Fed, si avvicina la stretta monetaria: le previsioni degli analisti


L’istituto centrale potrebbe decidere il rialzo dei tassi già a marzo quando terminerà il programma di acquisti, cercando così di porre un freno alla forte inflazione che sta colpendo gli Stati Uniti.


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Si avvicina il meeting del FOMC

Tra rischi di una nuova guerra fredda tra USA e Russia con l’Ucraina nuovo terreno di scontro, i mercati guardano alla riunione della Federal Reserve di oggi, in particolare alle ore 20 italiane quando il ‘braccio armato’ FOMC rilascerà il comunicato ufficiale con le decisioni sulla politica monetaria dell’istituto centrale americano.

In queste ore, gli analisti si interrogano sulle scelte della Fed, in particolare sul rialzo dei tassi di interesse ed un eventuale avvio del processo di quantitative tightening, ovvero la riduzione del programma di acquisti che ha caratterizzato la sua politica monetaria.

L’inflazione

La Fed resta alle prese con la grande battaglia che si sta giocando negli Stati Uniti, ovvero l’inflazione, ormai a livelli altissimi dopo due anni di politiche super accomodanti arrivate per contrastare l’impatto economico e finanziario della pandemia che hanno fatto schizzare l’indice dei prezzi al consumo fino al 7%, ai massimi dal 1982.

Proprio gli alti livelli di inflazione potrebbero spingere ad un aumento dei tassi di interesse e alla stretta sulla politica di quantitative easing.

Le previsioni sui tassi

Diversi esperti optano per un rialzo dei tassi deciso nel meeting di marzo, “ma la prossima riunione sarà significativa per ricevere dettagli da parte del presidente Powell sulle tempistiche”, spiegava Filippo Diodovich, Market Strategist di IG.

Con la riunione di oggi, “la Fed potrebbe segnalare formalmente un imminente rialzo dei tassi, modificando la dichiarazione sulle condizioni del mercato del lavoro”, in modo tale da “affermare che l'occupazione massima sarà probabilmente presto raggiunta”, spiega Tiffany Wilding, economista esperta di America Settentrionale presso PIMCO.

L'attesa, secondo Wilding, è quella che “la Fed usi questo incontro per ribadire la recente guidance: i funzionari ora si aspettano un lift-off a marzo, tre o quattro rialzi dei tassi quest'anno e un inizio più rapido e anticipato della stretta quantitativa (QT) a giugno o settembre”.

Il programma di acquisti

Il bilancio della Fed è ormai arrivato a quasi 9.000 miliardi di dollari, più che raddoppiato nel corso della pandemia.

Proprio il programma di acquisti dell’istituto centrale è stato il principale contributore all’aumento delle dimensioni del bilancio, ma le attese attuali parlano di una possibile liquidazione dei titoli in portafogli che potrebbe prendere il via fra maggio e giugno.

La stretta monetaria, dunque, si muoverà contemporaneamente sul bilancio e sui tassi, accelerandone il ritmo. “Ci aspettiamo un discorso deciso sull'inasprimento della sua politica monetaria per contrastare le minacce inflazionistiche, ma nessun annuncio concreto a parte la conferma di un primo rialzo dei tassi a marzo”, spiega Franck Dixmier, Global CIO Fixed Income di Allianz Global Investors, aggiungendo che “l'obiettivo del FOMC dovrebbe essere quello di guadagnare tempo, e quindi visibilità, affinché le sue previsioni economiche riacquistino credibilità”. 

Questo incontro non dovrebbe avere alcun impatto sui mercati”, conclude l'esperto ricordando che la curva dei tassi già sconta cinque rialzi dei tassi previsti per il 2022. Secondo Keith Wade, Chief Economist & Strategist di Schroders, la variante Omicron “sta portando la Fed ad agire più velocemente, ma c’è il rischio di un rialzo dei tassi più rapido e più sostanzioso” che potrebbe portare i tassi su un picco del 3% nello scenario di un radicamento dell’inflazione o di una spirale al rialzo dei salari. 

“La nostra opinione è che i tassi non arriveranno a toccare tali livelli e che il picco raggiunto sarà più basso”, rassicura l'analista, affermando che “la questione più imminente riguarda il crescente rischio di incorrere in una fase di stagflazione, con l’effetto disruptive di Omicron e la Fed che cerca di tenere l’inflazione sotto controllo”.

Mercati turbolenti

I mercati oggi restano positivi ma arrivano da giorni di nervosismo, soprattutto a Wall Street, soprattutto a causa di una possibile accelerazione del tapering o rialzi di 50 punti base da parte della Fed.

“Ritengo che la risk aversion degli ultimi giorni abbia messo in soffitta tutti questi propositi, se mai sono stati reali. Ma chi si attende strizzatine d'occhio a “Wall Street da parte di Powell e C. si appresta ad essere deluso", afferma Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners Sgr, ribadendo che “la Fed è focalizzata sull'inflazione, che è il triplo del target e nel breve non è vista scendere significativamente. Ha l'appoggio dell'Amministrazione”. Sersale sottolinea inoltre che “la Fed non si farà spaventare dal primo -7% della Borsa dopo un +90% in 3 anni e un + 27% nel solo 2021 e crede che confermerà il suo scenario, magari senza specificare se il rialzo a marzo ci sarà, e quando inizierà lo smobilizzo del bilancio”. 

“Detto questo, e confermato che la fase volatile dovrebbe proseguire, questo non vuol dire che il mercato cederà alla disperazione subito dopo. Le condizioni per ulteriore sollievo nel breve sono rimaste, nonostante il rimbalzo di ieri. Intanto cominciamo a vedere su che livelli arriviamo al FOMC”, conclude Sersale.

Seppure non attendendosi un atteggiamento accomodante da parte della Fed, Mark Cabana, esperto di Bank of America, ritiene che “il mercato sembra reagire al calo delle azioni, oltre alle tensioni geopolitiche, quindi la Fed non suonerà così aggressiva come avrebbe fatto altrimenti”.

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