Ferragamo, ricavi in calo e visibilità limitata per il 2024


La casa italiana di moda ha visto scendere i suoi ricavi nel 2023 a causa delle difficoltà riscontrate da tutto il settore del lusso che potrebbe proseguire anche nel corso di quest’anno.


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Ferragamo in rosso dopo i conti

Inizio di seduta in calo per Salvatore Ferragamo dopo la diffusione dei risultati 2023 arrivata ieri a mercato chiuso e una visibilità sui ricavi del 2024 ancora incerta secondo quanto sottolineano gli analisti.

Le azioni della società cedono il 4% nelle prime due ore di contrattazioni, scendendo ad un minimo di 11,17 euro, tornando così ai livelli di inizio febbraio scorso.

Negativo il bilancio 2024 per il titolo, con un calo che si attesta sopra il 3% e che sale al 37% negli ultimi 12 mesi.

Ricavi in calo nel 2023

La maison italiana del lusso ha chiuso lo scorso anno con ricavi in calo del 7,6% a 1,156 miliardi di euro rispetto a 1,252 miliardi del 2022 (-8,1% a tassi di cambio costanti), indeboliti da un contesto di “maggiore incertezza della domanda nel settore del lusso”.

L'EBITDA è passato da 299 milioni del 2022 a 252 milioni, con un'incidenza percentuale sui ricavi del 21,8% rispetto al 23,9% all’anno precedente. L'utile netto del periodo è di 26 milioni di euro (-59,9% rispetto ai 65 milioni di euro dell'esercizio 2022).

La posizione finanziaria netta risulta positiva per 224 milioni di euro (rispetto ai 371 milioni di euro al 31 dicembre 2022) che include l'acquisizione delle quote di minoranza nelle joint venture in Greater China.

Proposta la distribuzione di un dividendo pari a 0,10 euro per azione, con data di pagamento a decorrere dal 22 maggio 2024, con data stacco della cedola n. 11 il 20 maggio 2024 e record date coincidente con il 21 maggio 2024.

Perseguire ambizioni di crescita

Lo scorso anno la società ha “compiuto buoni progressi nelle nostre priorità strategiche per quanto riguarda il marchio, il prodotto, la comunicazione e la rete di distribuzione”, spiega l'AD Marco Gobbetti, migliorando “la qualità delle vendite e investito per rafforzare il marchio e il rapporto con la clientela, riscontrando segnali incoraggianti dalle vendite dei nuovi prodotti.

Per il futuro la società continuerà “a lavorare al pieno sviluppo e all'ottimizzazione dell'offerta di prodotto, alimentando la desiderabilità, l'interesse e il coinvolgimento del consumatore attraverso una comunicazione mirata e d'impatto, anche massimizzando il potenziale di tutti i canali digitali”, oltre ad ottimizzare “la rete distributiva, contemporaneamente accelerando l'introduzione del nuovo store concept”, perseguendo “ambizioni di crescita, sostenendo la redditività attraverso una costante attenzione alla qualità delle vendite e a una disciplinata focalizzazione sui costi”.

L’avvio del 2024, però, è “stato volatile”, con gennaio caratterizzato da “una partenza soft, mentre febbraio è stato migliore, con una ripresa in Europa, Giappone e negli USA, anche grazie all’effetto calendario legato al Capodanno cinese”, concludeva Gobbetti.

La view degli analisti

Dopo i risultati, gli analisti di Goldman Sachs confermano la raccomandazione ‘sell’ e un prezzo obiettivo di 11,8 euro sul titolo, alzando la stima di EBIT 2024 del 4% a 77 milioni di euro dopo il dato sul 2023 “superiore alle attese”, ma notano come “un maggior tax rate abbia inciso sul risultato netto”.

Da Morgan Stanley ribadiscono la raccomandazione ‘underweight’ e il target price a 10 “nonostante un EBIT 2023 superiore alle attese” e, tenendo conto delle indicazioni del management sul 2024, si attendono “cambiamenti relativamente limitati alle attese del consenso sull’EBIT per l’anno in corso”.

Equita Sim ha alzato dell’8% a 13,3 euro il prezzo obiettivo sul titolo, confermando la raccomandazione ‘hold’. “EBIT 2023 meno debole del previsto”, segnalano gli analisti, che hanno confermato le stime di fatturato 2024, migliorando invece del 7% quelle sull’EBIT.

“Ferragamo è stata ancora tra i peggiori titoli del lusso da inizio anno (-1% rispetto al +14% medio del settore) e la sorpresa sui margini potrebbe guidare un parziale recupero. Tuttavia la partenza d’anno ancora negativa (nonostante la base di confronto più facile nel settore), il minore impegno in termini di marketing e il roll-out graduale del nuovo concept implicano una visibilità ancora limitata sui tempi del rilancio”, spiegano dalla sim.

Infine, Intesa Sanpaolo conferma la raccomandazione ‘hold’ e il target price a 11 euro: “pur se i risultati 2023 danno spazio per un leggero miglioramento delle nostre stime di EBIT margin nel 2024, confermiamo le nostre previsioni e il prezzo obiettivo per il momento alla luce del fatto che la visibilità sui ricavi resta bassa”.

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