Forti vendite sulle borse con l’aggravarsi del contagio del coronavirus. Allarme anche dalla Fed

Borse mondiali in rosso con l’aumentare dei casi di contagio in Cina per il coronavirus. Particolarmente colpiti i titoli petroliferi
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La paura per il coronavirus si diffonde
Aumentano i timori legati al contagio del coronavirus in tutto il mondo, attirando forti vendite sulle borse mondiali. Dopo la chiusura negativa dei principali indici asiatici, infatti, gli indici europei proseguono con flessioni superiori all’1%, trascinati dai settori più a rischio per crisi in Asia come quelli del petrolio, del lusso e dei tecnologici.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha rivisto la sua valutazione del rischio per l'epidemia da "alto" a "molto alto", e oggi terrà una riunione d'emergenza che potrebbe concludersi con la diffusione di un allarme sanitario internazionale.
I decessi accertati finora sono arrivati a 170, mentre i nuovi casi di contagio sono stati 1.771 solo nella sola giornata di ieri.
"La paura del virus avanza, esageratamente o meno. Attualmente i casi risultano più numerosi rispetto alla SARS”, spiega José Cárpatos, CEO di Serenity Market.
"Un economista del governo cinese ha affermato ieri che la crescita economica potrebbe scendere nel paese al 5% nel primo trimestre del 2020, per poi aggiungere che nel caso questo accadesse il governo prenderebbe le misure necessarie per sostenere l'economia", aggiungono gli esperti di Link Securities.
Preoccupazioni che erano state sottolineate anche da Jerome Powell, Presidente della Federal Reserve al termine della riunione di ieri tenuta dall’istituto centrale americano. Nel corso del suo intervento, Powell aveva compreso il virus tra le preoccupazioni per la crescita mondiale, pertanto da monitorare attentamente.
Non si ferma il calo del petrolio
Sulla scia dei timori per il virus, prosegue senza freni la discesa dei prezzi del petrolio, con il greggio WTI che cala del 2% e si appresta a scendere sotto quota 52 dollari al barile. Stesso calo per il Brent, scambiato a 57,40 dollari.
"Il virus di Wuhan e le ricadute economiche sull'Asia, motore del mondo, restano il problema cruciale per il mercato petrolifero e qualunque rimbalzo è destinato ad avere vita breve", prevedono gli esperti di Oanda.
Inoltre, l’andamento del prezzo del petrolio è influenzato dall’aumento dei dati sulle scorte segnalato ieri dall’Energy Information Administration (EIA), salite a 3,5 milioni di barili, mentre le previsioni si fermavano a 482 mila barili.
Il calo del greggio sta attirando forti vendite sui titoli azionari legati al petrolio, penalizzati anche dai negativi dati degli utili comunicati dalla compagnia petrolifera olandese Shell, in flessione di 5,59 miliardi di dollari, quando le previsioni si fermavano a 3,36 miliardi.
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