Fed, i dati sugli NFP cambiano la narrativa sui tassi

I dati macro diffusi oggi dimostrano come l’economia USA non sia in crisi sta portando diversi analisti a ritenere che la Fed taglierà i tassi di soli 25 punti base nella prossima riunione di novembre.

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Il rapporto sul lavoro USA

Sorpresa in positivo per la crescita dei nuovi impieghi di settembre arrivata oggi prima dell’apertura di Wall Street, facendo partire un rally per i future sui principali indici confermato poi anche all’avvio ufficiale degli scambi.

L’US Bureau of Labor Statistics (BLS) ha comunicato che, nel mese di settembre, nei settori non agricoli, si è registrato un aumento di 254 mila nuovi posti di lavoro, dato ben superiore alle attese del consensus (+140 mila nuovi impieghi) e al mese precedente (+159 mila dato rivisto). Inoltre, il tasso di disoccupazione si attesta al 4,05% (aspettative al 4,2%), il livello più basso da maggio.

Il tasso di partecipazione alla forza lavoro si è attestato al 62,7%, i salari sono saliti del 4% a/a (consensus +3,8%, mese precedente al +3,8% a/a) e quelli medi crescono dello 0,4% m/m (consensus +0,3%, mese precedente +0,5%).

Cambia la narrativa

Le cifre sul report NFP di settembre “hanno sorpreso notevolmente perché hanno cambiato la narrativa di mercato che il mondo del lavoro fosse in crisi”, secondo Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia. “La creazione di posti di lavoro così forte a settembre, le revisioni al rialzo dei mesi precedenti, il tasso di disoccupazione sceso su minimi da maggio (al 4,05%) e un aumento dei salari sostanzioso porta a credere che i membri della Federal Reserve dovranno tornare a discutere sulle prossime mosse in politica monetaria”, aggiunge l’esperto, ritenendo quale scenario più probabile al momento “quello di 2 tagli nelle prossime riunioni (25 bp a novembre e 25 bp a dicembre). Questi dati sembrano annullare le aspettative ultra-dovish di alcuni partecipanti al mercato su una FED che potesse abbassare il costo del denaro di mezzo punto percentuale a ogni meeting prima della fine dell’anno”.

Con numeri “molto più forti del previsto”, ora si riduce “la paura che l'economia possa forse passare a una crescita negativa in tempi brevi e fondamentalmente ci dice che l'attività economica nel quarto trimestre probabilmente rimarrà a un ritmo solido”, secondo Peter Cardillo, Chief Market Economist di Spartan Capital Securities.

“È un rapporto esplosivo, quindi è una bella sorpresa, ma penso anche che ora potrebbe rallentare il ritmo dei tagli dei tassi", prevede l’esperto.

Potenziali rischi

"A meno che non vediamo una grande sorpresa al ribasso con il rapporto del 1° novembre per ottobre, la Fed prenderà questo come una ragione per tagliare solo 25 punti base”, secondo Brian Jacobsen, economista capo di Annex Wealth Management.

Dopo questo rapporto “più forte del previsto”, la Fed ora ha la “flessibilità di tagliare i tassi di interesse di 25 pb alla prossima riunione del 7 novembre, o di prendersi una pausa e riconsiderare un potenziale taglio a dicembre”, ritiene Glen Smith, chief investment officer di GDS Wealth Management, che però avvisa: “i dati sul mercato del lavoro potrebbero essere offuscati nei prossimi rapporti da una tempesta perfetta di fattori, come lo sciopero nei porti in corso negli USA e le interruzioni causate dall'uragano Helene”.

Se “è improbabile che questi impatti sui dati cambino il corso dei tassi di interesse della Fed, potrebbero rendere più difficile sia per i banchieri centrali che per gli investitori valutare con precisione come sta andando il mercato del lavoro”, prosegue.

"Il mercato azionario ha mantenuto la reputazione di ottobre di maggiore volatilità e prevediamo che questa instabilità continuerà per le prossime settimane, mentre il mercato inizia a destreggiarsi tra l'incertezza che circonda le elezioni, la prossima mossa della Federal Reserve e i report sugli utili aziendali”, conclude Smith.

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