Evergrande, ancora rischio default. Effetto domino in vista? Le previsioni degli analisti


La notizia del pagamento degli interessi di un bond di queste ore non basta ad allontanare il rischio di un possibile default di Evergrande, sommersa dai debiti accumulati negli anni.

Secondo molti esperti il governo cinese ad intervenire per cercare di arginare il peggioramento della situazione nel paese.


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Boccata d’ossigeno per Evergrande

La controllata Hengda Real Estate Group, divisione principale di China Evergrande Group, porterà a termine il pagamento di alcune cedole su bond del mercato interno, la cui scadenza è prevista per domani, giovedì 23 settembre.

Si tratta del pagamento delle cedole sui bond 5,8% settembre 2025 e scambiati sulla borsa di Shenzhen, il cui valore è stato calcolato da Refinitiv in 232 milioni di yuan e corrispondenti a 35,88 milioni di dollari.

Secondo una fonte anonima della Reuters, l’annuncio di Evergrande punta a “stabilizzare il mercato e portare a termine i pagamenti delle altre cedole, vista l’attenzione su di loro”.

In effetti, è arrivato un po’ di sollievo sui mercati finanziari, preoccupati di un possibile contagio nel resto del mondo. Sui mercati europei spende il verde per la seconda giornata consecutiva, dopo il sell-off arrivato lo scorso lunedì proprio sulle preoccupazioni per il destino di Evergrande.

A questo punto, “gli investitori attendono segnali di un intervento da parte del governo cinese, volto a prevenire un default disordinato", secondo una nota della banca di Singapore DBS e riportata dalla Cnbc.

“Le turbolenze di mercato legate a Evergrande si sono intensificate nelle ultime sessioni, in quanto gli investitori hanno interpretato il silenzio del governo come l'assenza di un sostegno ufficiale”, aggiungeva la banca.

Interventi dalle autorità cinesi

Il debito della società, però, resta ancora molto alto, intorno ai 300 milioni di dollari, e il mondo finanziario continua ad interrogarsi su possibili rischi default per il gigante immobiliare e sulle ricadute globali.

La situazione di Evergrande “avrà un forte impatto sul settore immobiliare cinese, con ulteriori potenziali rischi sul settore bancario”, spiega Pietro Bellotti, Premium Client Manager di IG Italia.

Infatti, da Bloomberg riportano un aumento di finanziamento al sistema bancario cinese da parte della banca centrale nel corso della giornata di sabato scorso, anche per calmare le acque sui mercati.

Se venerdì la Banca Popolare Cinese aveva iniettato 120 miliardi di yuan, corrispondente a 18,6 miliardi di dollari, sabato l’intervento risultava ancora maggiore.

Altri interventi, però, potrebbero arrivare con il peggiorare della crisi, nonostante Evergrande “da sola non è considerata sufficiente per esercitare pressione sul settore finanziario, tuttavia, altri costruttori ad alto costo sono ora monitorati in quanto è aumentato fortemente il rischio di problemi legati alla liquidità”, aggiunge Bellotti.

A questo punto, il governo di Pechino potrebbe intervenire “indirettamente” vista l’importanza della società, permettendo “alla compagnia di guadagnare tempo e di trovare un accordo coi creditori per evitare i rischio di contagio della crisi del colosso immobiliare”, prevede l’esperto.

Rischio contagio?

Il possibile rischio default di Evergrande resta al centro della discussione quale possibile “nuovo caso Lehman” per la Cina, con possibili ripercussioni sul resto del mondo.

Secondo Barclays, questo rischio sarebbe scongiurato in quanto “il modello di business delle società immobiliari non risulta nel complesso compromesso”. Evergrande, spiegano Ajay Rajadhyaksha, head of macro research, e Jian Chang, chief China economist, “è in condizioni peggiori rispetto alla maggior parte degli operatori, sia in termini di leva finanziaria che di modello di business”.

Davanti a un “momento Lehman” per la Cina, Pechino agirà per evitare la crisi di EG, scrivono gli analisti di Citigroup, “sostenendo la linea di fondo della prevenzione del rischio sistematico per guadagnare tempo per risolvere il rischio del debito e portare avanti un allentamento marginale per l’ambiente creditizio generale”.Gli esperti di Citigroup ritengono che mentre “il governo non voglia essere visto come colui che attua un bail out”, si attendonoche intervenga per condurre una ristrutturazione gestita del debito dell'azienda per prevenire sforzi disordinati di recupero del debito, ridurre il rischio sistemico e contenere le perturbazioni economiche", si legge in una nota di Oxford Economics, firmata dal Lead Economist Tommy Wu e dall'Head of Asia economics Louis Kuijs.

Rischio crisi scongiurato per Richard Bernstein della RBA (iM Global Partner), in quanto “l’economia cinese è stata molto influenzata per lungo tempo e i funzionari del governo ne sono ben consapevoli”

L’esperto ritiene che “ci sarà una sorta di salvataggio per i detentori di obbligazioni e prestiti interni, ma il governo probabilmente punirà la società per la sua gestione scadente”.

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