FED meno hawkish e mercato del lavoro USA aiutano il rimbalzo dell’Euro


Emergono alcune preoccupazioni legate al mercato del lavoro negli Stati Uniti: gli ultimi dati non sono confortanti ma l’inflazione sembra mantenere il trend di contrazione. Nel frattempo, l'area euro si confronta con un’inflazione ancora distante dall’obiettivo del 2% e una produzione tedesca in calo.


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Negli ultimi giorni si sono manifestate delle preoccupazioni nel mercato del lavoro degli Stati Uniti, che aveva mostrato un’ottima resilienza ma nel quale ora sembrano emergere alcune crepe. Nel frattempo si scommette sul fatto che il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, abbia suggerito che la banca centrale potrebbe aver completato uno dei cicli di restrizione più aggressivi degli ultimi 40 anni, dopo aver rinviato l'aumento dei tassi d'interesse per la seconda volta consecutiva.

Nel contesto dell'area euro, l'inflazione è scesa ai minimi, a causa della contrazione dell'economia dovuta a un aumento senza precedenti dei tassi di interesse rimanendo ancora distante dall’obiettivo del 2%. Sebbene la Banca Centrale Europea abbia compiuto dieci aumenti consecutivi dei tassi d'interesse per riportare l'inflazione verso l’obiettivo del suo mandato, ciò ha avuto un impatto significativo sulle famiglie e sulle imprese, aumentando notevolmente i costi di finanziamento. Nel terzo trimestre, la produzione tedesca si è contratta, aumentando il rischio che la più grande economia dell'area euro stia dirigendosi verso una recessione, anche se gli ordini alle fabbriche sono cresciuti dello 0,2% contro una stima del -1%.

L'attenzione dei mercati è ora concentrata sull'occupazione negli Stati Uniti e alle indicazioni riguardanti le future politiche dei tassi di interesse. C'è una crescente speculazione sul possibile termine del ciclo di aumento dei tassi da parte della Federal Reserve ma possibili dichiarazioni non in linea con i mercati relative ad inflazione, situazione occupazionale e salute dell'economia statunitense potrebbero sorprendere gli investitori. Allo stesso tempo, le tendenze a breve termine dell'EUR/USD sono fortemente influenzate dagli indicatori economici provenienti dalla Germania. Qualsiasi peggioramento significativo delle condizioni macroeconomiche potrebbe portare all'apertura di dibattiti sulla possibilità di un taglio dei tassi da parte della Banca Centrale Europea (BCE). Tuttavia, è rilevante sottolineare che, nonostante le preoccupazioni riguardo a una possibile recessione nell'area euro, il recente cambiamento di posizione da parte della Federal Reserve rimane un fattore favorevole per EUR/USD.

In questa settimana, l'attenzione si concentra anche sul presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, e sulle sue dichiarazioni. Gli investitori saranno quindi in attesa delle indicazioni fornite da questi eventi chiave per orientare le loro strategie di trading.

Graficamente il cambio EUR/USD rompe al rialzo il cuneo, invalidando, di fatto, una figura di continuazione. L’euro si trova ora ad aver testato la EMA 200 che sta facendo da resistenza. Area 1,06 USD rimane importante per testare area 1,08 USD da cui attaccare area 1,10 USD.

La perdita di area 1,06 USD alimenterebbe nuovamente le vendite fino ad area 1,05 USD che se persa porterebbe l’Euro verso area 1,03 USD.

Su timeframe giornaliero i prezzi sono sotto la EMA 200.

Su timeframe giornaliero: 12 indicatori tecnici su 18 sono rialzisti, 2 ribassisti e 4 neutrali.

Su TF orario la struttura è rialzista, ma fino a questo momento si parla di rimbalzo

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