Fca e Psa ridisegnano i termini della fusione

Al centro della revisione la trasformazione della natura del maxi dividendo da 5,5 miliardi di Fca da cassa ad asset. Tra le ipotesi al vaglio lo spin-off della jv paritetica Sevel o l’inserimento di Faurecia nel perimetro della fusione. Secondo gli analisti l’opzione Faurecia sarebbe la più percorribile.
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Al vaglio ipotesi per la riduzione del dividendo cash di Fca
Fiat Chrysler Automobile (Fca) e Psa Peugeot avrebbero intenzione di “ridisegnare” i termini del progetto di fusione evitando, nel nuovo perimetro, la totale distribuzione del maxi dividendo di Fca (5,5 miliardi di dollari). Lo riporta oggi il Sole 24Ore specificando come il punto principale della revisione sarebbe la trasformazione della natura del dividendo da cassa ad asset.
Le due case hanno precisato che non è stata presa alcuna decisione in merito, in attesa di verificare lo stato di salute di entrambe a fine anno. Fca debole questa mattina in Piazza Affari, in rosso dell’1,26%. Fa peggio il titolo Psa quotato sulla Borsa di Parigi che a metà mattina registra un calo del 2,56%.
Questa mattina un portavoce di Fca ha precisato che «struttura e termini degli accordi di merger con Psa restano invariati».
Le condizioni per la revisione dei termini della fusione
Sarebbero diverse le opzioni per la trasformazione del dividendo da cash in asset. Una prima ipotesi potrebbe essere la distribuzione delle partecipate della stessa Fca ai suoi azionisti (e in questo caso la candidata ideale sarebbe Comau); ma si è ipotizzato anche l’inserimento di asset francesi inizialmente fuori dal progetto, nello specifico il produttore di componentistica Faurecia.
Tra le alternative quella di guardare allo spin-off della Sevel, la joint venture paritetica tra Fca e Psa e più grande stabilimento di assemblaggio di furgoni in Europa, con sede ad Atessa, in Italia. Sevel è finita di recente tra gli osservati speciali dell’Antitrust europea dopo l’apertura di un’indagine sulla fusione, ma nel suo caso si tratterebbe di un’opzione complessa: le due case non si priverebbero con facilità di un asset di un valore stimato tra i 2,5 e i 3 miliardi di euro. Ultima ipotesi al vaglio sarebbe lo spin-off del blocco Maserati-Alfa Romeo, anche questo poco fattibile nell’attuale situazione di mercato.
Faurecia candidata ideale
Alla luce della complessità dell’accordo sulle alternative, quella dell’inserimento di Faurecia nel perimetro della fusione si candida come l’opzione più percorribile. Il progetto iniziale prevedeva una distribuzione delle azioni della società di componentistica (il 46,3%) ai soli soci Psa prima del closing (circa 2,2 miliardi di euro). Nel nuovo disegno la distribuzione avverrebbe a fusione compiuta, l’opzione consentirebbe così di mantenere una miglior struttura finanziaria nella nuova entità senza perdere le sinergie della fusione.
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