Facebook punita a Wall Street nonostante la crescita. Corre ancora Tesla
Performance alternate per le società tecnologiche statunitensi con i positivi bilanci relativi al 2019 accolti in modo molto diverso dagli investitori di Wall Street
Facebook crolla in borsa
Non basta continuare a crescere per attirare gli acquisti sul titolo a Wall Street. Si tratta di quanto accaduto ieri a Facebook, dopo il rilascio dei dati sugli utili relativi all’ultimo trimestre 2019, chiuso con una crescita vicina al 25%.
Si tratta, però, dell’aumento più basso di sempre per il gigante dei social network che nel trimestre precedente era cresciuto del 30%.
Se i dati venivano diffusi a mercato fermo, alla chiusura dell’after hours il titolo crollava del 7%, e non bastavano nemmeno le parole di Mark Zuckerberg a rassicurare gli animi, il quale si affretava a definire gli ultimi mesi dell’anno “un ottimo trimestre e una buona fine d’anno”.
Il rallentare della corsa per Facebook era già stato ventilato nel corso dei mesi precedenti, quando la stessa società aveva avvisato del rischio di “un rallentamento più pronunciato” del tasso di crescita delle entrate a causa di “venti contrari e incertezze”.
Una corsa senza fine per Tesla
Non si ferma, invece, il rally di Tesla, anche questa attesa ieri alla prova degli utili. La casa automobilistica del ‘vulcanico’ Elon Musk ha visto un quarto trimestre 2019 con utili per azione arrivati a 2,14 dollari, superiori a 1,77 dollari attesi.
Migliori delle aspettative anche i ricavi, cresciuti del 2% e arrivati a 7,4 miliardi di dollari, dato migliore delle previsioni che si fermavano a 7 miliardi.
Il titolo ha visto un after hours con guadagni intorno al 12%, facendo presagire il prosieguo della corsa delle sue azioni che potrebbe portare Tesla verso una quotazione storica di 600 dollari.
Tra i dati che hanno convinto gli investitori c’è quello relativo alle consegne, tra i dubbi maggiori degli analisti circa la tenuta di Tesla. L’anno, infatti, si è chiuso con un aumento delle consegne pari al 50% con 367.500 veicoli, rispettando la guidance compresa nell’intervallo compreso tra 360 mila e 400 mila.
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