Evergrande dichiara bancarotta negli USA

Il più grande sviluppatore immobiliare cinese ha presentato istanza di fallimento a New York per cercare protezione dalle richieste dei creditori, mentre proseguono i colloqui di ristrutturazione del suo debito.
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Evergrande fallisce
Torna al centro della scena la crisi di Evergrande, il maggior sviluppatore immobiliare cinese in termini di vendite, che aveva già cercato di salvarsi tramite un piano di ristrutturazione dei debiti, ma senza successo.
Ieri il gigante cinese ha presentato a New York istanza di fallimento, ricorrendo al Chapter 15, opzione che gli garantisce la protezione dai creditori internazionali in caso di bancarotta.
L’obiettivo è quello di mettere al riparto i suoi beni dalle richieste dei creditori, oltre che ottenere il riconoscimento dei colloqui di ristrutturazione in corso a Hong Kong, nelle Isole Cayman e nelle Isole Vergini britanniche.
La mossa è relativa a oneri offshore per 31,7 miliardi di dollari tra bond, garanzie e obblighi di riacquisto, e ha sorpreso un po’ tutti in quanto mercoledì il gruppo aveva annunciato il rinvio della riunione dei creditori sulla ristrutturazione del debito offshore, dal 23 al 28 agosto prossimi.
Già lo scorso marzo Evergrande aveva presentato un piano di ristrutturazione del debito negli USA, con l’intento di ripagare i suoi creditori internazionali, ma apparentemente l’operazione sembrerebbe fallita.
A fine 2021, inoltre, la società era già fallita a seguito di un numero debiti non ripagati, finendo così in default, provocando una crisi del mercato immobiliare cinese che aveva fatto temere un contagio internazionale, sulla scia di quanto accaduto con il ‘caso Lehman’, anche se poi il tutto era rimasto circoscritto in Cina.
La crisi immobiliare
Mentre Bloomberg scrive di una visita da parte della polizia cinese agli uffici di Zhangzhi Enterprise Group, trust simbolo delle banche ombra, per scoraggiare eventuali disordini, aumentano i timori sul settore, tra rallentamento del PIL e il fallimento delle società che rappresentano il 40% delle vendite di case nel Paese.
Il prossimo focolaio potrebbe essere Country Garden, il maggior promotore immobiliare privato in Cina, in quanto risulta in ritardo con il pagamento degli interessi su alcuni debiti.
Ad evidenziare il cattivo stato di salute del settore ha espresso preoccupazioni anche la Banca centrale cinese, la quale ha assicurato di voler “adeguare ed ottimizzare le politiche immobiliari in modo tempestivo”.
Mercati scossi
La notizia ha indebolito i mercati asiatici, dove i principali indici segnano rosso fisso quando mancava poco alla chiusura odierna.
L’Hang Seng perde oltre l’1,70%, lo Shanghai Shenzhen CSI 300, scende dell’1,20% e lo Shanghai Composite perde un punto percentuale.
"Le incertezze sull'economia cinese sono molte", ha detto Hebe Chen, analista di IG Markets, a Bloomberg Television, e “il mercato si trova ad un bivio, non si sa se parlare di una ripresa cinese o ipotizzare un rallentamento o addirittura una sua recessione”.
“All'inizio dell'anno l'economia cinese stava andando avanti, ma da allora il quadro è gradualmente peggiorato e ora appare piuttosto cupo”, secondo Jonas Goltermann, vice capo economista dei mercati presso Capital Economics.
“Sebbene sia difficile vedere un catalizzatore per un'inversione di tendenza duratura nel mercato azionario cinese, molte cattive notizie risultano già scontate”.
Per Goltermann “le valutazioni delle azioni sono ancora basse e i responsabili politici hanno gli strumenti per prevenire una crisi finanziaria”.
Borsa giapponese
Male anche Tokyo, con il Nikkei 225 in calo di mezzo punto, alla sua terza seduta negativa consecutiva, dopo aver registrato la maggior perdita settimanale in otto mesi.
“Il mercato giapponese è scivolato per le stesse ragioni delle ultime sedute: i timori per l'economia cinese e l'aumento dei rendimenti globali. I titoli giapponesi sono facilmente influenzati dalle indicazioni provenienti dall'estero, poiché al momento non ci sono catalizzatori di mercato”, spiega Shuji Hosoi, stratega senior di Daiwa Securities.
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