Finlandia: il Recovery Fund «non è accettabile»

Un comunicato sul sito del governo di Helsinki dichiara la posizione ufficiale del Paese. Ridurre le sovvenzioni e aumentare i prestiti, accorciare la durata e il periodo di rimborso sono le richieste ufficiali del Paese del Nord che si associa ai 4 frugali. Intanto l’Italia pensa a come potrà spendere le risorse.
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Helsinki contro il Recovery Fund
Si conferma in salita la strada per l’approvazione del Recovery Fund proposto dalla Commissione europea il 27 maggio.
Ieri una nota del governo finlandese ha espresso la posizione ufficiale del Paese per cui «la proposta della Commissione Ue sul Recovery Fund non è accettabile per la Finlandia».
Helsinki pur dicendosi «aperta a ulteriori lavori sulle proposte della Commissione nei tempi necessari» ai negoziati, chiede a Bruxelles di ridurre la quota di sovvenzioni e aumentare i prestiti, ridurre le dimensioni totali del fondo, accorciarne la durata a meno di quattro anni e ridurre il periodo di rimborso a meno di 30 anni.
Si allarga la fila dei contrari
La Finlandia aggiunge una difficoltà sul percorso verso l’approvazione del fondo da 750 miliardi, di cui 500 miliardi di euro erogati a fondo perduto e 250 miliardi sotto forma di prestiti, e si associa alle limitazioni avanzate dai Paesi “frugali” (Austria, Olanda, Danimarca e Svezia), da Ungheria e Repubblica Ceca.
Ieri, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg, pur sostenendo la necessità di aiutare i Paesi dell’Ue in difficoltà, ha sottolineato che «non si tratta di se, ma di come farlo».
La posizione dei frugali «sostiene la necessità di aiuti d'emergenza nella forma di prestiti e ripete le nostre posizioni tradizionali contro la mutualizzazione dei debiti. Per questa ragione per noi è importante che il Recovery Fund sia limitato nel tempo», ha detto il ministro.
Gentiloni invita i Paesi membri a proporre gli investimenti collegati al fondo
Intanto l’Italia, prima beneficiaria del fondo (al nostro Paese potrebbero andare 82 miliardi a fondo perduto e 91 miliardi in prestiti) pensa già a come spendere le risorse.
Ieri il commissario all'economia Ue, Paolo Gentiloni, nel corso di una videoconferenza organizzata dal Peterson Institute for International Economics, ha invitato gli Stati membri a proporre i loro piani di investimento e riforma collegati al fondo in autunno, in modo da rendere possibili i primi esborsi a primavera 2021. La raccolta di risorse sul mercato «è connessa con il bilancio Ue 2021-2027 che entrerà in vigore dal 2021: per quest'anno la disponibilità è poca» (11,5 miliardi).
Gentiloni ha osservato che si tratta di una iniziativa temporanea, tuttavia «la decisione della Commissione Ue di andare sui mercati a finanziarsi avrà un effetto duraturo e costituisce una svolta strategica». Forse un passo nella direzione di una politica fiscale comune.
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