Fusione Unicredit-Commerzbank, Orlopp: “decisione spetta al management, non al governo”
La Ceo dell’istituto tedesco ritiene che il risultato delle elezioni tedesche previste nel prossimo febbraio non avranno nessuna influenza su un eventuale accordo con Piazza Gae Aulenti, ma che sarà la stessa banca a dettarne l’esito.
Unicredit e Commerzbank
Il futuro di Commerzbank resta nelle mani del suo manager, il quale è l’unico a poter decidere sulla ‘campagna tedesca’ di Unicredit, pronta a salire nel capitale dell’istituto tedesco per acquisirla. I ‘puntini sulla i’ sono stati messi da Bettina Orlopp, Ceo di Commerzbank, nel corso di un intervento della conferenza finanziaria European Banking Conference.
La manager ha fatto riferimento al risultato delle elezioni tedesche del prossimo febbraio, ribandendo che questo non avrà alcuna influenza su un eventuale accordo con Unicredit, ma sarà la stessa banca a dettarne l'esito.
Sui mercati, intanto, i titoli delle due banche aprono la seduta odierna in rosso, con flessione dello 0,80% per Unicredit (38,485 euro) a Milano e dello 0,70% per Commerzbank (15,465 euro) a Francoforte.
Nulla è cambiato
Orlopp ha poi sottolineato che per il momento dal fronte Unicredit “non c’è nulla di nuovo”, non sono arrivate offerte e “non ci sono stati nuovi incontri rispetto a quelli avvenuti nell’ambito delle riunioni con gli investitori”.
“Non è cambiato nulla. Dal nostro punto di vista abbiamo detto molto chiaramente le tre cose che vogliamo attuare”, proseguiva. La prima è “la nostra strategia 2027 con gli obiettivi aggiornati e avere i punti strategici attuati in tempo, questo è molto chiaro e questa è la nostra priorità. Secondo abbiamo iniziato a lavorare a una strategia aggiornata, che presenteremo a febbraio. La terza è essere preparati se ci sono proposte che arrivano sul tavolo a guardare potenziali combinazioni che possiamo valutare”, concludeva Orlopp.
Le barricate tedesche
La fusione tra le due banche resta “molto difficile”, secondo quanto dichiarato all’Adnkronos da Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, visto che “sia il management di Commerzbank sia il governo tedesco hanno dichiarato un parere contrario”, mentre “fin dall'inizio della battaglia per l'acquisizione il consiglio di amministrazione della banca ha sottolineato il suo impegno a mantenere l'indipendenza e impegnarsi ad attuare il piano strategico esistente fino al 2027”.
Orlopp (in carica dal primo ottobre, prima Cfo del gruppo), ha ribadito questa posizione presentando i risultati finanziari del terzo trimestre, ottenendo il sostegno del cancelliere di Berlino, Olaf Scholz. “Nonostante le opposizioni dei vertici della banca tedesca e del governo, tuttavia, non sarà facile respingere la scalata della banca italiana”, evidenzia l’analista.
Alla ricerca dell’aiuto BCE
Per vincere la ‘campagna tedesca’ Unicredit dovrà trovare l’appoggio della Banca centrale europea, in particolare del Consiglio di Vigilanza, che dovrà decidere se permettere a Unicredit di poter aumentare la propria partecipazione fino al 29,9%. Il Supervisory Board, presieduto dalla tedesca Claudia Buch (ex vice presidente della Bundesbank) è composto da 4 membri rappresentanti della Bce e più di 20 membri tra rappresentanti delle banche nazionali (per l’Italia Alessandra Perrazzelli di Banca d’Italia) e rappresentanti delle Autorità di Vigilanza nazionali.
L’operazione è considerato un banco di prova significativo per la BCE e per il suo Consiglio di Vigilanza, che dovrà dimostrare la propria indipendenza dal potere politico e decidere solamente per il bene dell’Unione monetaria, decisione che potrebbe avere ripercussioni in futuro.
"Noi crediamo che la BCE dovrebbe dare il via libera all’operazione che rispecchia una delle principali richieste dell’istituto di Francoforte ovvero il consolidamento del settore bancario europeo con l’aumento delle attività transfrontaliere", secondo Diodovich.
I possibili ostacoli
Ci saranno tanti interventi politici per influenzare la decisione della BCE. “Negli ultimi giorni sono uscite dichiarazioni su un possibile compromesso per il via libera della banca centrale con l’accettazione da parte dell’Italia della ratificazione del Mes rettificato. Non escludiamo che ci possano essere discussioni a riguardo ma riteniamo che non si terrà conto di questi compromessi”, prevede Diodovich.
Secondo l’analista, lo scoglio “più difficile per il matrimonio è tuttavia superare l’opposizione politica e quella del management”, considerando anche che il governo tedesco detiene ancora il 12,5% di Commerzbank. "Riteniamo che almeno fino all’esito delle elezioni anticipate del 23 febbraio 2025 non ci sarà da nessuna parte politica un’apertura verso l’operazione di Unicredit, anzi, i toni potrebbero essere ancora più accesi e di forte chiusura per l’arrivo di un acquirente straniero per la seconda banca tedesca", prosegue l’esperto.
Le contromisure dei vertici tedeschi
Dal fronte Commerzbank, esamina Diodovich, il management cercherà di trovare le misure difensive più efficienti per fronteggiare il possibile takeover di Unicredit. Ad esempio, ipotizza, con delle acquisizioni difensive: “Commerzbank potrebbe valutare l'acquisizione di una banca (tedesca) di medie dimensioni per aumentare la propria dimensione e complessità, rendendo più difficile una scalata ostile; delle strategie per aumentare profitti e dividendi in modo da incrementare il valore degli azionisti dei piani mirati di comunicazione con gli azionisti, informarli e convincerli dei potenziali rischi associati a una fusione con Unicredit, evidenziando i benefici di mantenere l'indipendenza”.
"Proprio per queste ragioni il principale rischio per Unicredit è il tempo. Più l’operazione rimane in bilico più il management di Commerzbank può trovare delle soluzioni efficienti per fronteggiarla", conclude Diodovich.
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