Frenata Ferrari: Morgan Stanley vede crescita modesta nel breve e medio termine

Il broker ha tagliato rating e target price sul titolo del Cavallino Rampante e sottolinea i timori degli investitori sul lancio della prima auto elettrica del gruppo e non vede molto spazio di crescita per il titolo.
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Azioni Ferrari in difficoltà
Ferrari in fondo al Ftse Mib in questo inizio di settimana, tra la delusione per la fine del mondiale di Formula 1 e il giudizio negativo di Morgan Stanley.
Il titolo del Cavallino Rampane cede oltre il 2% dopo due ore di contrattazioni, il peggiore tra i componenti del principale indice di Piazza Affari, scendendo a 330 euro, ai minimi di una settimana.
Le azioni Ferrari hanno viaggiato con il freno a mano tirato in questo 2025, segnando fino a questo momento un calo del 18%, considerando i 409,20 euro di inizio gennaio.
Su 17 analisti, 11 assegnano al titolo quotato a Milano 'strong buy' o 'buy', 4 'hold', 2 'strong sell' o 'sell', secondo i dati LSEG.
Tra gli altri giudizi altri broker restano costruttivi: UBS ha un target intorno a 560 dollari con rating buy, Goldman Sachs ha avviato la copertura con buy, e il consensus di mercato rimane su un profilo di crescita solida nel lungo periodo.
Morgan Stanley taglia il rating sul titolo
Oggi Morgan Stanley ha tagliato il rating sul titolo della Rossa, portandolo da ‘overweight’ a ‘equal weight’, tagliando il target price da 520 a 425 euro.
Il broker vede un potenziale di crescita nel breve e medio termine "relativamente modesto" a causa della decisione della casa automobilistica di lusso di limitare la crescita dei volumi fino al 2030.
Se questa mossa è positiva per sostenere la desiderabilità del marchio e per mantenere il potere sui prezzi, dando nel lungo termine una buona visibilità sul fatturato, spiega Morgan Stanley, tuttavia, nel breve-medio termine c'è spazio per un rialzo del titolo di solo l'8%, citando anche in timori degli investitori sul lancio della prima auto elettrica del gruppo.
"Prevediamo una crescita del fatturato inferiore al 5% nei prossimi tre trimestri e quindi attendiamo un punto di ingresso migliore", conclude la banca d'affari.
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