Fly sopra il 95% al termine dell'OPA e per Carraro scatta il delisting

Fly sopra il 95% al termine dell'OPA e per Carraro scatta il delisting

Il successo dell'OPA volontaria totalitaria di Fly, sulle azioni della stessa società Carraro si conferma anche dopo i numeri ufficiali. Il veicolo della famiglia Carraro, infatti, ha superato la soglia del 95% del capitale (95,13%) dopo la riapertura dell'OPA, creando i presupposti per lo Squeeze Out, la procedura congiunta per l'acquisto dei restanti titoli in circolazione e di conseguenza del delisting da Piazza Affari.

L'offerta riguardava 21.331.916 azioni ordinarie di Carraro, rappresentative del 26,76% del capitale e prevedeva un corrispettivo di 2,55 euro per azione conferita e un premio del 7,59% rispetto al prezzo ufficiale di Carraro in relazione alla data del 26 marzo 2021, ovvero l'ultimo giorno di Borsa aperta precedente alla data di annuncio dell'operazione.

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Notizie utili per gli azionisti

Tutti gli azionisti che hanno aderito all'offerta entro il 5 luglio 2021, ovvero la data di chiusura del periodo di riapertura dei termini, si vedranno liquidati il corrispettivo nel giorno 12 luglio.

Inoltre, la società sottolinea che coloro che hanno intenzione di vendere le proprie azioni nel contesto del sell out devono considerare che il corrispettivo del sell out sarà pari al quello dell'offerta. Il sell out presenta una durata minima di 15 giorni di apertura di Borsa successivamente al giorno du determinazione del prezzo da parte della Consob.

Il pagamento del prezzo di sell out avverrà a procedura completata, di solito al terzo e quinto giorno di apertura della Borsa dopo la chiusura del periodo di durata. Pertanto, il pagamento dovrebbe avvenire nel corso della prima metà di settembre 2021.

Nessuna distribuzione dei dividendi

L'assemblea degli azionisti svoltasi il 29 giugno aveva approvato l'ultimo bilancio e aveva bocciato la proposta del consiglio di amministrazione di distribuire il dividendo con un voto a maggioranza, oltre a votare il nuovo consiglio di amministrazione.

Il 2020 della società si chiudeva con un fatturato consolidato pari a 478,7 milioni di euro, un EBITDA consolidato pari a 32,6 milioni di euro (equivalente al 6,8% sul fatturato) e un EBIT consolidato pari a 12,2 milioni di euro (2,5% sul fatturato). Il risultato netto consolidato è risultato pari a -3,3 milioni di euro (-0,7% sul fattura), mentre la Posizione Finanziaria Netta consolidata della gestione in data 31 dicembre 2020 è risultata  debito per 143,8 milioni di euro.

Si è trattato dell'ultimo bilancio approvato dalla società quotata in borsa, visto il delisting odierno. “A fronte di un ritorno di una positiva raccolta ordini, in linea con le attese, il mercato sconta oggi un importante incremento del costo delle materie prime con alcuni conseguenti impatti negativi sulla redditività - ha spiegato - A tale dinamica si aggiunge un'importante criticità sul fronte della logistica a livello globale. In particolare sull'India, nostro primo mercato di riferimento, si evidenziano ritardi che a cascata coinvolgono l’intero nostro sistema produttivo”, commentava il Presidente Enrico Carraro.

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