Exxon Mobil in trattative per acquisire Pioneer

Exxon Mobil in trattative per acquisire Pioneer

Con un’operazione da circa 60 miliardi, la società petrolifera diventerebbe la maggior produttrice di petrolio nell’ambito bacino del Permiano, rafforzando così la sua posizione negli Stati Uniti e nel resto del mondo.

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Exxon Mobil e Pioneer

Importante operazione all’orizzonte nel settore petrolifero, con Exxon Mobil che sarebbe in trattative avanzate per l’acquisizione di Pioneer Natural Resources, secondo indiscrezioni pubblicate dai media statunitensi.

Pioneer, che ieri aveva chiuso con un valore di mercato di 50 miliardi di dollari, verrebbe valutata circa 60 miliardi e la sua acquisizione sarebbe la più grande per Exxon dai tempi dell’operazione da 81 miliardi per Mobil realizzata nel 1988 e la maggiore del 2023 superando i 43 miliardi pagati da Pfizer per Seagen a marzo scorso.

L’accordo potrebbe essere raggiunto in tempi brevissimi, addirittura nei prossimi giorni, secondo fonti della Reuters, mentre i portavoce delle due società non hanno voluto commentare.

A Wall Street, intanto, la notizia spinge in alto le azioni Pioneer, balzate di oltre il 10% in apertura di pre-market, mentre Exxon cede il 2%.

Il senso dell’operazione

Acquisendo Pioneer, Exxon amplierebbe la sua presenza in una delle regioni più redditizie, il bacino petrolifero statunitense Permiano, esteso tra il Texas e il Nuovo Messico, prezioso per i suoi costi relativamente bassi di estrazione di petrolio e gas.

Inoltre, Exxon otterrebbe un terreno già consolidato per la produzione di petrolio su cui poter contare per aumentare la produzione quando necessario, piuttosto che rischiare i propri soldi per lo sviluppo di terreni non collaudati.In termini di numeri, Exxon ha prodotto circa 620.000 boed nel bacino del Permiano nel secondo trimestre, un record per l'azienda, ma questo risultato risulta inferiore a quello di Pioneer della stessa zona, in media di 711.000 boed.

Si tratta di un’operazione “assolutamente sensata” secondo Bill Smead, chief investment officer di Smead Capital Management, società di investimento che gestisce fondi per 5,2 miliardi di dollari, il quale sottolinea che in questo modo “si ricostituirebbero le riserve senza fare buchi nel terreno”.“Dato che i loro volumi upstream sono diminuiti nel bacino del Permiano, probabilmente è più efficiente acquisire i volumi da altri come Pioneer per alimentare petrolio e gas naturale alle raffinerie, ai cracker chimici, ecc., invece di aumentare il numero di impianti e ottenere la crescita del volume in questo modo”, spiega Peter McNally, analista di Third Bridge, alla luce anche “degli investimenti miliardari fatti da Exxon nelle sue attività downstream lungo la costa del Golfo degli Stati Uniti”.

I numeri di Exxon

Exxon presenta un valore di mercato di 436 miliardi di dollari ed è già il maggior produttore di petrolio negli USA, con 3,8 milioni di barili di media al giorno provenienti dal totale delle sue operazioni in tutto il mondo.

Calcoli di Bloomberg parlano di un aumento di 2,1 miliardi di dollari di utili ottenuti grazie all'aumento dei prezzi del petrolio e dei margini di raffinazione nel terzo trimestre, che è stato solo parzialmente compensato da un calo della redditività dei prodotti chimici.

L'aumento dei prezzi del greggio ha portato ad un guadagno di circa 1,1 miliardi di dollari rispetto al trimestre precedente, mentre la raffinazione ha incrementato i profitti di circa 1 miliardo, secondo un documento della società diffuso mercoledì scorso.

Inoltre, un aumento dei prezzi del gas ha aggiunto circa 400 milioni di dollari agli utili, controbilanciati dalle perdite nel settore chimico, diminuite ulteriormente rispetto ai livelli già bassi.

L’analisi di JP Morgan indica che la guidance suggerisce utili di Exxon di circa 2,33 dollari per azione, in linea con la media delle stime degli analisti compilate da Bloomberg.

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