Frenata dell’inflazione USA e Wall Street si accende

I prezzi negli Stati Uniti hanno subito una frenata maggiore rispetto alle previsioni, aumentando le speranze che la Federal Reserve possa mettere presto in pausa il suo ciclo di rialzo dei tassi di interesse.
Indice dei contenuti
Inflazione USA in calo
Era l’evento della settimana, vero market mover della giornata insieme alle minute della Fed di questa settimana, e il dato sull’inflazione ha mostrato un calo dei livelli di prezzi nel mese di marzo.
In particolare, l’indice dei prezzi al consumo (IPC) negli USA si è attestato al 5% su base annuale, dato inferiore alle previsioni (+5,2%) e in calo rispetto al precedente 6%, anche se l’inflazione ‘core’ è confermata in salita al 5,6%.
Dopo una mattinata trascorsa sonnecchiando appena sopra la parità, la pubblicazione del dato dava una svolta alle quotazioni dei future di Wall Street e il contratto sul Nasdaq guadagnava l’1,20%, quello sullo S&P500 cresceva dello 0,90%, mentre quello sul Dow Jones saliva dello 0,70%, aprendo così le porte ad un inizio di seduta positiva a Wall Street.
Brusco calo del dollaro nei confronti dell’euro dopo la diffusione del dato, con la coppia EUR/USD scambiata a 1,0978, mentre sale ancora l’oro e raggiunge i 2.040 dollari l’oncia.
Calano i Treasury: il decennale scende al 3,362% (-2%) e il biennale si attesta al 3,9160% (-3,50%).
La routine dei prezzi
Vera e propria routine mensile per gli operatori, la dinamica dei prezzi potrebbe influenzare la decisione della Federal Reserve nella prossima riunione.
I numeri sull’inflazione “potrebbero fare la differenza tra un rialzo di 25 punti base o una pausa alla prossima riunione della Fed a maggio”, spiegava questa mattina Matt Simpson, senior market analyst di City Index, aggiungendo che i mercati monetari potrebbero “tornare velocemente a riprezzare una pausa nella politica monetaria” se i dati dovessero risultare più deboli del previsto.
Inoltre, il dato rappresenta “uno sguardo allo specchietto retrovisore dei tempi precedenti alle turbolenze del mercato bancario statunitense che hanno stravolto le proiezioni”, sottolinea Esther Reichelt, analista FX di Commerzbank.
Reichelt ritiene “improbabile che i dati influenzino le scommesse del mercato, che sono in contrasto con le proiezioni della Fed stessa che prevede di tagliare i tassi più avanti nel corso dell’anno per contrastare l'inasprimento delle condizioni di finanziamento derivante dalle turbolenze bancarie”.
“Non diamo per scontato che la discrepanza tra le aspettative della Fed e quelle del mercato si esaurisca oggi o nel prossimo futuro”, ha aggiunto l’esperta Reichelt.
Le minute della Fed
marzo, conclusasi con un rialzo dei tassi da 25 punti base dopo aver lasciato intravvedere la conclusione della stretta monetaria.
Tra gli argomenti da seguire ci sarà la posizione dell’istituto centrale USA relativamente alle recenti turbolenze del settore bancario, causa di un aumento delle aspettative di un taglio dei tassi.
Il CME FedWatch Tool passa da una previsione al 75,8% di una possibilità di un rialzo da 25 punti base ad oltre l’80% alla luce dei dati macro di oggi, oltre che delle dichiarazioni di vari esponenti Fed sul futuro della politica monetaria.
Il presidente della Fed di Chicago, Austan Goolsbee, ritiene che la Fed dovrebbe avere un atteggiamento prudente e paziente nell’alzare i tassi a fronte proprio dello stress a cui è sottoposto il settore bancario.Il membro della Fed Patrick Harker vede vicina la conclusione del ciclo di rialzo dei tassi pur ribadendo che la banca centrale è impegnata a riportare l’inflazione all’obiettivo del 2%.
Le previsioni di Goldman Sachs indicano un’inflazione in calo nei prossimi mesi fino a raggiungere il 3,7% a dicembre.“C’è ancora molto lavoro da fare” per ridurre l’inflazione in considerazione di un mercato del lavoro USA ancora “abbastanza forte”, secondo John Williams, capo della Fed di New York.
Gli operatori prevedono tassi statunitensi ad un picco intorno al 5%, anche se potrebbe arrivare un taglio al costo del denaro di almeno 50 punti base entro la fine dell’anno.
Notizie societarie e pre-market USA
American Airlines Group (-2%): stima un utile nel primo trimestre inferiore alle aspettative degli analisti e un eps compreso tra 1 centesimo e 5 centesimi, rispetto alle stime di 6 centesimi (dati Refinitiv).
Freight Technologies (+8%): torna a rispettare le regole sulla quotazione al Nasdaq dopo aver ricevuto la notifica a ottobre sul mancato rispetto del requisito di prezzo minimo di offerta per proseguire in borsa.
PG&E Corp (-3%): Morgan Stanley starebbe offrendo 50 milioni di azioni a 16,10-16,40 dollari, con uno sconto del 4,3% rispetto alla chiusura di ieri. Probabile venditore sarebbe PG&E Fire Victim Trust, azionista con 187,7 milioni di azioni per una quota del 7,6%, secondo Refinitiv.
Cutera (-1%): ha licenziato l’amministratore delegato David Mowry e il presidente esecutivo Daniel Plants in seguito alle raccomandazioni di un comitato speciale.
Triton International (+28%): sarà acquisita da Brookfield Infrastructure Partners L.P. in un’operazione da 4,7 miliardi di dollari in contanti e azioni, per un corrispettivo di 85 dollari per azione rispetto ai 63 dollari della chiusura di ieri.
InMode (+3%): prevede un fatturato per il 1° trimestre compreso tra 105,7 e 105,9 milioni di dollari, superiore alla stima media degli analisti di 100,2 milioni di dollari.
ESSA Pharma (+10%): annunciata collaborazione con Johnson & Johnson per sviluppare il farmaco di EPIX in combinazione con i prodotti di J&J come trattamento per i pazienti con cancro alla prostata.
Raccomandazioni analisti
Alphabet
Bernstein: ribadito ‘buy’ e prezzo obiettivo ancora a 130 dollari.
Meta
Bernstein: ancora ‘buy’ e target price fermo a 225 dollari.
Walmart
Credit Suisse: ‘buy’ e prezzo obiettivo di nuovo a 170 dollari.
Walt Disney
Guggenheim: ‘buy’ e target price ridotto da 140 USD a 130 dollari.
Moody’s
UBS: ‘neutral’ e prezzo obiettivo alzato a 308 USD dai precedenti 302 dollari.
Boeing
RBC: ‘neutral’ e target price non si muove dai 225 dollari.
Tilray
TD Cowen: ‘buy’ e prezzo obiettivo ridotto da 5 USD a 9 dollari.
Eli Lilly
Guggenheim: ‘buy’ e target price in calo a 392 USD rispetto ai precedenti 395 dollari.
La Finestra sui Mercati
Tutte le mattine la newsletter con le idee di investimento!
