Faro sul cda di Atlantia. Cdp potrebbe uscire dal deal


Occhi puntati sul cda della società previsto per oggi. Secondo i rumor Cdp potrebbe sospendere le trattative. Intanto aumenta il pressing del governo: «Abbiamo fretta di chiudere questo dossier», ha dichiarato il premier Conte.


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Governo in pressing, spunta l’interesse di Wren House

Oggi è previsto il cda di Atlantia e la decisione della holding della famiglia Benetton su una soluzione nel complicato dossier di Autostrade per l’Italia in cui si preannuncia la rottura degli accordi tra la holding e Cassa depositi e prestiti. Due le alternative sul tavolo: la scissione a favore degli attuali soci o la cessione in blocco dell’88% della società. La decisione andrà all’assemblea, che il cda di Atlantia convocherà tra fine ottobre e inizio novembre.

Negli ultimi giorni il Governo ha insistito su una conferma del ruolo di Cdp nel riassetto. Il ministero dell’Economia, quello delle Infrastrutture e il premier Giuseppe Conte chiedono che Atlantia rispetti gli accordi di luglio, ossia l’uscita dal controllo di Aspi e l’ingresso di un soggetto a partecipazione statale. La richiesta di Atlantia è che questo non avvenga a condizioni penalizzanti per i soci: il nodo centrale sarebbe la manleva che la concessionaria non è disposta a concedere a Cdp.

«Abbiamo fretta di chiudere questo dossier», ha detto il premier Conte, in un’intervista a La Stampa. «Non accetteremo nessuna dilatazione dei tempi».

Intanto, fonti bancarie riferiscono della disponibilità di Wren House, fondo britannico che rappresenta la divisione per gli investimenti in infrastrutture del Fondo sovrano del Kuwait, ad acquisire una quota in Aspi.

Gli accordi di luglio

Il 14 luglio Atlantia e il governo avevano trovato la quadra con l’ingresso di Cdp come socio di maggioranza in Autostrade, un progressivo scorporo di Aspi rispetto ad Atlantia (di cui oggi detiene l’88%) e una successiva quotazione in Borsa.

A inizio settimana Atlantia ha ribadito la volontà di attuare la separazione di Aspi dal resto del Gruppo, mediante la dismissione diretta della quota dell'88% o la scissione della stessa attraverso la creazione di una beneficiaria (NewCo) da quotare in Borsa. Entrambe le operazioni, ha aggiunto la Società, daranno certezza al mercato, sia in termini di tempi che di trasparenza, nel rispetto degli interessi di tutti gli investitori coinvolti.

In mancanza di un accordo riguardo la manleva sui potenziali danni indiretti legati a Genova (che Atlantia non è disposta a dare nelle forme richieste da Cdp), il governo potrebbe non approvare il Piano economico finanziario (Pef), lasciando indeterminata la procedura di revoca della concessione.

Titolo in rialzo nonostante le tensioni con Cdp

Dopo una partenza cauta, il titolo si è avviato al rialzo portandosi, alle 12, al +1,17%, scambiato a 13,80 euro. Ieri ha chiuso in rialzo del 3,02% a 13,64 euro.

Equita Sim ribadisce il rating hold e il prezzo obiettivo a 15 euro (+2,13% a 13,91 euro). Secondo le indiscrezioni, il governo potrebbe inviare a breve una lettera ad Atlantia in cui si sottolineano i troppi aggiustamenti apportati da Aspi rispetto al testo del governo. Anche Cdp starebbe inviando una lettera ad Atlantia lamentando l’irrigidimento della società sulle garanzie da fornire.

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