Fiat in difficoltà dopo rischio chiusura impianto in Europa causa coronavirus

L’ad Mike Manley ha annunciato che una fabbrica in Europa potrebbe essere chiusa a causa dei problemi riscontrati da fornitori colpiti dal virus cinese
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A rischio la produzione di Fiat
Le conseguenze della diffusione del coronavirus potrebbero incidere pesantemente sull’attività di Fiat nei suoi stabilimenti europei. A lanciare l’allarme è stato l’amministratore delegato del gruppo Fiat-Fca, Mike Manley, nel corso di un’intervista al Financial Times.
“Se la situazione continua a peggiorare ci potrebbe essere il rischio di dovere fermare uno stabilimento in Europa nelle prossime due-quattro settimane", spiegava Manley al giornale britannico.
A poter spingere il gruppo a prendere questa decisione potrebbe essere la crisi che ha colpito quattro fornitori del gruppo causato dal virus, mettendo a rischio l’approvvigionamento dello stesso stabilimento.
Si tratta di quattro fornitori cinesi, ha spiegato Manley, e di un produttore che ha un ruolo "essenziale" nel fornire componenti. "Al momento abbiamo individuato una fornitura ad alto rischio", ha sottolineato l’ad di Fiat. “Ci vorranno tra due e quattro settimane per capire se la fornitura per uno dei nostri stabilimenti in Europa sarà interrotta", aggiungeva Manley.
La notizia ha attirato le vendite sul titolo Fiat a Piazza Affari dove cede oltre il 2% dopo la chiusura positiva di ieri.
Il 2019: un “anno storico” per Fiat
Intanto, ieri Fiat ha comunicato i dati sugli utili, segnalando un ultimo trimestre 2019 con un utile netto in crescita del 35%, arrivando così a 1,6 miliardi di euro. In crescita anche i ricavi, arrivati a 29,6 miliardi di euro, sorprendendo in positivo le previsioni degli analisti.
Relativamente a tutto il 2019, l’utile netto delle “continuing operation” è arrivato a 2,7 miliardi di euro, in calo del 19% rispetto al precedente 3,33 miliardi di euro. Calano anche i ricavi dell’anno, segnando un -2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Debole anche il dato sulle consegne, arrivate a 4.418.000 unità, in calo del 9% rispetto al 2018.
Il bilancio è stato accolto con favore da Mike Manley, in quanto sottolinea che la società continua “a creare valore per gli azionisti e intrapreso iniziative mirate alla crescita futura rafforzando in modo sostanziale la nostra posizione finanziaria”, proseguendo gli investimenti “in prodotti chiave e perfezionando un 'combination agreement' con Psa".
Le vendite di Magneti Marelli e Calsonic Kansei, infatti, permetteranno la distribuzione di un dividendo straordinario per gli azionisti pari a un importo complessivo di 2 miliardi grazie al ricavato dalle due operazioni che arriva a 5,8 miliardi di euro.
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