Ftse Mib ai massimi da 27 anni, un maggio da record per Piazza Affari

Ftse Mib ai massimi da 27 anni, un maggio da record per Piazza Affari

Con un rialzo mensile superiore al 6%, il Ftse Mib si appresta a chiudere il miglior maggio dal 1998. Il commento di Gabriel Debach (eToro) spiega le ragioni di questa performance eccezionale, tra trimestrali solide, banche in ascesa e spread ai minimi.

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Un maggio da incorniciare per la Borsa di Milano

Maggio 2025 si avvia a diventare uno dei mesi più brillanti nella storia recente di Piazza Affari. Secondo l’analisi di Gabriel Debach, market analyst di eToro, l’indice FTSE MIB ha registrato un progresso del +6,3% month-to-date, che in termini di Total Return sale a un impressionante +8,2%, numeri che non si vedevano da giugno 2023.

Si tratta, con ogni probabilità, del miglior mese di maggio dal 1998, a conferma di un contesto che, pur incerto a livello macroeconomico e geopolitico, ha premiato la resilienza dei titoli italiani.

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I best performer e la spinta dei finanziari

A sostenere questa rally ci ha pensato un gruppo ristretto ma incisivo di titoli. In testa, spiega Debach, Iveco Group che ha messo a segno un +25% nel mese, seguita da Amplifon (+21,9%) e Prysmian (+19,8%). Il comparto industriale ha brillato, con performance significative anche per Leonardo (+18,2%) e Interpump Group (+15,3%).

Fondamentale anche l’apporto del settore finanziario, tra i principali beneficiari di un contesto di consolidamento bancario. In particolare, come si legge nel report di eToro, si sono distinti Mediobanca (+19,5%), BPER Banca (+17,4%) e Banca Popolare di Sondrio (+14,9%). Le trimestrali solide, con utili in crescita, margini stabili e un capitale ben impiegato, hanno confermato il buon momento per il listino italiano.

Da non sottovalutare infine il calo del rischio Paese: lo spread BTP-Bund è sceso sotto i 100 punti base, un dato che, pur silenzioso, secondo Debach ha un impatto sostanziale sulla percezione della stabilità sovrana italiana e rafforza ulteriormente la fiducia verso il comparto bancario.

Il paradosso del timing: restare investiti conta di più

Tuttavia, Debach mette in guardia da una lettura troppo semplicistica. Forza non equivale a linearità: il market timing resta un miraggio per molti investitori. L’analisi storica dimostra che, dal 1998, un investitore che avesse semplicemente tenuto una posizione Buy & Hold sul Ftse Mib avrebbe realizzato un +68% (al netto dei dividendi).

Eppure, se fosse riuscito a saltare solo i 10 peggiori giorni, il rendimento sarebbe schizzato a +336%. Evitandone 20, addirittura a +728%. Il problema? L’inversione è altrettanto drammatica: per chi si fosse perso i 10 migliori giorni, il rendimento crolla a -27%, e a -61% in assenza dei 20 giorni migliori.

Sono 10 giornate su oltre 6.900 sedute, lo 0,14% del tempo, a determinare l'intera traiettoria di un portafoglio. L’eccezionalità non si anticipa, si attraversa, sottolinea Debach. Maggio 2025 ne è la prova vivente.

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