Ferrari, pioggia di downgrade dagli analisti dopo il CMD

Ferrari, pioggia di downgrade dagli analisti dopo il CMD

La Casa di Maranello ha comunicato ieri un piano più realistico che visionario, deludendo non nei numeri ma nel sogno, ma, secondo alcuni esperti, il crollo di ieri potrebbe rappresentare un buon punto di ingresso.

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Focus ancora su Ferrari

Luci accese ancora su Ferrari dopo il crollo arrivato nella seduta di ieri (-16%) dopo che la casa di Maranello aveva diffuso previsioni deludenti nel corso del suo Capital Markets Day.

Oggi il titolo della Rossa parte in verde a Piazza Affari, arrivando a guadagnare circa il 2%, per poi rallentare e tornare intorno la parità, a 353 euro.

Con il crollo di ieri in Borsa, le azioni Ferrari hanno bruciato circa 12 miliardi di euro di capitalizzazione, passando da 81 a 69,5 miliardi. In pratica Maranello ha bruciato l'intero valore di Borsa di Banca Mediolanum e quasi metà della capitalizzazione di Stellantis.

In due sedute di Borsa, Ferrari ha visto evaporare circa 20 miliardi di valore di mercato. Dopo il -11% seguito ai risultati del secondo trimestre e il -16% di ieri, il titolo ha perso l’equivalente di una media impresa del FTSE MIB: se fosse la capitalizzazione di una singola società, rappresenterebbe oggi la dodicesima azienda più grande del principale indice della Borsa di Milano.

La deludente guidance

La società punta a ricavi pari a 7 miliardi per il 2025, superando così i target di profittabilità del piano strategico al 2026 con un anno di anticipo, e ha alzato al 40% il payout e dall'anno prossimo partirà un buyback da 3,5 miliardi di euro.

Nel Piano Strategico 2030, invece, Ferrari punta a raggiungere ricavi netti di circa 9 miliardi, con un tasso di crescita annuale composto di circa il 5%, trainato principalmente da Sports Cars e dalle altre attività legate alle vetture, sostenuto dalla visibilità garantita dal portafoglio ordini.

"Penso che le persone si aspettassero maggiori ricavi", affermava Benedetto Vigna, ad di Ferrari, rispondendo ad una domanda sul calo del titolo a Piazza Affari. "Ci sono opportunità ma dobbiamo essere prudenti sui ricavi e sui margini", ha concluso il ceo.

Delusione nel sogno

Secondo Gabriel Debach, market analyst di eToro, le vendite di ieri “sono dovute a un piano 2030 debole, bensì a un piano più realistico che visionario. Dopo anni di crescita sostenuta, Ferrari non cerca più di accelerare. Sceglie di controllare la velocità per non uscire di pista. Da qui al 2030, non sostituisce la qualità alla crescita, ma protegge la qualità sacrificando la velocità”.

“La Ferrari che il mercato sognava si è rivelata una Ferrari più fedele e prudente. Non da pole position, ma non per questo fuori dal podio”, proseguiva l’esperto, citando la frase nel comunicato dell’azienda in cui si spiega che “anche i volumi contribuiranno positivamente, seppur in misura minore” che “tradisce un sottotesto preciso: la leva chiave continuerà a essere il prezzo. E non si tratta solo di listini, ma di personalizzazioni, serie limitate, lifestyle e unicità dell’esperienza”.

“Ferrari sta dicendo agli investitori che il suo valore non verrà da più auto, ma da auto sempre più esclusive e margini sempre più raffinati. Una filosofia coerente con il DNA del marchio”, conclude Debach, secondo il quale il CDM “non ha deluso nei numeri, ha deluso nel sogno. Ferrari resta un’icona di eccellenza e redditività, ma oggi il mercato deve ricontare il tempo con un orologio diverso: meno accelerazioni, più costanza. Per gli investitori di lungo periodo, questa è una Ferrari più prevedibile, più resiliente e forse più valutabile. Ma nel breve, il messaggio è chiaro: non è più una storia di espansione, è una storia di perfezione”.

Il taglio del target price

Molti analisti hanno ridotto le loro previsioni sulle azioni Ferrari. Oddo BHF ha tagliato da 470 a 430 euro il prezzo obiettivo sul titolo della Rossa, confermando la raccomandazione outperform. "L'usuale cautela" dell'azienda sui target di medio termine "riceve una punizione inusuale", commentano gli analisti in merito al forte calo del titolo di ieri (-15,41%). La stima di Eps 2026 viene abbassata del 4,2%.

Deutsche Bank ha diminuito da 520 a 500 euro il prezzo obiettivo, confermando la raccomandazione buy. I nuovi target di medio termine sono di circa il 10% al di sotto delle stime degli analisti, secondo cui gli obiettivi possono essere considerati "piuttosto conservativi". Per gli esperti vale poi la pena sottolineare che Ferrari "storicamente ha superato gli obiettivi presentati ai suoi Capital Markets Day". Gli analisti apprezzano che sia la generazione di cassa, sia i ritorni per gli azionisti rimangano solidi.

Anche Intesa Sanpaolo ha tagliato il target price, portandolo da 512 a 466 euro, confermando la raccomandazione buy. "Dopo la delusione di una guidance 2030 decisamente più conservativa del previsto in occasione del Capital Markets Day di ieri, il titolo ha fortemente ritracciato", ricordano gli esperti (-15,41% la performance della vigilia). Per gli analisti si tratta però di una reazione troppo consistente, che "non considera l'usuale eccessiva prudenza del gruppo". Seppure "sulla base dell'attuale valutazione abbassiamo il nostro target price, una volta che le acque si calmeranno vediamo i prezzi attuali come un interessante punto di ingresso", aggiungono gli esperti.

Banca Akros ha ridotto da accumulate a neutral il giudizio su Ferrari, con prezzo obiettivo che passa da 440 a 350 euro. I target forniti in occasione del CMD del gruppo sono stati "ben al di sotto delle nostre stime e del consenso (Eps 2030 di circa il 20% inferiore al consenso)", spiegano gli analisti.

Chi non cambia opinione

Meno pessimisti da Equita, con la conferma della raccomandazione hold e il prezzo obiettivo a 380 euro. "Guidance 2030 in linea con le nostre stime, ma inferiori al consenso", spiegano gli analisti, secondo cui i target al 2030 sono "un floor ragionevole". Per la sim l'equity story resta "inalterata", pur se "il riallineamento del consenso eccessivamente ottimista" potrebbe "continuare a pesare sulla performance di breve del titolo".

Infine, Jefferies conferma la raccomandazione hold e il prezzo obiettivo a 420 euro. Il piano al 2030 è definito “conservativo” dagli analisti, secondo cui il de-rating del titolo rispetto ai peer del lusso negli ultimi mesi comincia ad apparire "estremo" dopo il forte calo di ieri.

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Aziende citate nell'Articolo

Codice: RACE.MI
Isin: NL0011585146
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