Ferragamo, balzano gli utili nel trimestre ma ancora dubbi sul 2022


Il gruppo ha visto un forte aumento dell’Ebit e dell’utile netto, ma gli analisti sottolineano un margine operativo in contrazione in un contesto incerto visto il rallentamento del business in Cina e negli Stati Uniti.


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I nove mesi 2022 di Ferragamo

Numeri positivi per Ferragamo, mentre aumentano i dubbi per il futuro della casa di moda italiana visto il contesto ancora visto incerto nella restante parte dell’anno.

In particolare, i nove mesi del 2022 di Ferragamo hanno visto l’Ebit arrivare a 114 milioni di euro, in crescita del 34,8% ma inferiore ai 115 milioni attesi dagli analisti.

L’utile netto è balzato del 69,2%, arrivando a 67 milioni, mentre i ricavi sono cresciuti a 921 milioni (+12,7% a tassi di cambio costanti, +17,2% a tassi correnti rispetto ai 785 milioni del 2021), in questo caso oltre le attese (920 milioni) degli esperti.La posizione finanziaria netta adjusted è stata positiva per 353 al netto dell’impatto IFRS 16, vicina ai 373 milioni registrati al 31 dicembre 2021.

Se nel terzo trimestre la società di moda prosegue il “percorso di crescita del fatturato, assicurando, in particolare, la qualità delle vendite in tutti i nostri canali distributivi”, sottolinea Marco Gobbetti, amministratore delegato e direttore generale di Salvatore Ferragamo Spa, “ei primi nove mesi è proseguita la generazione del risultato operativo e del flusso di cassa, pur in presenza del previsto aumento degli investimenti in marketing e comunicazione”.

Particolarmente importante è stato “l’impatto delle collezioni Primavera-Estate 23 e del nostro Fashion Show, il cui successo ci rende ulteriormente fiduciosi nell''accelerazione degli investimenti nella seconda metà dell'anno e nel rafforzamento delle nostre capacità di supportare il nostro programma di crescita”.

Fase incerta

A Piazza Affari, intanto, il titolo arrivava a cedere oltre il 3%, scendendo così a quota 15,1 euro, nel giorno dopo la diffusione dei risultati, arrivata ieri a mercato chiuso.

L’attuale fase “è troppo incerta per società come Ferragamo, ancora in fase di ristrutturazione”, spiegano da Bryan Garnier & Co., i cui esperti notano “come i conti trimestrali del gruppo abbiano evidenziato ricavi in linea con le attese, ma un margine operativo in contrazione” e ritengono che probabilmente “la redditività sarà ancora appesantita nel quarto trimestre”.

Inoltre, “altre società del lusso come Lvmh ed Hermes appaiono meglio posizionate nell’attuale difficile contesto macro”, aggiungono questi esperti, mentre riducono il prezzo obiettivo su Ferragamo da 20 a 18,5 euro, con rating ‘neutral’.

Prezzo obiettivo ridotto anche da Equita Sim (-7% a 18,5 euro e ‘buy’), per “per tener conto dell’aumento dei tassi”.

Secondo la sim milanese, “non ci sono catalizzatori particolari dai conti trimestrali, ma il titolo ha rimbalzato meno dei peer e vediamo margine di rialzo sul consenso”.

In generale, secondo Equita, Ferragamo “rappresenta un’interessante opportunità di rilancio, grazie a solidi fondamentali del brand e management forte, con crescente supporto di marketing e nuove collezioni attesi supportare il fatturato 2023”.

Business in Cina ancora debole

Conti in linea con le attese secondo Citigroup, con raccomandazione ‘neutral’ confermata e prezzo obiettivo a 15,5 euro sul titolo, mentre gli occhi restano puntati “sull’impatto del nuovo capo designer Maximilian Davis”.

Se i risultati “hanno evidenziato segnali di rallentamento nei mercati chiave Usa e cinese”, “le stime del consenso sull’intero anno non dovrebbero essere riviste dal momento che sono piuttosto prudenti”, aggiungono dall’istituto.

Risultati trimestrali con “indicazioni complessivamente positive” secondo WebSim, con la conferma delle loro stime sul 2022-2024, mentre “la generazione di cassa è stata migliore delle attese grazie a un buon controllo del NWC”.

Inoltre, “il management ha parlato di un business in Cina ancora piuttosto debole a ottobre, per via delle restrizioni Covid, commenti coerenti con l’outlook del settore”, aggiungono gli esperti della sim, mentre alzano il target price a 15,8 euro (dai 15,4 precedenti), “per tener conto della buona generazione di cassa”, e confermano il giudizio ‘neutrale’.

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