FiberCop da oggi è operativa, Kkr e Fastweb entrano nel capitale
Concluso l'acquisto da parte di Kkr Infrastructure del 37,5% di FiberCop per 1,8 miliardi. L’offerta era stata presentata lo scorso agosto. Il titolo Tim perde terreno a Piazza Affari. Intanto secondo indiscrezioni di stampa Cdp avrebbe avviato delle trattative per ridurre l’esborso in OpenFiber.
Kkr e Fastweb entrano nel capitale di FiberCop
Oggi si è completato l’ingresso di Kkr Infrastructure e Fastweb nel capitale di FiberCop. Si definisce così la composizione della società in cui è confluita la rete secondaria di Telecom Italia (dall'armadio in strada alle abitazioni dei clienti) e la rete in fibra sviluppata da FlashFiber (jv 80% Tim e 20% Fastweb).
Lo scorso 5 agosto il fondo di private equity Usa aveva presentato un’offerta vincolante di 1,8 miliardi di euro per l’acquisto del 37,5% dell’incumbent ancora prevalentemente in rame, per convertirla alla fibra, sulla base di un enterprise value di circa 7,7 miliardi di euro. Al tempo stesso Fastweb ha sottoscritto azioni FiberCop corrispondenti al 4,5% del capitale della società, mediante conferimento del 20% detenuto in FlashFiber, che è stata incorporata in FiberCop, mentre Cassa Depositi e Prestiti potrebbe entrare nel capitale dell’incumbent apportando Open Fiber (controllata in quota paritaria del 50% con Enel). La società è operativa a partire da oggi.
Il Cda di FiberCop sarà composto da nove consiglieri di cui cinque designati da Tim, tre da Kkr Infrastructure e uno da Fastweb. Massimo Sarmi sarà presidente e Carlo Filangieri amministratore delegato.
Titolo Tim debole in Borsa
Il titolo Tim non accelera in Borsa e a fine mattinata si colloca in calo dell’1,26% a 0,45 euro. Equita Sim conferma comunque il rating buy con tp di 0,51 euro, dopo la finalizzazione dell’operazione su FiberCop. «La società sarà da subito operativa per offrire infrastruttura passiva sulla rete secondaria fibra/rame. I target societari, già noti e ribaditi, prevedono circa 900 milioni di Ebitda 2021 e un Ebitda-Capex positivo dal 2025, con una copertura Ftth al 76% delle aree nere e grigie al 2025», sottolinea Equita.
Cdp, al lavoro su revisione piani su OpenFiber
Nel frattempo, secondo quanto riporta Reuters, Cdp starebbe rivedendo i propri piani per prendere il controllo di Open Fiber valutando un percorso meno costoso rispetto a quanto inizialmente previsto. Enel ha avviato le trattative per vendere tutta o parte della sua quota al fondo australiano Macquarie per 2,65 miliardi di euro circa, con quest’ultima che insiste per il completamento del deal entro giugno (anche per evitare il pagamento di un interesse del 9% a Enel).
Nei mesi scorsi il governo Conte aveva avviato delle trattative perché Cdp rilevasse un altro 10% di OF in modo da tenere la quota di maggioranza salda in mani italiane. Secondo quanto riferiscono le fonti a Reuters, però, divergenze sulla valutazione di Open Fiber hanno portato le parti a discutere di soluzioni alternative, hanno detto le fonti. Il nuovo schema allo studio prevede che Enel vada avanti con la cessione a Macquarie, dopo di che Cdp salirebbe al 51% attraverso un aumento di capitale. In questo modo Cdp potrebbe risparmiare centinaia di milioni di euro e assicurarsi comunque il controllo della joint venture.
Nessuno degli attori coinvolti nello schema avrebbe rilasciato commenti.
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