe Conte, infatti, aveva chiarito la sua posizione nella giornata di ieri: “no al Mes sì all'Eurobond”.
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